Avevano percorso circa metà strada e ormai il sole stava calando. Camminavano tranquille fin quando non videro una luce artificiale accendersi, un altro game era alle porte. Si scambiarono uno sguardo e si rivolsero verso la direzione da cui proveniva la luce.
«Abbiamo ancora 5 giorni di visto» Incalzò la conversazione Sasha girandosi leggermente verso Hikaru.
«Non sono mai abbastanza» Hikaru non era molto contenta di quello che aveva detto, ma era meglio accumulare i giorni del visto piuttosto che farli scadere.
«Tralasciando le morti e tutto il resto, il primo game non era poi così male» Disse Sasha sorridendo, guardando l'amica. Si mise le mani dietro alla testa incamminandosi verso l'edificio seguita a ruota da Hikaru.

Il luogo era un condominio a T con sette piani, la targhetta sul muro recitava l'iscrizione "appartamenti toei Sendagaya". Sasha andò spedita come sempre, Hikaru invece si fermò un attimo facendo un grande respiro ed entrò poco dopo di lei, prendendo il telefono che era sul tavolino in mezzo alla stanza. Notarono il ragazzo del giorno prima appoggiato al muro con il cappuccio, le due ragazze lo guardarono qualche secondo e probabilmente si sentì osservato perché alzò la testa nella loro direzione, accennò un sorriso e fece un cenno del capo che fu ricambiato. Si misero in parte ad aspettare anche loro in silenzio.
C'erano adulti, ragazze della loro età e anche anziani. Questo mondo non lasciava scampo a nessuno.
Mentre le due si stavano guardando in giro entrò una ragazza che si soffermò qualche secondo a osservare tutti per poi prendere il telefono. Teneva i capelli castano scuro, corti, poco più sopra delle spalle e poco sotto le orecchie. Indossava una semplice canottiera rosa e una felpa grigia; le si affiancò un giovane che indossava un cappello blu.
«Scusami, non riesco a capire, dove sono finiti tutti gli abitanti di Tokyo?» Chiese spaesato alla ragazza.
Lei non fece in tempo a rispondergli che un uomo rasato in canottiera nera, sul metro e ottanta, passò in mezzo ai due ragazzi dando una spallata ad entrambi e prese il telefono. Dopo un attimo di silenzio il ragazzo continuò con le sue domande.
«E poi, questa cosa...» Indicò il telefono, fece per continuare ma venne interrotto nuovamente da due ragazzi che entrarono: uno dai capelli biondo platino palesemente tinti, aveva dei jeans e una camicia nera con raffigurati vari fiori, mentre sotto portava una maglia grigia. L'altro ragazzo aveva dei semplici pantaloni neri ed una felpa grigia lasciata aperta che faceva vedere la maglia tricolore che indossava. Stavano parlando tra di loro e si chiesero se tra tutti i partecipanti ci fosse un dottore, passarono anche loro in mezzo al ragazzo e alla ragazza prendendo gli ultimi telefoni rimasti. La ragazza intanto se ne andò senza mai rispondere alle domande.
Sasha e Hikaru si scambiarono uno sguardo, l'albina si mise una mano sulla bocca divertita, trovando la scena esilarante.
«Le iscrizioni sono ufficialmente chiuse. Il numero totale di partecipanti è 15, il game sta per cominciare» Esordì la voce dal telefono.
«Scusate ma questo cos'è esattamente? Sono appena arrivato e non capisco che succede» Ci riprovò nuovamente il giovane con il cappello.
Ci fu un attimo di silenzio quando uno dei due ragazzi a cui si era rivolto provò a rispondere.
«È un game» Non fece in tempo a dire altro che intervenne il suo amico:
«Non parlargli, ti rallenterà, è un principiante. Non sarà bello ma dovremmo comportarci come ha fatto Shibuki»
«Tra quello che passa in mezzo mentre parla, l'altra che sembra muta e l'esperto, questo qua non ne viene piú fuori -intervenne Sasha stendendo il braccio con la mano aperta per indicare i tre soggetti, poi continuó- guardate che anche se siamo in una specie di mondo parallelo l'educazione funziona sempre nello stesso modo» Nel mentre, il ragazzo si avvicinó, titubante ma speranzoso che qualcuno gli spiegasse cosa stesse accadendo.
La ragazza lanciò uno sguardo trucido alla corvina ma non disse niente. Il ragazzo che si credeva un esperto si avvicinò e così fece anche l'uomo in canottiera. Il primo venne fermato dal suo amico che gli mise una mano sulla spalla, mentre il secondo continuó ad avanzare. Sasha, evidentemente ignorando come quell'uomo fosse tre volte lei, si avvicinó a sua volta alzando il viso verso di lui con aria di sfida, Hikaru le afferrò il braccio per fermarla ma ormai lei aveva già aperto bocca e commentó.
«Cosa vuoi fare? Picchiare una sedicenne?» Chiese con quel suo tono beffardo mentre accennò un ghigno, tanto la stronzata l'aveva già fatta, quindi tanto valeva continuare, ma Hikaru si sovrappose tra i due rivolgendo un sorriso più gentile, nonostante fosse tirato. Erano praticamente alla stessa altezza.
«Non penso sia il caso di iniziare una lotta tra di noi, abbiamo tutti di meglio da fare, no?» Chiese con voce insinuante mentre manteneva il contatto visivo, spostando qualche secondo lo sguardo anche verso Sasha facendole capire che parlava ad entrambi. L'uomo rimase ancora qualche secondo a guardare l'albina negli occhi e si girò tornando dal suo gruppo. Sasha rivolse un ultimo sguardo all'uomo che mentre era di schiena gli fece una smorfia per poi tornare dal ragazzo che finalmente poteva ricevere qualche risposta.
«Diciamo che il tuo unico scopo qui, è sopravvivere ai game. Molto brevemente: ogni game è associato ad una carta, il numero presente è il grado di difficoltà ma anche i giorni che puoi rimanere qui prima di schiattare. Puoi aggiungere i giorni o "visti", se preferisci, partecipando a nuovi game, ricordati anche che una volta che entri, non puoi piú uscire» Spiegó Sasha, il volto del ragazzo confuso lasciò posto ad uno sguardo spaventato.
«Grado di difficoltà: 5 di picche» La corvina doveva ancora spiegargli il significato di ogni seme, ma notó un uomo un po' strambo, con un cappello, che aveva già iniziato a spiegare al posto suo al ragazzo biondo e il suo amico.
Il ragazzo non toglieva lo sguardo dal telefono, così Sasha gli diede una leggera gomitata per attirare la sua attenzione e con il capo gli fece segno di ascoltare l'uomo che stava parlando.
«È un gioco fisico, tutto basato sulla forza -si fermó un attimo per presentarsi ai due ai ragazzi con cui stava parlando, poi continuó a spiegare i semi- il seme a cui appartiene la carta indica un certo tipo di game: i fiori sono un game di squadra, i quadri d'astuzia, i cuori invece indicano il game piú crudele, quello del tradimento, si gioca con il cuore delle persone» L'uomo concluse e subito dopo la voce robotica continuó:

what the fuck is going on? // Alice in Borderland Where stories live. Discover now