Scatole vuote nati nel odio

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"Siamo come scatole vuote quando nasciamo, riempite dall'ambiente che ci circonda. Ciò che ci viene dato, in seguito, lo trasmettiamo da adulti. I problemi che hanno avuto i nostri genitori possono riflettersi anche su di noi.

A volte sento di non avere bisogno di nulla, né di nessuno. Almeno così credo. Il mio inconscio sembra racchiuso in una scatola protetta da filtri che alterano ciò che voglio dire dall'interno, cambiandone completamente il significato.

Ho un muro dentro di me fin da quando ero piccola. Piango perché non riesco a esprimermi. Se piango, è perché c'è qualcosa di forte che non riesco a esternare, che non trova via d'uscita. Non so come esprimerlo in una conversazione normale. Non capisco perché questo muro esista, come sia cresciuto con me, né come fermarlo. È come un muro di cemento armato.

Le mie parole, le mie reazioni, sono tutte filtrate da questo muro. La mia vera essenza, forse, nemmeno io la vedo. Quando scrivo così, mi apro, ma molte volte lo faccio con indifferenza. Riesco a comunicare in chat perché non c'è un tono di voce, ma dentro di me hanno un altro tono, spesso arrabbiato.

L'odio, che trasformo quando sono felice o arrabbiata, sembra alimentare ciò che è già dentro di me. Non so se riuscirò mai a liberarmene. Mi hanno detto che è qualcosa di enorme, ma io stessa lo nascondo. Le mie reazioni sono tutte influenzate da questo muro; se mi chiedessi come sono fatta, non saprei rispondere. Sono confusa e le mie reazioni sono spesso ribaltate da questo muro.

Mi sento come se non esistessi più, come se mi fossi annullata. Questa barriera ha cancellato la mia essenza. Dimentico le cose perché il muro mi fa dimenticare chi sono veramente. Non so nemmeno cosa mi piace davvero. Costruisco un'altra personalità sopra di me e poi me ne dimentico sempre.

Quando scrivo, la mia mente cerca di cancellare ciò che ho scritto, quasi automaticamente. Vuole nascondere la realtà. Penso di avere due personalità contrastanti e non sono mai sicura di ciò che penso. Mi espongo quando scrivo, ma mi fa male. Riesco ad aprirmi solo con tristezza. La porta si apre solo raramente e, quando lo fa, si richiude subito. Non so come mantenere aperta quella porta.

Quando tutto finisce, ritorna il vuoto, il nero. Sento solo il nero dentro di me. Dopo aver chiuso il muro, non provo più nulla, non sento più nulla. La mia testa diventa vuota."

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