Chapter 1.

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"Drawing"

29 Gennaio.

Christian dopo quella giornata sotto la pioggia, si era preso la febbre assieme al raffreddore. Sua madre gli fece una ramanzina che durò quasi un giorno.
Si era arrabbiata di più quando vide le sue puma rosse ormai nere.
Dopo un'abbondante settimana passata a casa nel letto a non far nulla.
Potè ritornare alla sua normale routine.

A volte si ritrovava a ripensare a quel tenero bambino del parco, chissà se lui si ricordava ancora di lui?
Gli era rimasto impresso quel volto tenero e sorridente, forse un giorno l'avrebbe rincontrato allo stesso parco..
A volte pensava pure al fratello, aveva un volto così magnetico, non poteva negare che fosse a dir poco bello.
Ma un ragazzo del genere poteva piacere a chiunque.

Quel giorno a differenza di quelli precedenti era più soleggiato, effettivamente un po' di sole in quelle giornate cupe ci voleva, anche se avrebbe preferito di più sempre la pioggia.

Quel pomeriggio era noioso, perciò aveva recuperato le sue vecchie matite custodite accuratamente. Tutte in ordine, con la punta affilata.

Sedeva sulla sua scrivania ricamata di legno dipinto di bianco, possedeva una matita grigia tra le lunghe dita facendola girare su stessa, nella superficie del foglio posto davanti hai suoi occhi, vi erano disegnati degli occhi.
Aveva inconsciamente disegnato quelli del piccolo Daniele mischiati con quelli azzurri del fratello.
Ogni tratto sembrava perfetto, come ogni singola sfumatura dei colori.
Non sapeva nemmeno lui il perché di quel disegno, ma la sua mano andava libera sul foglio, disegnava quello che capitava sotto tiro.
Da bambino adorava disegnare, poi col passare del tempo questa piccola passione svanì, a volte disegnava per sfogarsi. Oppure scriveva. Raramente. Poi prendeva tra le dita il foglio è lo stroppicciava in mille pezzi. Gridandogli tutte le parole che si manteneva dentro.
Alla fine assumeva una sensazione più leggera, di libertà.

Dopo aver finito gli ultimi dettagli di quel insolito disegno, ripose apposto le matite, ed infilò il foglio nel cassetto chiudendolo a chiave. In modo che nessuno lo potesse aprire.

Dopo aver pranzato con la sua famiglia, e aver dato i croccantini ai suoi cuccioli.
Si infilò il giubbotto, uscendo di casa, con lo skateboard rigorosamente viola. Sotto le scarpe sfrascicate.
Infatti in quel momento aveva intenzione di andare a comprarne un paio nuovo.
Con i soldi rubati dalla sorella, glieli aveva presi in prestito.. tanto non se ne accorgerà nemmeno.

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«Sono 59,90» erano dei ladri in quel negozio. Avevano aumentato i prezzi! Altro che saldi! Lui portava solamente dieci euro nel portafoglio. Quindi fu costretto ad utilizzare i soldi della sorella..
Come se ti dispiacesse.

«Signore non vorrei essere scortese, ma ci sono altri clienti, dovrebbe muoversi!» il cassiere rompeva pure. Non bastava il fatto che alzasse i prezzi del cinquanta per cento.
Li metteva pure fretta.
«Tenga i vostri stupidi soldi.» Sbottò lasciando ferocemente i cinquantanove dollari sul tavolo, i novanta centesimi se li poteva pure risparmiare.

Uscì velocemente con lo skate, nonstante il cassiere volesse i suoi novanta centesimi.
Glieli avrebbe ridati, un giorno.

Si stava dirigendo nel suo istituto di ballo.

Appena fu giunto, si infilò le sue nuove puma rosse, lasciando le altre ormai con la suola rotta nel cassonetto.
Si diresse verso il suo amico Dario, che lo aspettava nella sala principale.

«Ciao frate!» lo salutò appena lo vide,
«Ehi, hai cambiato di nuovo scarpe? Sai dovresti cambiare un po ' stile è nauseante vedere sempre quel colore rosso hai tuoi piedi!» rise l'amico prendendosi gioco di lui.
«Ma stai zitto! Queste puma sono costate 60 euro!» Si difese provocando una risata ad entrambi.

You Drive Me Crazy//ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora