Prologo.

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"Se un artista si innamora di te,
Non morirai mai."

Le parole di sua madre continuavano a risuonargli nella mente in modo continuo, occupando i suoi pensieri in modo violento, imponendo la loro volontà su qualsiasi altra cosa il suo cervello provasse a formulare.

"Un artista non potrebbe mai farti morire.
Il suo amore per te durerebbe per anni, portando chiunque a provare lo stesso tipo di amore nei tuoi confronti.
Anche se, in realtà, non sarebbe mai forte come il suo."

Fin da piccolo l'aveva sognato.
Aveva sognato di essere amato in quel modo viscerale, così forte da farlo diventare il protagonista di innumerevoli quadri, di infiniti libri e di non poche lettere, diventando protagonista di libri e autobiografie.
Aveva sognato di non morire mai per mano del suo artista, pronto a tenerlo vivo nei secoli nella memoria di tutti.
Aveva sognato di essere amato dagli occhi di molti, ma dal cuore di uno solo.

E questo, forse, l'aveva illuso.

L'aveva illuso sul fatto che no, non è vero che non mai sarebbe morto davvero.

Il suo ricordo, il suo essere, sarebbe rimasto vivo in eterno e forse, in quel modo, avrebbe finalmente potuto dire di sentirsi qualcuno, appartenente a qualcosa.
Avrebbe potuto dire che la sua vita, da sempre così vuota come il suo petto, si sarebbe colorita di un rosso fuoco misto ad un rosso più delicato, simile al rosa, così da rallegrare la vita di quelli che, come lui, volevano essere amati da un artista per non morire mai.

Avrebbe smesso di vivere con la sensazione di essere continuamente senza uno strato di pelle, il più esterno di tutti, quasi come se la carne fresca fosse a contatto con l'aria, dandogli continuo dolore all'intero corpo.

Sensazioni.

Odiava le sensazioni.

Era tutto ciò che lo allontana dalla realtà effettuale, che lo chiudeva nel suo mondo e gli faceva credere di essere nella ragione assoluta quando, in realtà, era tutto nella sua testa.

Era tutto una sensazione.

Niente era reale, nemmeno lui.

E si chiese in quel momento, con fatica, se anche le voci che urlavo nel suo orecchio fossero solo una sensazione o se realmente lui fosse lì, trascinato su una barella ospedaliera da infiniti sconosciuti mentre sua madre urlava il suo nome in modo sempre più distante.

Si chiese se anche quel caos fosse tutto nella sua mente, tutta una sensazione.

Se lo chiese a lungo mentre della voci ovattate continuavano a fargli domande, ma decise di lasciar perdere tutto.

Chiuse lentamente gli occhi già pesanti, rendendosi conto che non fossero effettivamente aperti, facendo poi un lungo sospiro e così accade.

Accadde di nuovo.

Cadde nell'oblio, venendo abbracciato dal buio con una consapevolezza.

Nessun artista si sarebbe innamorato di lui. Mai.

E dopo quel pensiero, solo il vuoto.

°

"Sai qual è il tuo problema?"

Il fumo aspirato di una sigaretta lasciò andare un paio di labbra carnose, osservate con attenzione ad ogni parole da un paio di occhi blu.
Sembrava quasi pendere da quelle labbra, ma era sempre più convinto che chiunque l'avesse conosciuto l'avrebbe fatto.

Io ragazzo steso di pancia sotto mosse lentamente le gambe scoperte, mentre poggiava una mano poco sotto la guancia per tenersi.

"Il tuo problema è che insegui un sogno disperato; quello della normalità. Nessuno di lui è normale, tutti abbiamo un lato folle, semplicemente c'è chi lo mostra e chi lo tiene nascosto."

La sua voce risuonava nelle pareti della vecchia stanza mentre il tuo sguardo, simile al ghiaccio più freddo, guardava fuori dalla finestra illuminata dal sole.
Sole che faceva risplendere i suoi boccoli dorati perfettamente rigirati su se stessi e finiva poi per far brillare il suo corpo mezzo nudo, ricoperto intimamente sono da un lenzuolo bianco.

Sembrava di avere avanti a sé la visione celestiale di Apollo e ci avrebbe quasi creduto se non fosse stato per quel paio di occhi azzurri, freddi come il mare dell'Artico al contrario dei propri, di un blu molto più caldo ed accogliente.

"Illuditi piccolo Alexander, il mondo facendoti incontrare con me ti ha già punito abbastanza per la tua innocenza."

Campo di papaveri Where stories live. Discover now