Una volta arrivati in centrale iniziarono a parlare con mia madre dei provvedimenti da prendere in seguito a quello che era successo in classe soprattutto perchè molte persone erano rimaste ferite e l'aula era completamente distrutta. Ma io non li stavo ascoltando, ripensavo a quelle risate e poi alle loro facce sconvolte... cosa hai fatto Rachel?... quella domanda mi rimbombava in testa.
<Rachel mi stai ascoltando?> mi chiese il poliziotto
<si, mi scusi> ritornai alla realtà <può ripetere, per favore?> chiesi ancora confusa, stringendo tra le dita il mio walkman
<io e tua madre abbiamo deciso che è meglio se fai un periodo di riabilitazione in un istituto che tratta ragazzi come te, ai confini di Hawking; sta arrivando il dottor Brenner a spiegarti come funziona>
<cosa? un istituto?> chiesi preoccupata < ragazzi come me in che senso? è un carcere minorile vero?>
<nient'affatto> intervenne una voce pacata alle mie spalle <Ciao Rachel, sono il dottor Brenner è un piacere fare la tua conoscenza> mi sorrise allungando la mano
<s-salve> bofonchiai ancora incredula stingendogli la mano. Non potevo credere che mia madre approvasse tutto questo.
<vieni con me, in un posto dove nessuno ti rimprovererà se perderai il controllo, potrai essere libera, e ti aiuterò a scacciare questo male>
<o questo o la prigione, Rachel> disse mia madre con tono freddo, la guardai in lacrime e mi alzai dalla sedia per accettare la proposta dell'uomo misterioso.
<come funziona adesso?> chiesi aggrappandomi ad un briciolo di lucidità
<verrai con me al laboratorio e ti farò conoscere i tuoi nuovi amici, speciali come te, e resterai con noi finché non starai meglio> mi sorrise mettendomi una mano sulla spalla per rassicurarmi.
Guardai verso mia madre e notai che stava firmando dei fogli, forse delle liberatorie...ha colto l'occasione per sbarazzarsi di me, pensai; mi sentii tradita, cercai il suo sguardo ma non arrivò mai così presi il mio walkman dalla sedia e seguii il dottore nella sua auto.
Salimmo in auto e rimasi in silenzio durante tutto il tragitto; parcheggiammo davanti questo edificio che non avevo mai notato. Seguii il dottore all'interno, era pieno di corridoi e porte di ferro tutte sui toni del grigio e c'erano delle persone vestite di bianco che mi sorridevano con intento di rassicurarmi ma non funzionava affatto.
<Vien Rachel ti faccio conoscere i tuoi nuovi fratelli>
<fratelli?> chiesi confusa
<qui siamo tutti una grande famiglia e voi siete come miei figli>
ok, questo è molto strano, pensai. Mi fece fare il giro dei corridoi e notai che alcune stanze avevano un numero inciso sopra.
<e questa è la stanza arcobaleno> spiegò spingendo questa grande porta di ferro; l'interno era tutto bianco con degli arcobaleni disegnati sui muri, c'erano una dozzina di bambini in silenzio che giocavano con scacchi, dama e altri giochi, e c'erano altri di quegli uomini in bianco in piedi che osservavano i bambini.
<bambini venite a conoscere la vostra nuova sorella> esclamò il dottore sorridendo e tutti si avvicinarono immediatamente <avanti, presentatevi>
I bambini timidamente tutti in ordine iniziarono a dire il loro nome... rimasi alquanto sconvolta a quelle presentazioni:
<io sono 002> disse un ragazzo di circa 16 anni
<io 003>...
<io 004>... e andarono così avanti fino a 19.. che roba strana, pensai
<e tu da oggi sarai Venti> mi spiegò il dottore sorridendo.. cosa?, pensai
<ehm, cosa?> chiesi incredula <io ho già un nome>
<ma qui dentro sarai Venti> rispose ferreo; non sapevo che dire, come comportarmi, se questo fosse solo un brutto sogno, come poteva essere reale questo posto?
