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Shoto guardò la mano poggiata sulla maniglia. Aveva paura di farlo. In fin dei conti, sua madre lo odiava, perché avrebbe dovuto accoglierlo a braccia aperte? Per un attimo pensò di tornare indietro senza entrare. No. Doveva farlo. Non avrebbe potuto diventare un vero hero altrimenti, sarebbe diventato come suo padre. Abbassò la maniglia e spinse la porta.

«Mamma» disse dopo essere entrato. Lei, che stava guardando fuori dalla finestra, si voltò. Sgranò gli occhi. Shoto si chiese se avesse paura di lui, se in lui rivedesse suo padre.

«Cosa ci fai qui?» il suo tono era freddo, ma non cerano né paura né disprezzo nella sua voce. Se sua madre non voleva che fosse lì, non lo diede eccessivamente a vedere. Shoto non sapeva da dove iniziare.

«Volevo vederti» di solito sceglieva sempre con cura le parole da usare, ma questa volta si maledì per linizio stupido. La madre lo guardò con aria interrogativa.

«Perché proprio ora?». La stessa domanda che gli aveva posto Fuyumi. Erano anni che si rifiutava di andare a trovare la madre, siccome sapeva di rappresentare un peso per lei. Perché aveva voluto farlo proprio ora?

«Una persona mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere » rispose Shoto attento alle proprie parole, ma subito dopo decise di lasciarsi andare e dirle semplicemente ciò che provava «Scusami se gli somiglio. Scusami se sei costretta a vedere lui nel mio lato sinistro. Neanche a me piace somigliargli. La mia più grande paura è diventare come lui. Ma tutto questo le mie fiamme, il mio lato sinistro fa parte di me e devo accettarlo.» Shoto sentì le lacrime pungergli gli occhi, minacciando si uscire.

«Non sono come lui. Me lo ripeto ogni giorno, ogni volta che mi guardo allo specchio sperando di non rivedere qualcosa di lui in me.» continuò Shoto. Le lacrime ebbero la meglio e il resto del discorso gli morì in gola. Era la prima volta che piangeva da quel giorno. Shoto, che fino a quel momento stava guardando il pavimento, alzò lo sguardo verso la madre. Stava piangendo anche lei, ma, appena gli occhi di Shoto si fissarono nei suoi, si alzò dalla sedia e lo abbracciò.

«Scusami» disse lei tra le lacrime «Scusami per quello che ti ho fatto»

Shoto strinse a sua volta la madre in un abbraccio.

«No» la rassicurò «Non è colpa tua.»

I due si staccarono e, mentre la madre si risistemava sulla sedia dove era seduta fino a pochi secondi prima, Shoto si sedette sul letto dospedale.

«Questa persona di cui mi hai parlato è tua amica?» chiese lei, curiosa. Shoto ci pensò un attimo. Dallinizio dellanno scolastico non si era impegnato a stringere amicizia con nessuno, non lo aveva ritenuto importante. In quel momento, però, si rese conto di quanto ciò lo rendesse simile a suo padre e di quanto Midoriya lo avesse aiutato con quelle parole. Però è anche il tuo potere. Ancora una volta, le parole del ragazzo risuonarono nella sua testa. Sì, Midoriya sarebbe potuto essere un buon amico. Sorrise.

«Sì» rispose.

Parlarono del più e del meno, di come le loro vite fossero cambiate dallultima volta che si erano visti e della nuova scuola di Shoto, ma non nominarono più suo padre. Nessuno dei due voleva parlarne. Ha rovinato la nostra famiglia pensò Shoto non senza quel rancore che provava ogni volta che pensava ad Endeavor.

Parlarono finché il sole fuori dalla finestra non iniziò a tramontare. Shoto guardò lorologio.

«Devo andare» disse tristemente Shoto guardandola negli occhi «Posso tornare qualche volta?»

Aveva paura di sentire la risposta. La madre sorrise.

«Certo» rispose. Shoto ricambiò il sorriso prima di lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle. Aveva finalmente chiuso i conti con il proprio passato.

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⏰ Last updated: Jun 24, 2022 ⏰

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Incontro tra Shoto e sua madre\\\ Mha Where stories live. Discover now