"Minacce" (3)

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Avevo deciso. Ormai erano anni che vedevo bambini soggetti a esperimenti che neanche volevano fare. Ero disposta ad accettare la proposta che mi aveva fatto Henry pur di uscire da quelle quattro mura, e così feci. Nel pomeriggio andai da lui e gli sussurrai:" Quando vorremmo andarcene di qui? Spero molto presto ". Lui invece disse :" Fremi dalla voglia di rivedere il mondo esterno, eh? Dobbiamo solo aspettare che il dottore abbassi la guardia e trovare un qualcosa con cui scappare ". Dopodicchè io andai altrove e lui si mise seduto vicino a una ragazzina. Come sempre era passata già una giornata, andammo nella sua camera e iniziammo a dialogare. 

Iniziò a spiegarmi il piano provvisorio:" Allora...qui, in questo punto del laboratorio, ci dovrebbe essere una grata per i condotti dell'aria. Noi dovremmo riuscire a staccarla e a passarci dentro. Questa grata dovrebbe portare fuori. Non ne sono sicuro, per questo andrò a controllare domani e tu dovrai coprirmi ". Io annuii e continuammo a parlare come ieri. Si vece molto più tardi del solito, così di fretta dissi che dovevo andare, uscì dalla sua camera e mi affrettai ad arrivare alla mia. Quando stavo per arrivare alla porta della stanza, qualcuno alle mie spalle mi afferrò e mi trascinò con lui. Mi girai e cercai di capire chi era, ma riuscivo a vedere solo una figura alta e vestita di nero. Dopo poco mi ritrovai in una strana stanza con congegni attorno a me. Come prima persona vidi Brenner che mi guardava con sguardo minaccioso. Lui mi disse:" Sbaglio, o stamattina ti avevo detto "Mi raccomando"?". Io non riuscì a capire, ma prima che potessi rispondere, Brenner mi attaccò a una macchina che mandava diverse scosse ogni volta che lui voleva. "Dimmi un pò... di che cosa avete parlato oggi tu e Henry?" disse, ed io tutta impaurita risposi che erano cose private. Lui mi attivò la macchina e fù come se un fulmine mi colpì sul petto. Fece molto male. "Proviamo di nuovo, Ellen, va bene?". Continuai a ripetere sempre la stessa cosa, fin quando alcuni uomini non iniziarono ad avvicinarsi a me e a "sgranchire" le nocche. Brenner a un certo punto, con aria stanca, disse:" Io ti avevo avvertito che avremmo usato le maniere forti ". Questo era un messaggio per quei ragazzoni che mi alzarono e iniziarono a picchiarmi. Infastidito, il dottore disse:" Se non lo dici ora, potrebbe finire male, FORZA!". "M-mai..." dissi tutta dolorante. "Allora possiamo procedere..?" disse un uomo. Brenner scosse la testa come per dire di si, e quelli che mi tenevano in piedi presero una spece di medicinale, lo versarono in una siringa e la impiantarono nel mio collo. Piano piano iniziai a diventare sempre più stanca, fino a crollare.

Qualche ora dopo, aprii gli occhi e mi ritrovai nel mio letto. Non ricordavo granchè della sera prima. Ricordavo solo che ero con Henry e che si era fatto tardi, così andai a dormire. Nient'altro. Mi alzai tutta dolorante e guardai i miei vestiti per qualche istante: mi resi conto che erano completamente sporchi di sangue. Non capivo il perchè, ero terrorizzata. A un certo punto sentii bussare alla porta. Molto probabilmente era Henry. Andai velocemente a cambiarmi e poi aprii la porta. Ovviamente era Henry che era venuto ad avvisarmi di alzarmi. Avevo uno sguardo preoccupato, di cui se ne accorse subito. Avvicinò la sua mano  al mio viso e disse:" C'è qualcosa che non va? ". Io, ancora un pò spaventata ma anche imbarazzata, risposi:" Niente..tranquillo " e sorrisi. Andammo come ogni volta nella stanza arcobaleno e fecimo il nostro dovere. Arrivò Brenner, che mi guardava di continuo storto. Continuavo a non capire. Lui disse:" Mi raccomando...soprattutto tu Ellen... ". Dopo questa frase riuscivo a capire sempre meno, ma poi iniziai a ricordare...

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Sono tornata dopo dieci secoli :'D

Spero che vi piaccia 😅❤

"Il numero che ci lega" (Henry Creel x Reader)Where stories live. Discover now