Capitolo 1

298 25 4
                                    

Incrocio le dita che non venga una merda 🤞🏻
buona lettura?
A vostro rischio e pericolo
- - - - - - - -

"Ah.... cazzo."

Gli ansimi ed i suoni che provenivano da dietro quella porta andavano avanti da un po' ormai, e il povero Jisung pensava davvero di poter svenire così, come tutte le altre volte, dopotutto .

Era sempre così, regolarmente : due volte a settimana, il martedì ed il giovedì dalle 14:30 alle 15:30 dopo che le lezioni terminavano si recava in palestra.
O meglio: dentro la struttura,ma fuori dalla porta della sala principale.
Perché? Bè perché c'era lui ad allenarsi, e Jisung non se lo sarebbe perso per nulla al mondo,sapeva tutti i suoi orari,ovviamente, da quelli delle sue lezioni a quelli degli allenamenti extra che gli avevano fatto scoprire la passione dell'altro per la boxe.
Gli orari delle lezioni erano facili da trovare in realtà, dato che ad inizio anno venivano appesi i cartelloni con quello provvisorio per ogni classe. Dopo il primo mese se ci fosse stata qualche modifica, oltre alla frustrazione iniziale, non avrebbe impiegato molto prima di scoprirlo.

Nel tempo aveva anche imparato a ricordare le abitudini che il ragazzo aveva fuori da scuola.
Era fortunato che il più grande non fosse un girandolone,  sapeva che trascorreva in casa
la maggior parte del suo tempo.

Sembrava una scolaretta con la sua cotta. Era normale, no?
A quell'età molti hanno le prime infatuazioni, le prime storie, le prime esperienze.
Le ragazzine spesso si potevano vedere ferme davanti le porte delle aule, ad aspettare che le loro crush uscissero, solo per salutare, per farsi notare.
O almeno era così negli anime che gli piaceva guardare, non si era mai soffermato a vedere se fosse davvero così.

Forse era proprio quella la cosa che differenziava Jisung. Lui non aveva intenzione di farsi notare.
Non per ora almeno, anche se dalla prima volta che aveva posato lo sguardo sul ragazzo,e per la prima volta in vita sua, si era sentito in quel modo strano, erano passati anni.
Ma non trovava il coraggio.
E proprio quelle emozioni che aveva provato, che l'avevano travolto come qualcosa di nuovo, lui le ricercava e le riprovava ogni volta che lo rivedeva. Aveva anche iniziato a credere che fossero legati.

Il ragazzo si sentiva così strano a farlo, e non capiva perché. Si ripeteva che non era l'unico al mondo ad avere un'infatuazione, che non era un problema.
Ma lo era, eccome se lo era.
Non capiva i limiti, non sapeva mettere un freno, infatti, inutile dire che sapeva dove vivesse il maggiore nonostante da lui non l'avesse mai sentito dire, né da altri e non si era fatto problemi a seguirlo fin lì, più volte.
Se poi si era dovuto fare quasi un'ora a piedi per tornare a casa sua, non erano affari nostri.

Voleva solo passare più tempo possibile con lui.
Era così che aveva finito per imparare le abitudini dell'altro, non capendo che fosse davvero scorretto nei suoi confronti.

Forse non l'ho detto, ma il ragazzo non aveva amici,nessuno si era mai interessato a conoscerlo e la cosa era reciproca in realtà, era solo e a lui non dispiaceva poi così tanto. Sapeva che le relazioni sociali non facessero per lui, non era portato.
Non era un chiacchierone ne uno che amava scherzare,  se non l'avessero sentito rispondere quelle poche volte in classe quando i professori gli domandavano qualcosa, i suoi compagni avrebbero potuto anche credere che fosse muto quasi.

Provando anche solo ad immaginare, se avesse voluto fare amicizia con qualcuno, cosa avrebbe raccontato? Di come si organizzava le giornate che in realtà erano vuote, solo per andare dietro al ragazzo che lo attraeva così tanto? Per sentirsi dire che era pazzo, e dare ragione a quella persona? No, grazie.

Jisung non aveva mai parlato con l'altro, oh no non diciamo scemenze, neanche una parola,o non sarebbe più tra di noi probabilmente.
Già solo posare gli occhi sulla sua figura gli faceva perdere un battito, anche due.
Non aveva mai nemmeno osato un approccio diretto, preferiva osservarlo, da lontano.
Si perdeva a guardarlo, anche solo mentre parlava con qualcuno e quando capitava di vederlo sorridere, oh ,sentiva quasi di poter morire.

yandere - minsungWhere stories live. Discover now