Capitolo 2

1.8K 89 0
                                    

<< Povera bambina, 5 anni e non ha più i genitori!>> << Ora cosa farà?!>> << Ma... Io me la terrei alla larga, è strana non parla mai; non la lascio avvicinare di certo hai miei figli!>> << Meglio starsene alla larga!>> << Non so come ha potuto Aurora voler bene a quella creatura?! >> << Già, non assomiglia per niente ai genitori. Che non sia figlia di qualcun altro?>> << Forse Aurora ha tradito suo marito? >> << No, è da escludere. Non lo avrebbe mai tradito! >> << Si, ma questo non lo possiamo mai sapere! >> << Comunque che fine orrenda, erano delle persone straordinarie! >> << Non esisterà mai nessun altro che eguali la loro bravura. >> << Vero, nessuno riuscirebbe mai ad avere il loro successo! >> << Già, se solo non avessero avuto figli, sarebbe stato meglio. >> << Facevano i salti mortali per passere più tempo con loro figlia. >> << Io non voglio e non avrò mai figli. Se sono come quella li! >> << Basta... Basta... Basta. State tutti ZITTI!!>> Urlai al limite scoppiando a piangere stufa di sentire tutti criticarmi, guardarmi dal alto in basso, spettegolare e compiangere i miei genitori, mi volevano bene e non sanno come stavano le cose! Mi sveglia di soprassalto con il rumore della sveglia, ero tutta sudata, facevo sempre lo stesso sogno, era diventata una persecuzione e non ne potevo di più, diedi un colpo a quell'affare infernale per farlo smettere quell'orribile suono, mal volentieri scesi dal letto e andai in bagno per farmi una doccia, mi spoglia ed entrai buttandomi sotto il getto caldo della doccia che mia aiuta sempre quando sono stanca o stressata mi aiuta a svuotare la mente e a rilassarmi. Dopo una buona mezz'ora uscì e applicai una crema su tutto il corpo, intanto che si assorbiva misi l'intimo, avvolsi l'asciugamano tra i capelli e mi diressi alla cabina armadio, non sono una di quelle ragazze che ama i vestiti o le gonne; quando ero bambina le indossavo sempre, ma dopo la morte dei miei ho iniziato a odiarli così scomparvero completamente della mia vita, soltanto nelle occasioni eleganti che sono alquanto rare per il resto il mio guarda roba era composto da jeans, leggins, t-shirt, body, camicie e delle tute per correre e esercitarmi con lo skateboard, per quanto riguarda le scarpe niente tacchi o ballerine, soltanto scarpe da ginnastica di tutti i colori e altezze o trochetti categoricamente neri, non ho mai apprezzato stivali di altri colori; decisi di mettere una maglia dell'hard rock bianca e blu, leggins neri e scarpe blu alte, andai in bagno ad asciugarmi i mie lunghissimi capelli ramati, presi il phone applicai l'olio e iniziai ad asciugarli, dopo circa venti minuti erano asciutti, spazzolati e legati in una coda alta, presi l'insostituibile cappello blu che porto sempre durante le gare, era il mio piccolo porta fortuna; presi la mia borsa nera e  misi dentro cellulare, chiavi di casa, portafoglio, chiavi della macchina, un elastico nel caso dovessi perdere quello che indosso e uscì prendendo anche l'immancabile skateboard, ce l'ho da quando avevo 12 anni ed è rimasto con me fino ad ora a 7 anni di differenza, ne ha passate tante ma ha sempre resistito, sotto c'è disegnato un dragone rosso. Fuori trova ad aspettarmi Giulia sempre con i suoi capelli biondi ribelli che contrastava con l'abito floreale senza spalline con scollo a cuore e ai piedi un paio di ballerine rosa è una borsa piuttosto ingombrante di pelle bianca. Non gli piace lo skateboard, dice che è troppo pericoloso, ma è proprio per questo che lo faccio voglio poter provare il brivido del pericolo, non si arrende è una testa dura, non molla facilmente e se per questo nemmeno io, non rinuncerò mai allo skateboard, quindi ogni volta che faccio una gara, esercitazione o soltanto fare un giro mi becco la paternale su quanto si pericoloso, che potrei rompermi l'osso del collo e bla...bla...bla, ma ovviamente non le seguo mai do sempre il meglio e non mi fermo fogli migliorarmi sempre di più e per farlo si deve rischiare. Accanto a lei c'era Emily lei come sempre era vestita con leggins neri e una magli lunga bianca con su scritto STRONG a caratteri cubitali neri, gli cadeva un po' di lato lasciando scoperta la spalla e facendo vedere la canottiera anch'essa bianca e le sue adorate superba grigie intonate alla borsa tracolla, dello stesso colore delle scarpe. Come Giulia non gli piaceva che andassi in skateboard, quindi mi beccavo ben due paternali, come se una non fosse già abbastanza, ma oramai ci ho fatto l'abitudine, sono sempre state iper protettive con me, le avevo incontrate per caso, melo ricordo come se fosse ieri

Vita di una skaterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora