So Do I.

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Cominciò a percepire quell'aura già da lontano, un'aura enorme, forte, spaventosa.

Che sia Pito? si chiese, sempre più angosciato. No, non può essere... La sua aura è diversa.
Ma allora...tormentandosi, accellerò ai limiti del possibile.

Quando Killua lo trovò, rimase spiazzato.

La sagoma che aveva davanti era completamente diversa da quella del suo amico.

"Cos'è quello..." si chiese, fermandosi. Poi realizzò. "Gon!"

Quest'ultimo stava colpendo ripetutamente verso il basso, in modo straordinariamente violento, con il pugno insanguinato.
"Jan...Ken..." Il bersaglio era la Guardia Reale, che giaceva a terra in uno stato pietoso, con la testa completamente spappolata.

Killua fissava la scena con gli occhi spalancati, incapace di pensare ad altri che al suo amico.

"Kaito" disse questi "proprio come mi hai insegnato tu... le ho dato il colpo di grazia."

"Sei tu..." Killua esitò. "Sei tu, Gon?" chiese, titubante, ma dandosi da solo una risposta mentre il suo amico si girava. "Killua..." Gon era diverso. Beh, diverso è un eufemismo.

Era alto tre volte il normale, aveva muscoli che avrebbe dovuto ottenere con anni, no, decenni di durissimo allenamento. I capelli erano lunghissimi, e tenuti dritti sulla testa dalla sua aura. Era cresciuto, come se avesse fatto un salto nel futuro e si fosse dimenticato di tornare alla sua forma normale.

Stava piangendo.

Killua lo associò immediatamente a Biscuit... ma capì che quello che il suo amico aveva fatto era completamente diverso. Biscuit cambia il suo aspetto. Ma la sua aura non esplode assolutamente in questo modo. Quella è una forma che si raggiunge solo con anni di esercizio!

Gon... cos'hai dovuto sacrificare per ottenere questo potere? si chiese. Una tristezza infinita lo invase, oltre alla preoccupazione per l'amico. Un'aura del genere... la trasformazione dev'essere irreversibile. Gon, era proprio necessario? Perchè, perchè, devi fare tutto di testa tua?Improvvisamente, dietro il moro, una figura si alzò.
Il Nen di Pito, con la sua morte, si era rafforzato, e aveva trasformato il corpo stesso della guardia in una marionetta il cui scopo era uno solo: uccidere Gon.

Il ragazzo stava osservando per la prima volta la sua nuova forma, le lacrime silenziose che sgorgavano dai suoi occhi tristi.

Ma Killua era vigile. Comprese le intenzioni di Pito e si lanciò, spingendo via Gon.

Non fu abbastanza veloce però, e la Guardia Reale riuscì a strappare al suo obiettivo il braccio destro.

Gon guardò il moncherino sanguinante quasi come se fosse una cosa di scarsa importanza, che non riguardava lui.

Intanto, Pito si rimise in posizione per colpire e, di nuovo, fu Killua ad accorgersene.

"Va tutto bene." disse Gon. Killua lo guardò, spiazzato, impaurito, preoccupato, sull'orlo delle lacrime. "Non fa male. Non sto scherzando." continuò. "A dire la verità... sono felice." Killua lo guardava con stupore, paura e preoccupazione sempre maggiori, spalancando gli occhi. "Finalmente... sono diventato come Kaito. Come quella volta..." si alzò. "Gon..." sussurrò Killua "in cui per un pelo mi salvasti."
Così dicendo prese il suo stesso braccio da terra e attaccò la marionetta, colpendola con forza e scagliandola sul terreno. Poi la inchiodò su di esso con l'arto, perforandole lo stomaco e la terra sottostante. "Puoi tenerti il mio braccio destro, se vuoi."

Da sotto il moncherino si scaturì una forza impressionante, proprio nel punto in cui avrebbe dovuto esserci il suo pugno. "Jan..." cominciò.
"GON!" lo chiamò Killua, quasi piangendo. "FERMATI! SE USERAI ANCORA QUESTO POTERE...!"

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