Stargate SG1: Passato al passato, futuro al futuro

Passato al passato, futuro al futuro

Sam entrò nell'ufficio di Daniel, cercando con gli occhi l'amico. Dal debriefing l'archeologo non si era fatto vivo con nessuno dei membri dell'SG1 e Carter, in parte, lo capiva: non era stata una missione facile per nessuno. “Daniel?”

“Sam.” Carter, seguendo la voce flebile di Daniel, volse lo sguardo al pavimento, dove il ragazzo era seduto.

“Ehi Daniel.” Sam si sistemò di fianco a lui, tirando le gambe al petto. “Come sta?”

“Bene. È solo che tutto... questo – disse lui agitando distrattamente la mano-  ha riportato a galla delle cose.”

Lei lo guardò. Non era il solo. Alterare il passato, fino ad allora mera fantascienza adesso realtà. Chi di loro non aveva pensato, se non per un secondo, di cambiare la storia? Impedire la morte di una madre, di un figlio, o magari la scomparsa di una moglie.

“Sha're”

Daniel annuì, schiarendosi la gola: “Ci pensi Sam, cambiare il passato, se si riuscisse a replicare questo effetto...”

“Ma non si può Daniel.” No, nessuna possibilità. Lo Stargate non permetteva viaggi attraverso il tempo, solo attraverso la galassia, anche gli ultimi test lo avevano dimostrato. E Sam, nonostante tutto, ne era felice. Le possibilità che offriva il viaggio nel tempo erano incredibili: avrebbero potuto assistere agli eventi più importanti della loro storia, vedere come i goa'uld erano arrivati sulla Terra. I rischi però erano, naturalmente, troppo grandi: bastava un piccolo errore, una piccola parola fuori posto, a riscrivere completamente il presente. Inoltre quanti avrebbero voluto cambiare la storia? Senza pensare in grande, alle guerre, ai genocidi, agli stermini, quanti avrebbero voluto vedere i loro cari un'ultima volta? Oppure salvare loro la vita? Piccoli atti, grandi conseguenze. No, era decisamente troppo pericoloso viaggiare nel tempo, e più ci pensava più ne era convinta. Le possibilità erano enormi, ma il rischio era ancora troppo alto.

“Lo so. Ma se si potesse... potremmo alterare il nostro passato, potrei impedire che Sha're venga presa come ospite, potrei riportarla da me...”
“Daniel, non sarebbe possibile, anche volendo, replicare le condizioni che ci hanno permesso di viaggiare nel tempo... - la voce di Sam si spense, non era quello che Daniel aveva bisogno di sentire al momento – Lei non avrebbe voluto questo per te - sorrise mestamente – non possiamo cambiare il passato. Nessuno di noi può. L'unica cosa che possiamo fare è andare avanti, per quanto doloroso possa essere.”

“Non è così semplice.”

“Non ho detto che lo è, anzi è più difficile di quanto immaginiamo, ma Sha're è ancora da qualche parte, viva. Potresti incontrarla durante la prossima missione, potresti non incontrarla che tra qualche anno. Nessuno lo sa.”

Daniel appoggiò la schiena contro l'armadio e sospirò. “Cosa ci è successo, Sam? Ai noi futuri. La stanza dello Stargate era tutta coperta da teli, era abbandonata.”

“Possono succedere tante cose in quarant'anni, potrai ritrovare Sha're, potrai non ritrovarla. Forse i goa'uld verrano sconfitti, forse no. È vero, lo Stargate, l'SGC, sembrava tutto abbandonato, ma i motivi possono essere molti, magari non volevano che scoprissimo qualcosa riguardo alla tecnologia futura, o magari... - sorrise  - Francamente Daniel, preferisco pensare al futuro come qualcosa di non scritto sulla pietra. È meglio lasciare il passato al passato, e il futuro al futuro.

-

Daniel si diresse velocemente verso il tavolo dei suoi amici, sedendosi poi vicino a Jack, intento a discutere con Carter.

“Ripetilo un'altra volta Capitano, lentamente.” O'Neill si portò alla bocca il pezzo di torta e guardò Sam.

“È semplice, signore. Se tornassi indietro nel tempo e uccidessi mio nonno, lui non avrebbe potuto conoscere mia nonna e mia madre, o mio padre, non sarebbero nati.” gli occhi di Sam risplendevano sotto la luce della mensa, mettendo in risalto lo stupore che provava per l'inaspettato interesse di Jack.