Times Square

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25 Dicembre 2021

Hermione si spinse il maglione sulla testa e riemerse dal tessuto fissando confusa Chloe, intenta a mettere il mascara con la massima precisione, la bocca semiaperta e gli occhi fissi nello specchio. «Come diavolo hai fatto a trovare posto?» chiese poi.

La ragazza sorrise leggermente. «Mio padre è un buon amico del loro maître. Non è stato difficile, almeno non per aver chiamato una settimana prima di Capodanno quantomeno.»

«Non riesco a crederci, Chloe. Insomma, il Bar 54 è... è un sogno! Ormai mi ero rassegnata a dover rimanere in piedi schiacciata tra centinaia di persone per ore. Praticamente potremo vedere il Ball Drop per tutto il tempo.»

«Esatto.» Chloe finì l'occhio destro prima di annuire entusiasticamente. «Il locale di solito è pieno di gente esclusiva, e ha un dress code piuttosto rigido per la Vigilia, quindi sai che significa.»

Hermione annuì, scrollando le spalle con rassegnazione. «Tanti incantesimi di riscaldamento e stabilità per i tacchi?»

«Esattamente. Ti conviene fare un po' di shopping, e poi ti insegnerò qualche incantesimo utile. Puoi dire che ti ho mandato io. La maggior parte delle boutique magiche ha fatto affari con me almeno una volta, non dovrebbe essere troppo difficile.»

Hermione alzò gli occhi al cielo, poi annuì. «Prometto che troverò il tempo di prendere qualcosa che vada bene.» Poi, gettò un'occhiata all'orologio, e prima che l'amica rispondesse fece uno sbuffo. «Okay, devo Smaterializzarmi in trenta secondi se non voglio far tardi. Torno per le diciannove.»

«Il tuo turno finisce alle diciotto.» osservò Chloe, scettica.

«Mi hanno prorogato lo stage di soli altri sei mesi, e devo sfruttare ogni secondo.» replicò Hermione, impassibile. «La legge magica americana è parecchio più complicata di quella inglese e, se vuoi saperlo, anche molto più retrograda.»

«Per questo non sono diventata un MagiAvvocato ed ho preferito la moda.» rispose l'amica, ironica, poi scosse la testa. «Ceniamo insieme, stasera?»

«Dovrei farcela. Preparo qualcosa io, però. Non voglio che la caparra che ho versato sull'affitto non mi venga mai restituita.» e, con un buffetto sulla spalla di Chloe, si Smaterializzò.

Il Woolsworth Building era lì ad aspettarla come ogni mattina da sei mesi, ovvero da quando era arrivata a New York e si era stabilita in un appartamento, affittando una stanza abbastanza vicino al MACUSA, a solo una Smaterializzazione di distanza, che le consentisse di arrivare prima di tutti la mattina ed andarsene a sera senza doversi stancare troppo. Il suo stage per la specializzazione in Coordinazione tra i Ministeri era esclusivo e praticamente impossibile da ottenere, e lei ce l'aveva fatta dopo decine di colloqui e mesi di studio e sacrifici. Non avrebbe sprecato un solo secondo di quell'occasione bivaccandosi a letto fino a tardi e rincasando appena scattata la giornata.

Il suono dei tacchi comodi che indossava a lavoro risuonò sul pavimento di marmo scuro dell'atrio mentre si dirigeva verso l'ascensore di vetro trasparente. Si sistemò la borsa sulla spalla sentendo frusciare le pergamene che si portava dietro ed entrò, salutando con un cenno educato i dipendenti che trovò dentro e prenotando una fermata all'ottavo piano, al MID. Lì, era sicura che avrebbe trovato l'ufficio della sua coordinatrice ancora vuoto, ed avrebbe quindi avuto il tempo di prendere un caffè e riesaminare gli appunti dei giorni precedenti sul caso che stava esaminando, un contenzioso tra giurisdizioni per l'eredità di un Purosangue americano e la moglie inglese.

Uscita dall'ascensore batté una volta il pugno contro l'imponente portone di legno, che si deformò fino ad assumere le sembianze femminili di una donna austera. «Identificazione, prego.» disse, con voce metallica.

Times SquareWhere stories live. Discover now