2-Cameron

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Un enorme portone dorato si aprí non apenna il suv si avvicino ad esso e tutto ció che fui capace di vedere fu un vialetto dritto circondato da pini marittimi che conduceva ad un'imponente villa all'antica.

Era stupenda.

Quando l'uomo cravatta-occhiali da agente speciale venne ad aprirmi la portiera gli rivolsi un sorriso meravigliato e balzai giú per ammirare meglio ció che mi circondava.

La villa stessa era in stile romano e mi piaceva molto perchè ero appassionata della storia..una cosa che mi faceva ridere era il fatto che fosse rosa e io l'ho sempre classificato come un colore femminile ma dettagli.

Da dietro l'edificio spuntavano certi alberi e sui lati intravedevo qualche fiorellino..ma stavo per caso sognando?

"Signorina Wilson,il signor Dallas tornerá alla sua residenza tra un'ora, mi segua,le mostreró la sua camera"

E mi fece cenno di seguirlo ma mi ricordai della valigia e cosí li chiesi cortesemente di prenderla "Il signor Dallas ha giá preparato il suo guardaroba" Mi spiegó lui e ci avviammo all'entrata.

Nella casa,anche all'interno, dominava lo stile antico e raffinato che dava l'effetto di essersi trasportati indietro nel tempo.

La mia stanza era abbastanza semplice in confronto al resto della casa ma tutto era meglio della stanza bordeaux del bordello in cui vivevo e poi cavolo.. c'era una vista mozzafiato dall'unica finestra presente: il mare azzurrino ondeggiava in silenzio e il giardino all'italiana che si trovava appena sotta alla finestra mi fece subito pensare alle infinite passegiate che mi ci sarei fatta.Ero in paradiso!

Qualcuno bussó due volte alla porta bianca e io la aprii timidamente rimanendo di stucco davanti ad un giovane ragazzo castano leggermente abbronzato con un corpo da dio greco che mi sorrise lievemente facendomi tremare le gambe "Wilson non è un comportamento da dama tenere la bocca aperta" Mi rimproveró chiudendomela con l'indice ma subito la mia mascella ricascó provocandoli una risata divertita "Questi sono gli orari in cui devo avere i miei pasti pronti in sala da pranzo,pretendo che siano caldi, puoi cucinare tutto ció che sta in cucina,ci vediamo dopo" Disse sbrigativo e uscí dalla porta come se mi avesse appena detto di aprire una bottiglia d'acqua "Okay" mormorai alla porta chiusa e lessi il foglio stampato:

1Colazione:7.30

2Pranzo+dessert:14.00

3Spuntino:16.30(tranne giovedí17.15)

4Cena:20.00

Ricordati di non tardare mai.

Mi lasciai scappare una risata satcastica mista ad uno sbuffamento 'Viziato' Concordai con la vocina interiore ed andai a farmi una doccia veloce per rinfrescarmi.

Aprii l'armadio che si trovava sulla parete ovest e ne esaminai il contenuto:cose sconce,vesiti troppo corti,magliette alquanto scollate, gonne aderenti..questa non ero io.

Decisi di rimettermi i miei skinny e la mia unica felpa firmata.

Facevo troppo caldo per essere vestiti in questo modo ma non avevo intenzioni di girare mezza nuda davanti ad uno sconosciuto.

Non mi accorsi nemmeno del tempo che passava quando mi ricordai che dovevo cucinare io..non so fare molto..Guardai l'orologio appeso alla parete:19.30 .Perfetto avevo ancora mezz'ora.

Scesi giú le scale e ritrovai miracolosamente la cucina..beh chiamiamola cosí..a me sembrava piuttosto un supermercato.

Presi un po' di pasta e e ci aggiunsi del sugo,non sapevo quanto mangiasse cosí mi sbrigai a cucinare una fettina di manzo ai ferri.

Feci in tempo anche ad apparecchiare e alle 20.00 era tutto pronto "Puntuale.Perfetto,tu non mangi?" Scossi la testa e sul suo volto comparse un ghigno di disapprovazione "Dovresti mangiare" Sospirai,beh era vero ma non avevo fame "mi faró un panino" Risposi per accontentarlo e dopo qualche minuto di silenzio lui riparló "Perchè non ti sei cambiata?" Domandó squadrandomi da capo a piedi e io arrossi un po' quando si soffermo sul mio seno "Non mi piacciono i vestiti che mi hai scelto" Borbottai in tono antipatico,forse anche troppo e mi morsi il labbro "Non dovresti rispondermi cosí" Mi rimproveró severo e si alzó in piedi.

Il mio cuore accelleró man mano si avvicinava a me a passo lento "So essere molto..imprevedibile" La sua voce rauca mi fece venire i brividi "..Scusa" Sussurrai appena e scappai in camera mia.

Avevo le mani tremanti e il respiro accellerato,non mi aveva nemmeno toccata ma io reagivo sempre in modo esagerato e ne ero consapevole.

Mi sciolsi i capelli e mi addormentai cullata dal dolce suono delle onde e da una bellissima voce sensuale che giungeva dal piano di sotto e riecheggiava in tutta la casa vuota.

Schiava~Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora