Capitolo 2.

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Una voce femminile mi risveglia da un sonno durato 8\9 ore o forse di più. Chi l'avrebbe mai detto che volare mi avrebbe dato una sensazione di pace... È la prima volta che vado in aereo e devo dire che lo rifarei altre mille volte.

«Signorina,il volo per Barcellona atterra tra 10 minuti.» mi avvisa una hostess sulla trentina d'anni.

«Oh, grazie!» ancora non ci credo che sto per iniziare la mia vera vita a Barcellona. Ricordo che una decina d'anni fa una bimba dell'orfanotrofio mi disse che prima della morte dei suoi genitori, andarono assieme a Barcellona e ricordo anche che quando mi raccontava di questa città le brillavano gli occhi. "È una città magica." le sue parole mi rieccheggiano ancora. A metà maggio sarà più magica del solito, ne sono certa! Peccato che non potrò iniziare gli studi... Ma così potrò familiarizzare con la nuova università ed assistere a qualche lezione. Non sto più nella pelle!

15 minuti dopo mi trovo fuori dall'aeroporto a cercare un taxi che mi porti in uno degli appartamenti vicino all'Università.

Passa un taxi e comincio a fare segnali, facendomi sembrare una pazza appena uscita dal manicomio. Ma come si fa? Io non ho fatto mai queste cose, uffa! Non è giusto che mi guardino tutti così.

«Taxiii!» finalmente riesco a far fermare uno di questi dannatissimi autisti. Ma mentre mi avvicino un signore sulla settantina d'anni, vestito come se dovesse andare ad un matrimonio, ruba il mio trasporto.

«Scusi ma vado di fretta!» dice il vecchio brizzolato. Ma che modi? Antipatico. Gli faccio una linguaccia quando ormai è dentro l'auto.

Okay, eccono un altro, questo è MIO.

Sventolo la mano come se stessi salutando qualcuno ed ecco che anche quest'altro tassista si ferma.

«Grazie a Dio!» sbotto non appena mi siedo sul sedile posteriore.

«Cosa?» dice il ragazzo al volante divertito. Io divento di un colore rosso fuoco.

«Ehm...ehm... Niente!» riesco a dire.

«Dove vuole che la porti, signorina?»

«Per favore, mi può portare all'Universitat de Barcelona?»

«Deve specificare quale! Ce ne sono così tante.» dice rivolgendomi un sorrisetto ironico.

«Ah, scusi... È la Facultad de Bellas Artes.»

«Bene.» mette in moto il taxi e si inoltra nel traffico di una mattinata di sole del primo giorno della settimana. Io non posso fare a meno di guardare fuori dal finestrino e ammirare quella che sarà la mia casa, a bocca aperta. È tutto... Magnifico! Le case, i palazzi alti che sembrano toccare il cielo, le persone...

«Signorina siamo arrivati a destinazione.» mi informa il giovane. Cosa? Di già? Ma io voglio un altro giro turistico!

«Oh, okay grazie. Quanto le devo?» dico porgendogli un sorriso gentile.

«Niente. Le offro io questo viaggio.»

«No! Io...»

«Va bene così! Posso solo sapere il suo nome?»

«Io sono Nice! E, grazie!» sono nuovamente in fiamme. Non posso nemmeno parlare con un uomo! Scendo dall'auto gialla e mi incammino nel mio condominio. Prendo l'ascensore e digito per il terzo piano. Spero di ricordare bene! Terzo piano, porta B. Sì è così.

Dopo 1 minuto l'ascensore si ferma ed io posso uscire. Wow! Questo corridoio è veramente accogliente. Con la fretta di voler vedere la mia casa, quasi non rompo la serratura. Non sto qui nemmeno da 5 minuti e già combino guai!

Entro nell'appartamento. È molto spazioso! Meglio di come immaginavo... Ma è vuoto. Certo, abiteró sola, però almeno un divano lo potevano lasciare... Tirchi! Mi avvento in una camera da letto e con sollievo trovo un letto. Almeno questo! Butto le valigie per terra e mi ci butto sopra, esausta. Nella camera c'è una cabina armadio ed una scrivania di legno mezza rotta. Bé, meglio di niente!

Decido di aprire la valigia e prendere il foglio sul quale ci sono le lezioni programmate alle quali posso assistere. Bene! La prossima è alle 11.05. Ho mezz'ora per farmi la doccia ed andare.

Venti minuti dopo sono pulita e cambiata. Il bagno è davvero carino, e la cosa che più mi piace è la grande doccia.

Esco di casa e, a piedi, mi incammino all'Università che dista a solo 5 minuti. È tutto bellissimo! Il viale che ho preso è deliziosamente adornato di svariati fiori colorati. L'aria di maggio qui è così bella!

Quando mi trovo davanti alla maestosa università, rimango sbalordita.

«Wow!» dico e mi incammino dentro. Okay, devo andare alla lezione di storia dell'arte. Ehm... Ma dov'é l'aula? Devo chiedere informazioni.

Mi avvicino ad una segretaria che sta ordinando delle scartoffie.

«Salve, scusi... Dove si tiene la lezione di storia dell'arte delle 11.05?»

«É l'ultima stanza di questo corridoio.» mi risponde la signora elegante e con dei capelli legati a coda.

«La ringrazio.»

A passo svelto vado nella direzione indicatami. Eccola! Deve essere questa. Oddio... L'aula è già piena! Perché mi fissano tutti? Cerco di ignorarli e mi siedo ad un banco a due ancora vuoto. Tiro fuori carta e penna e comincio a scarabocchiarci qualcosa. Dopo un pó una ragazza esuberante mi distrae.

«Scusa... È occupato?» mi chiede con un sorriso smagliante. Wow! È davvero bella...

«N-no... Puoi sederti!» dico ricambiando il sorriso.

«Oddio non ci credo! Anche tu brasiliana?» mi chiede quasi gridando mentre si getta sulla sedia.

«Si...»

«Non. Ci. Credo. Ho una compaesana come compagna di banco a Barcellona! Al quanto singolare!» dice in una fragorosa risata che contagia anche me.

«Già!»

«Comunque, piacere, io sono Rafaella. Scusa se mi sono presentata come una maniaca!»

«Io sono Berenice, piacere mio.» Al sentire il mio nome rimane... Sbigottita?

SPAZIO AUTRICE.
Eccomi qui con il secondo capitolo!

Mi diverto molto a scrivere questa ff anche perché rispecchia un il mio carattere.

Spero vi piaccia e spero di aggiornare al più presto!❤

Baci❤❤

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