<ok bambini tra poco dovete iniziare i vostri esercizi, andate nelle stanze assegnate> spiegò e tutti educatamente e in fila per uno si incamminarono verso la porta.. ma cos'hanno questi bambini? pensai sconvolta.
<vieni con me Venti, dobbiamo fare una cosa, poi ti mostro la tua stanza e potrai riposarti> lo seguii rassegnata, dovevo abituarmi a quel nuovo posto.
Mi portò in questa stanza vuota con una poltrona e un tavolino di fianco, il dottore mi fece sedere lì e dal cassetto del tavolino estrasse un curioso strumento, sembrava una pistola da tatuatore,
<poggia il braccio sul bracciolo> spiegò accendendo lo strumento
<cos'è?> chiesi curiosa e un pò preoccupata
<è una macchinetta per tatuaggi> rispose tranquillo
<e a me a che serve> chiesi cercando di spostare il braccio, ma lui lo afferrò
<Venti stai calma, durerà poco, è la prassi>
<non voglio> esclamai cercando di alzarmi
<Peter vieni qui> esclamò lui chiamando qualcuno
<mi ha chiamato dottore?> rispose la voce che si avvicinò a me: era un ragazzo longilineo e biondo, vestito di bianco come gli altri adulti che avevo visto; i suoi occhi erano grandi e gentili; la sua voce era così rassicurante e pacata
<la nuova arrivata non vuole collaborare, aiutami a tenerla ferma> lui annuì e mi rivolse un sguardo gentile e rassicurante
<finirà in un attimo> mi sussurrò all'orecchio posizionandosi dietro la poltrona; così, rassegnata allungai il braccio e mi feci tatuare il numero 020 sul polso come se fossi un animale al macello.
Una volta finito ci alzammo e iniziammo ad avvicinarci all'uscita, ma qualcuno si avvicinò allo stipite, era uno di quelli in bianco, sembrava agitato
<dottore, è successa una cosa con Sei, venga> disse ansimando per la corsa.
<arrivo subito, Peter accompagna Venti nella sua nuova stanza> ordinò ed uscì di corsa, il ragazzo annuì cordialmente.
<vieni con me Venti> disse allungando la mano verso di me
<non è il mio vero nome> sbuffai infastidita
<lo so, ma il dottore vuole così, sono le sue regole> sussurrò avvicinandosi al mio viso
<ma è follia> esclamai
<cerca di mantenere un atteggiamento sempre pacato, al dottore non piace chi mette in dubbio le sue regole> mi spiegò tenendo sempre un tono basso di voce; camminammo lentamente fino alla porta col numero 020 inciso sopra
<eccoci arrivati> spiegò Peter aprendo la porta
<cosa sono questi esercizi di cui parla il dottore?> chiesi sull'uscio; lui mi fece entrare e si fermò sullo stipite:
<servono per controllare i tuoi poteri> rispose
<poteri?> chiesi incredula
<i tuoi doni, così li chiama il dottore> rispose
<doni? Ho fatto male a 0delle persone poco fa> esclamai alterata.. come potevano chiamare quello che avevo fatto DONI...
<ehi va tutto bene> mi rincuorò sorridendo <può capitare, sei qui perchè lì fuori nessuno ti capisce> mise un piede nella stanza ma si fermò indietreggiando <ora ti lascio riposare, domani ne capirai di più> aggiunse chiudendo la porta.
Sospirai e mi sdraiai sul mio nuovo letto, misi le cuffie e cercai di elaborare tutte queste novità; poco dopo i miei occhi si chiusero dalla stanchezza e caddi in un sonno burrascoso ed inquieto.
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Subject 020// Stranger Things 4
FanficRachel è una studentessa dell'ultimo anno di liceo, ma c'è qualcosa di diverso in lei: una forza che non controlla che all'improvviso la sradicherá dalle sue certezze. Si ritroverà sotto le cure di un dottore che promette di aiutarla, ma capirà pre...