Capitolo 1 - Il prof

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Eccomi qui, su un treno a raccontarvi la mia storia, giornata stancante, ma poi vi racconterò cosa ci faccio sul treno.
Torniamo indietro di qualche anno, o meglio tanti anni!

Sono Alicia, una ragazza timida e solare, o meglio, lo ero...
Ho sempre avuto un sesto senso infallibile e questa cosa l'avevo capita già da piccolina, infatti, all'età di 10 anni ebbi un bruttissimo presentimento che, dopo qualche anno si iniziò ad avverare.
Essendo una grande osservatrice, notai che stava cambiando qualcosa tra i miei genitori, pensavo che quell'amore che vedevo ogni giorno, sarebbe finito.
Purtroppo così fu.
Iniziarono i primi litigi, le urla e quella freddezza che si avverte quando si entra nella stanza di due persone che hanno appena litigato.
Quella freddezza però cercavo di nasconderla alle mie sorelline, Giada e Dalila. Ovviamente vi chiederete, come si fa a rompere quella lastra spessa di ghiaccio?
Con la musica!
Ogni volta che li sentivo litigare accendevo la musica, cantavo, oppure inventavo giochi rumorosi 🤣
Ditemi che non sono l'unica ad aver fatto queste cose, anzi, scrivetemi cosa avete fatto voi ❣
Tornando a noi.
Negli anni la situazione non migliorò, anzi andò peggiorando giorno dopo giorno.
Sono sempre stata in silenzio, non ho mai detto nulla a nessuno, anche perché ero piccina, ne parlai una sola volta con mia zia, dicendole "zia, mamma e papà si separeranno! " La mia non fu una domanda, ma lei mi rispose come se lo fosse stato dicendomi "a zia stai tranquilla, passerà ".
Alle sue parole mi tranquillizzai e continuai la mia vita, ma quel pallino mi rimase nel tempo.

Iniziai il liceo all'età di 14 anni.
Poteva mai iniziare bene secondo voi?
Ovvio che no!
Certo eh che ho una fortuna...
Primo giorno di scuola, prima ora, prima volta che conosco il mio insegnante.

Sono seduta al secondo banco a destra, sotto il muro, con una ragazza, sembra simpatica. Alle 8:40 entra in classe questo professore, alto e magro, salutandoci con un "buongiorno", si siede alla cattedra e ci guarda.
Il suo sguardo va subito sulle scartoffie che aveva portato, apre il registro cartaceo e dopo qualche altro minuto il suo sguardo torna verso di noi dicendoci
"Ragazzi devo farvi le foto per ricordarmi i vostri nomi"
La mia mente è a folle, perché dovrebbe farci delle foto con il suo cellulare? Perché non ha fatto nemmeno l'appello? Come fa a guardare la foto e ricordarsi il nome? Bho...
Così guardo la mia compagna di classe, mi giro verso il professore e alzo la mano, lui mi vede e dice
"Lei è? "
"Alicia"
"Ah si, sei l'unica con questo nome, mi dica signorina Alicia! " Mi disse con voce infastidita.
"Mi scusi professore, ma non abbiamo avuto nessuna autorizzazione da far firmare ai nostri genitori per farci fare le foto"
"Signorina Alicia, ma non è che la sua foto la stampo e la metto sul letto! "
Vi lascio immaginare la mia faccia piena d'imbarazzo per lui che ha pensato e detto una frase del genere ad una minorenne...
"Poi le foto su Facebook non le pubblichi? Non possono vederle tutti e salvarle? "
"No, veramente non ci sono su Facebook perché sono minorenne e i miei genitori non mi hanno dato il consenso, quindi foto mie su Internet non c'è ne sono, anche se fosse, sono consapevole che pubblicando delle foto non sono più mie, ma di Internet. Ma, le chiedo scusa in anticipo, questo non è un vostro problema. Il problema è che ci state chiedendo di fare delle foto, con il vostro cellulare per ricordarvi i nomi. Ma come fate a ricordare i nomi se nemmeno avete fatto l'appello? Oltretutto il mio lo avete anche imparato! "
Sono abbastanza infastidita dalle risposte che mi ha dato. Non la trovo una cosa bella e soprattutto corretta.

Volete il proseguo?

La Nascita Di Una PassioneWhere stories live. Discover now