9~Incubi

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L'incubo che mi aveva perseguitata per 2 anni, era tornato...
A distruggermi ancora.
Erano 3 giorni, 3 dannati giorni che quella scritta su carta aveva cambiato la mia vita, di nuovo. Ma io ero cambiata già da diverse settimane, se non mesi. Sentivo che qualcosa dentro di me non andava, sentivo che era arrivato il momento di affrontare la realtà, per quanto potesse fare male, era pur sempre la realtà.
Nuda e cruda.
Carcinoma ovarico...

Bella batosta..no?
Avrei voluto non dirlo ai ragazzi, soprattutto ad Ethan..
Non volevo che stesse male, addirittura per me.
Ma, lui lo scoprí...
Dopo che lo vidi andare via dalla mia stanza, decisi di uscire a prendere una boccata d'aria.
Ormai la notizia avrebbe fatto il giro in 2 secondi , ma sostanzialmente, io non avevo il coraggio di dirlo ai Må.

Cosa avrebbero pensato di me ?
Avevo bisogno di un posto tranquillo in cui stare, un posto in cui nessuno mi avrebbe disturbato.
Così, salii sul tetto, credendo di essere sola.
Salii, su quelle tegole rosse e vidi dei capelli spuntare .
Erano i suoi capelli, neri, quasi castani... raccolti in una piccola cipolla .
Era seduto a fissare il sole, senza occhiali da sole ne altro.
Aveva solo una mano poggiata in faccia, la gamba piegata e il gomito su di essa.
Mi sedetti accanto a lui, senza dire nulla.
Passarono 5 minuti di puro silenzio....
Era bella quella calma, ma volevo tanto che parlasse, che mi chiedesse qualcosa, che desiderasse il mio nome o qualsiasi altra cosa gli ricordasse me...

<Vorrei che, tu facessi una cosa per me...> Dissi, vedendo il suo volto incrociarsi col mio. I nostri sguardi si fusero l'un nell'altro e mi sentii bene per un attimo.

<<Cosa?>> Disse.
<Vorrei che tu mi baciassi, come si fa ad una proposta di matrimonio, o come si fa su un altare.>
Mi guardò stupito.
<<C-cosa?>> Balbettò nel dirlo.
Se non avessi fatto la scelta giusta?
Se, mi rifiutasse?
<Vorrei che tu lo facessi, la vita vola via, ed io non so quanto tempo ho ancora per chiedertelo, quindi fallo... Prima che lo faccia io>
Riuscii a pronunciare prima di sentire la pressione delle sue labbra contro le mie .
La sua mano finii sulla mia guancia.
Avevamo entrambi gli occhi chiusi.
Dio, che bello il suo sapore. Era un misto di sesso, calma, orsetti gommosi e burro cacao al cocco, che indossava tutte le mattine.

"Il paradiso, ho appena assaggiato il paradiso "pensai.
<<Spero di non averti fatto male, baciandoti così..>>
<No, ma aspetta, ci siamo baciati? Davvero?> Dissi incredula.
Non sapevo con precisione perché glielo avessi chiesto, ma fu unico.
Le sue labbra che accarezzavano le mie, la punta del suo naso che si strofinava con la mia, i suoi occhioni marroni puntati nei miei...

Dio, era tutto così bello.
<<I-io spero di non stare sognando>>
Sorrisi e lo baciai.
Un raggio di sole ci illuminava il viso e un leggero venticello gli spostava i capelli.
<<Allora è vero...>>affermò

<Cosa?> Chiesi.
Lo guardai, e dalle mie labbra uscì un sorriso spietato, pieno di vita, la stessa vita che mi stava uccidendo, consapevole.
<<Che può bastare anche una sola notte per innamorarsi.>> Ammise, prima di accarezzarmi il viso.

