Noi due a mezzanotte [One Shot]

Mettiamo subito in chiaro le cose. Io non credo nel capodanno.

Beh. Un momento. Credo fermamente nel susseguirsi degli anni solari, ma sono convinta che celebrare la fine di uno di questi - o l'inizio di quello successivo - sia superfluo e insensato. Lo scattare della mezzanotte non ci renderà più belli. Né più fortunati. Né più ricchi. Oserei dire persino che l'illusione di poter cambiare vita cambiando il calendario appeso alla parete della cucina sia un'enorme delusione che attende di colpirci in piena fronte.

Perciò quest'anno ho deciso di mantenere la mia posizione di scettica e di non partecipare a nessuna festa. Okay, okay. Non partecipo a nessuna festa anche perché la mia intera vita sociale si svolge ormai a Bologna, città in cui studio da fuorisede da ormai due anni, e adesso mi trovo a casa, a Torino, ma avrei comunque potuto imbucarmi alla festa di mia sorella, al di là del corridoio, in salotto. Però ho scelto di non farlo, di non dovermi divertire per mostrare al mondo di essermi divertita. Le feste di capodanno, come i funerali, sono fatte per chi ci circonda, non per noi stessi.

Quest'anno farò ciò che piace a me. E lo farò in modo da rimanere sobria fino al pranzo da nonna domani, il quale, dal mio umile punto di vista, è molto più esaltante di una serata trascorsa a schivare ragazzi ubriachi che vomitano prima di poter raggiungere il bagno.

Mi sono circondata di candele alla vaniglia e mi sono assicurata di far sapere a Greta, mia sorella, appunto, che non voglio essere disturbata per nessuna ragione al mondo. Uscirò da questa stanza solo in caso di incendio o di altre catastrofi naturali non prevedibili. È per questo che ho deciso di coronare la serata indossando un pigiama intero da pinguino, sul quale si stanno accumulando briciole di patatine, che sono anche il mio snack post cena. Da bere ho preso una simbolica bottiglia di limonata, che sopperirà alla solitudine di cui ho scelto di circondarmi.

Ed è proprio mentre la sto sorseggiando, alle ventitré e trentaquattro circa, che la porta di camera mia si spalanca con irruenza. La bevanda mi va di traverso, ma riesco a sopravvivere all'agguato grazie a un paio di colpi di tosse ben assestati.

"Questo non è il bagno." Una voce sconosciuta osserva con pungente arguzia. Il legittimo proprietario mi guarda dalla soglia della porta mentre la sua mano è ancora ben stretta intorno alla maniglia. "Giusto?"

"Sono messa così male?" Ribatto io, girando il tappo di plastica della bottiglia per chiuderla e riporla nuovamente sul comodino.

"No, no!" Scuote la testa rapidamente. I suoi capelli castani, sistemati all'insù, oscillano leggermente, e ritrovano il loro equilibrio quando lui fa un passo indietro. "Assolutamente no. Sai dove si trova il bagno?"

"Uhm, no. I miei non me l'hanno mai voluto dire." Replico, facendo spallucce. "Eppure li ho pregati e pregati..."

Lo sconosciuto alza gli occhi al cielo, ma le sue labbra tradiscono un sorriso. "Mi diresti dov'è il bagno, per favore?" Domanda dopo essersi schiarito la gola.

"La porta in fondo al corridoio." Indico con un cenno della testa. "Beh, magari bussa prima di fare irruzione. Non sempre troverai dolci donzelle come me dietro le porte."

"Grazie per la dritta, Pinguino." Mi dice, prima di fare un cenno di saluto con la mano e fare la sua uscita dalla stanza, trascinando la porta dietro di sé.

"Mi chiamo Carlotta!" Gli faccio presente ad alta voce, così che mi senta nonostante la musica.

Lui riapre una fessura, ampia abbastanza per affacciarsi appena. "Edoardo." Replica, prima di sparire di nuovo.

Sbatto le palpebre un paio di volte, realizzando quello che è appena successo. Abbasso lo sguardo sul mio pigiama e tento di stimare velocemente il livello di imbarazzo a cui dovrei trovarmi. Lancio una veloce occhiata verso lo specchio e concludo che non me ne frega nulla, dunque decido di tornare a sorseggiare la mia bevanda e di concentrarmi sullo schermo del mio cellulare, nel quale una bionda dalle ciglia chilometriche mi sta spiegando come ottenere dei perfetti boccoli utilizzando delle cannucce.