«Il game sta per cominciare, numero di partecipanti: 50. Grado di difficoltà: 8 di cuori»

Le due si scambiarono uno sguardo preoccupato, i cuori a quanto ne sapevano erano i giochi più crudeli, che giocavano con le emozioni delle persone e subito pensarono che si sarebbero dovute uccidere a vicenda.

«Game: tiro a segno. Regole: ogni persona prenderà con sé un'arma da fuoco, la quale registrerà l'impronta digitale. Il telefono, invece, registrerà il numero di punti accumulati e ogni persona uccisa ne vale uno. Se uccidi una persona che ha già dei punti, questi passeranno a te. Vi saranno concessi 5 minuti supplementari in cui sarà vietato uccidere. Vinceranno i cinque giocatori con più punti. Obiettivo del game: accumulare più punti possibili. Tempo limite: 20 minuti»

In quel momento le due tirarono un sospiro di sollievo, sentendo che non avrebbero dovuto ammazzarsi a vicenda. Sasha si mise in posizione come se davanti a se ci fosse una palla da prendere ad ogni costo che avrebbe segnato la vittoria o la perdita della propria squadra. Il suo punto fisso era il tavolino, caricó il peso sulle gambe pronta a scattare.

«Game start!»

Sasha partì in quarta facendo uno slancio in avanti, era in testa a tutti, gli altri erano di poco dietro di lei, ma l'importante era che fosse in vantaggio. Riuscì a raggiungere il tavolo imbandito di armi e afferrò due fucili da cecchino e anche delle munizioni e si fece poi da parte mettendo l'indice sul grilletto per fare la scansione delle impronte digitali. Hikaru la raggiunse poco dopo e prese l'altro fucile facendo la stessa cosa e si batterono il cinque inoltrandosi nel Luna Park, pensando a cosa fare. Mentre camminavano Hikaru si fermò davanti ad una ruota panoramica che sarà stata alta sui cento metri. Sasha, che stava accanto a lei, si fermò e rimase a guardarla stranita.
«Vuoi farci un giro? Te ne concedo solo uno» Disse ironicamente, conoscendo l'amica non si sarebbe fermata a caso se non le fosse venuta un'idea.
«Sali su una delle cabine» Disse seria Hikaru mentre guardava le cabine più vicine scendere.
«Guarda che io stavo scherzando, mica abbiamo tempo per salire su una giostra in un momento simile»
«Tu sali, ti spiegherò tutto dopo, forza vai» Disse incalzante l'albina e diede una leggera spinta a Sasha che si incamminó verso una cabina e dovette salirci al volo. Quando fu sul punto più alto Hikaru afferrò con entrambe le mani il fucile e colpì i comandi con il calcio dell'arma. La ruota si fermò. Ora l'impresa più ardua era di arrampicarsi per raggiungere l'amica. Si mise il fucile sulla schiena grazie alla cinghia.
La corvina si sporse dalla cabina e, immaginando il piano dell'amica, commentò.
«Buona fortuna» Disse lei per poi rientrare e appoggiarsi allo schienale del sedile mentre l'aspettava.
Era una sfida con sé stessa. Una sfida di resistenza, di volontà e di determinazione. Avrebbe dimostrato se quei duri allenamenti avessero fruttato veramente se ce l'avrebbe fatta o si fosse schiantata al suolo. Era una scalata lunga, tortuosa e difficile, ma Hikaru era determinata a raggiungere la cabina. Si fermò a riposare, prendendo un respiro profondo. Sentiva le mani sudate per la tensione,  fece dei respiri profondi e chiuse gli occhi per riuscire a calmarsi. Dopo uno o due minuti riprese, senza mai guardare in basso, nonostante sentisse che lì sopra facesse più fresco. Le sue mani si aggrappavano a ogni appiglio, i piedi si spostavano con precisione, cercando di trovare un punto di presa saldo. Il suo corpo si spostava con grazia e resistenza, seguendo il ritmo. Mancava solamente un minuto all'inizio vero e proprio del game ma all'albina sembrava che fosse passata un'ora.
Una mano era finalmente dentro alla cabina, ora avrebbe dovuto fare leva per spingersi dentro. Quando finalmente entrò del tutto si stese sul pavimento chiudendo con un calcio la porta e rimase a guardare il soffitto.
«No ma comunque grazie per l'aiuto» Si alzò e spaccò i vetri della cabina. Si appostarono, intanto i cinque minuti erano finiti.
«Aspetteremo qui, e verso lo scadere del tempo inizieremo a sparare va bene?» Chiese girandosi verso Sasha per guardarla. La Corvina annui e decise bene di stendersi sui sedili.
«Beh, chiamami quando manca poco, ok?» Si mise le mani dietro alla testa usandole come cuscini e accavallò le gambe chiudendo gli occhi.
Hikaru scosse la testa e rimase a guardare il panorama, che era davvero mozzafiato, sarebbe stato anche più carino se di sottofondo non ci fossero state urla e spari. Da lì poteva vedere uno schermo in lontananza, con la foto di ogni partecipante del game, all'angolo di ogni foto c'era un numero, che probabilmente contava i punti del giocatore. La foto di alcuni era come spenta e segnata da una croce rossa, Hikaru non ci mise molto a capire che erano quelli morti. Nel mentre entrambe se ne stavano in silenzio per conto loro, pensando al momento in cui avrebbero dovuto sparare a qualcuno e ucciderlo per poter prendere dei punti. L'angoscia e l'ansia le pervase, si chiesero se ne sarebbero state in grado.

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