<Bhe, io credo che possa bastare anche un pomeriggio, in una piazza di Roma, guardando un ragazzo dai capelli lunghi, timido e stiloso, seduto alla sua batteria che aspetta di entrare in scena>

Era la verità.
Mi era bastato guardarlo in quella piazza per capire quanto fosse speciale, quanto in cuor mio, lo volessi accanto.
Su quel tetto, a guardarci, a sorridere, a desiderarci con lo sguardo passarono 2 ore.
Nessuno ci aveva cercato.
Tutto intorno a noi era spento.
Tutto ruotava intorno a noi, il sole stava calando, lasciando spazio alla luna che lentamente saliva portando con se le stelle. Le stesse di quella sera, al Colosseo.
Wow, erano davvero passate molte ore...
<<Hai intenzione di non curarti, vero?>> Quel meraviglioso silenzio fu spezzato dalla sue parole.
Si, avevo intenzione di non curarmi.
Ma non per un capriccio, ma per non dover sopportare di nuovo quello schifo.
Chemioterapie, pillole, perdita di capelli, stanchezza.
Non volevo apparire così davanti a lui. Non sarei riuscita in primis io a sopportarlo di nuovo.
Non volevo che mi vedesse piccola, o che mi dovesse accompagnare in bagno per vomitare a causa della nausea.
<Si, ho intenzione di non curarmi, ma non per capriccio... Ma perché so tutto ciò che devo sopportare e non riesco a farlo ancora> appoggiai la mia testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi.
Avrei voluto rimanere lì una vita, senza stancarmi di osservare le stelle con lui, senza stancarmi di sentire il suo profumo, senza stancarmi di lui.
<<Quindi? Ti lascerai morire così?>> Chiese con la voce che stava per iniziare a rompersi dal pianto.
Mi guardò e sospirò.

<Lascerò decidere al destino> ammisi.
Avevo paura di morire ,ma anche curandomi, una parte di me sarebbe morta.
Non sarei stata più la Mia di prima.
Avrei preferito restare chiusa in camera senza farmi vedere.
Avrei smesso di mangiare, avrei preferito che lui non mi stesse accanto.
<<E tu ti fidi? intendo del destino, ti fidi?>> Domandò.
<Peste, a questo mondo, non ci si può fidare di nessuno, nemmeno di se stessi, ma se c'è anche una sola possibilità che il destino possa aiutarmi, allora, vale la pena tentare.>

Sentii un bacio posarsi sulla mia testa e le sue mani stringermi il petto.
<<Ti va di mangiare qualcosa? Sono giorni che non ti vedo mangiare qualcosa di concreto>> domandò facendomi girare col corpo,e facendomi sedere sulle sue gambe.
<Si ,va bene... Ma... Perché ? Perché dobbiamo andare via da qui? Stiamo così bene..> misi una mano dietro la sua testa e lo avvicinai a me baciandolo.
Avrei voluto custodire il suo sapore ed il suo profumo per sempre, così che, da qualsiasi parte lui si trovasse, io avrei sempre avuto con me una parte di se.

<<Allora facciamo così, ordino una pizza, e la mangiamo qui, okay?>>
<Sul tetto?> Risi...
<<E quindi? Cosa c'è di male? Ricorda, che le cose strane sono sempre le più divertenti>>
Prese il telefono e chiamò la pizzeria ordinando una pizza con patate per me e per lui un hamburger con patatine fritte.

Era il suo piatto preferito,ogni weekend c'era sempre quel fattorino di 18 anni a consegnare panini e patatine, per saziare la tenera bocca di Ethan.
<<Vuoi qualcos'altro, piccola?>>
Dio, il nomignolo "piccola"detto da quelle labbra era come la cioccolata calda in pieno inverno.
<No, sto bene così>affermai.

Risposi.
Lui sorrise e tornò a parlare col ragazzino che prendeva la nostra ordinazione.
<<Va bene, aggiungi due birre e portaci un bel pezzo di cheesecake ai frutti di bosco.>>
Lo guardai stranito. Gli avevo detto che non volevo più nulla, perché continuava ad ordinare?

Risi e appena posò il telefono lo abbracciai baciandogli il collo.
<<La mangiamo qui? Va bene?>>

<Sul tetto?> Chiesi.
<<Si, ma se vuoi possiamo scendere giù, ma poi non potremmo stare soli>> disse
Come avevo fatto a nascondere ciò che provavo per lui, per tutto quel tempo?
E se, soffrisse sapendo che dentro di me c'èra un mostro?

~Fine Line~ Vol.1  //Ethan Torchio\\Where stories live. Discover now