Quattro parole

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Chat di gruppo "Given-band" – 8 Messaggi inviati da Mafuyu-kun

"Amici, ciao".

"Ho bisogno del vostro aiuto".

"Vorrei preparare un altro pezzo".

"Diverso dagli altri due".

"Voglio che parli di qualcosa che conosco poco".

"Uenoyama dice che per le canzoni io prendo ispirazione dalla vita che mi circonda. Ha ragione".

"Voi fate parte della mia vita. Mi potete dire, in poche parole, che cos'è per voi la felicità?"

"Grazie"

Mafuyu rilesse i messaggi inviati e rimase un po' a guardare lo schermo del telefono, sovrappensiero.

Era vero. La felicità era un argomento che conosceva molto poco, o per lo meno l'aveva tenuta distante per un lungo periodo.

Per troppo tempo era rimasto ingabbiato nel dolore e nella disperazione della sua straziante perdita.

Il vuoto che sentiva dentro era insopportabile. Non si dava pace. Non riusciva a rassegnarsi al pensiero di non avere più accanto il suo amico d'infanzia, il suo punto di riferimento, la roccia su cui appoggiarsi, la terra su cui affondare le sue radici. L'amore della sua vita.

Stringeva la sua Gibson con tutte le forze, fino a farsi male, quasi volesse aggrapparsi a quell'oggetto che era stato del suo fidanzato, e far arrivare il suo abbraccio fino lassù, dove l'anima di Yuki potesse sentirlo e restituirglielo sotto forma di qualche segnale.

Un gattino bagnato trovato per strada, le onde del mare che si infrangono sulla spiaggia, un lampo che squarcia il cielo, una canzoncina che resta in testa.

Eppure lui non lo sentiva, non lo sentiva più.

E della felicità si era dimenticato.

Tutto era cambiato dopo la prima esibizione della band su un vero palco. Dove si era trovato faccia a faccia con il suo dolore ed era riuscito a urlargli, proprio sul muso, che voleva ancora esserlo, felice.

Ma come si può cantarla, la felicità? Era certo che dai membri della band avrebbe avuto le parole giuste.

§ * §

Uenoyama incastrò il plettro tra le labbra e prese il telefono per guardare i messaggi appena arrivati. Quando li lesse, rimase stupito.

Fuori era buio da un pezzo, eppure lui se stava ancora seduto per terra in mezzo alla sua stanza, le gambe incrociate, la chitarra appoggiata sulla coscia destra. Sul pavimento, spartiti e fogli accartocciati sparsi ovunque.

"Mafuyu deve essere impazzito" pensò tra sè. "Chiedere a me che cosa sia la felicità.

Io, che non sono riuscito a valorizzare il mio talento nella musica, le mie abilità nello sport, tutte le opportunità che la vita mi ha regalato.

Io, che per mesi ho trascurato degli amici fantastici solo per assecondare la mia pigrizia.

Quando ho cominciato a suonare, mi piaceva. Ecco, allora forse ero felice.

Mi riusciva facilmente, avevo una specie di capacità naturale di muovere le dita sulle corde della chitarra. Lo hanno capito tutti, lo ha capito anche Haruki che mi ha voluto nella sua band anche se ero il più piccolo. I Four Seasons. Non mi ricordo se ne ero felice.

Inutile negarlo, mi accorgevo anch'io di essere particolarmente dotato, ho sempre sfruttato questo mio talento per fare colpo sugli altri, soprattutto sulle ragazze.

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