𝐄𝐄𝐑𝐒𝐓𝐄 𝐊𝐄𝐄𝐑 #𝟎𝟑 - 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮.

1.2K 37 3
                                    

3/08/2026

Atto 3: La prima volta.



La nostra prima volta io e Max l'abbiamo avuta il sei settembre duemilaquindici, dopo il Gran Premio d'Italia, a Monza, in cui Max si era classificato dodicesimo.

Non ne era stato affatto contento, diceva che avrebbe voluto fare molto di più, ma mi era bastato ripetergli ciò che gli avevo detto appena due mesi prima a Silverstone e Max si era subito ricomposto, tanto da invitarmi fuori a cena per un appuntamento romantico.

Ero agitata, il solo pensiero di uscire con Max come se fossimo stati una vera e propria coppia mi faceva arrossire a dismisura e tremare le gambe, che sentivo come gelatina sotto di me. Ma quello era niente in confronto al mio cuore, che batteva così forte da farmi temere ancora una volta di poter morire di infarto così giovane.

Non sapevo come comportarmi, cosa fare, cosa dire, ne tanto cosa indossare, visto che quell'appuntamento era del tutto fuori programma e non avevo nulla in valigia che potesse andare bene per quella sera, che sembrava stesse andando a rotoli ancora prima che fosse iniziata. Mi sentivo nel panico, totalmente.

Per questo avevo chiamato Emma, la mia migliore amica di una vita, che mi aveva salvata dal baratro di disperazione in cui stavo lentamente affondando, dandomi consigli su come vestirmi e su come comportarmi durante la serata. Non ero sicura che sarei riuscita a seguirli tutti e a far filare tutto liscio, ma ci avrei provato, almeno un po', pregando e sperando che andasse tutto bene.

Quando poi Max era passato a prendermi nella mia stanza d'hotel, io gli avevo aperto la porta, ed ero rimasta abbagliata da lui.

Max indossava una camicia bianca che gli stava divinamente, abbinata a dei jeans neri stretti che gli fasciavano perfettamente le gambe, mentre ai piedi portava delle scarpe firmate che, verosimilmente, slanciavano ancora di più la sua figura già di per se parecchio più alta di me di almeno dieci centimetri. I capelli erano scompigliati, come sempre, e la tonnellata di profumo che si era spruzzato mi aveva totalmente inebriato i sensi.

Era semplicemente bellissimo, più di chiunque altro avessi mai conosciuto nella mia vita.

«Sei stupenda.»

«Grazie, anche tu stai benissimo.»

Mi aveva sorriso, riconoscente, prima di rubarmi un bacio a stampo e prendermi per mano, portandomi con se lungo il corridoio del nostro piano, fino all'ascensore.

Appena avevamo varcato la soglia del lussuoso hotel in cui alloggiavamo io non mi ero risparmiata uno sguardo curioso alla città intorno a me, che quella sera risultava ancora più bella rispetto a quel pomeriggio, quando eravamo tornati dal circuito.

«Il ristorante non è lontano, ci vorranno dieci minuti a piedi.»

«Se ci pensi è formidabile che non hai ancora la patente ma guidi già una macchina di formula uno, probabilmente le persone ti danno del fenomeno per questo.»

«Probabile, ma non manca molto, a fine mese divento maggiorenne anche io.»

«Finalmente, aggiungerei.»

«Non prendermi in giro solo perché sei più grande di me di un paio di mesi.»

«Cinque, per la precisione, sono nata a maggio. Mi hai anche fatto gli auguri.»

EERSTE KEER | MV1Where stories live. Discover now