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Mi chiamo giada, ho 17 anni e vengo da una famiglia benestante, diciamo... beh non mi è mai mancato nulla ma non sono una ragazzina viziata ecco; a me non piace seguire la massa e non piace ciò che piace agli altri.
Mi sono trasferita a napoli, in un quartiere abbastanza... bah non so come definirlo...

Erano i primi giorni di settembre e dovevo andare a scuola, di solito mi vesto con le prime cose che trovo nell'armadio.. tuta o cose di jeans di solito e poi mi lascio i capelli sciolti o mi faccio una coda; insomma sono una di quelle tipe che non vuole fare niente per apparire, vivo nel mio mondo e a me va bene così..

Non appena uscii di casa notai un po' di scompiglio tra i ragazzi che erano sempre lì davanti....
Non capivo il motivo. I miei mi dicevano di stare alla larga da quella gente perché non era bella anzi erano mafiosi e a breve secondo loro ci avrebbero creato problemi..
"Quindi è oggi?"
"Si fra, proprio oggi"
"Cazzo allora dobbiamo organizzare qualcosa"
"Si cazzo si.."
ma di cosa parlavano? Bah

Andai a scuola e mi trovai come compagna di banco una ragazza di nome chiara con cui feci subito amicizia, quando per parlare un po' le dissi il quartiere dove abitavo lei sgranó gli occhi ed io non capivo il motivo.
"Dai giada... non ti sei guardata intorno?"
"Si, e allora?"
"E allora... tutti quelli che ci vengono ad abitare vanno subito via... per colpa di quei ragazzi che circolano li..."
"Ah..."
"A te hanno dato fastidio?"
"Mh no, è come se nemmeno mi vedessero"
"Beh probabilmente perché sembri piccolina o perché ancora non gli serve qualcosa ma fidati ti daranno problemi molto presto, evita di ronzargli attorno"
Secondo me la gente la faceva più grossa di quanto era, erano dei ragazzini a cui piaceva fare un po' di casino... niente di più secondo me... niente di più.

Mentre stavo tornando a casa molto tranquillamente mi ferma uno di quei ragazzi; mi pare si chiamasse Manuel:
Mi salii subito il nodo alla gola ma non mi feci vedere per niente intimorita.
"Hei tu."
"Ciao.."
"Vieni con me."
Non esitai nemmeno un secondo e lo seguii
Mi portó in una casa proprio difronte alla mia, solo che questa era buia e cupa... era come se non ci abitasse nessuno.
In un secondo ci trovai i soliti ragazzi che erano in piazzetta, difronte a me. Li iniziai ad avere una paura pazzesca.
"Allora adesso ascoltaci bene."
"Si..."
"Sta tornando il capo e vogliamo fare qualcosa fatto bene. Perciò hai tempo fino alle 21:30"
"Per fare cosa?"
"Festa di benvenuto."
"Ah..."
"Guarda che non te lo stiamo chiedendo, devi farlo e basta."
"Lo so lo so ma.."
"Ma cosa?"
"Punto uno sto morendo di fame e mia mamma mi aspetta per il pranzo, punto due mi serve qualcuno che mi accompagni a comprare un po' di roba per far sì che diventi una festa.."
"Okay. Quando hai finito di mangiare scendi, Simone starà con te tutto il tempo. Ti aiuterà."
"Ok. A dopo"
Sentivo che stava per succedere qualcosa di brutto, e poi chi è questo capo? Sarà la causa dei miei problemi scommetto...
non lo so...sono preoccupatissima..

Dopo pranzo scesi giù e ci trovai Simone, ci mettemmo in macchina e iniziamo a fare i giri dei negozi.
La casa piano piano divenne qualcosa di carino e decente, quasi adatti a una festicciola.
"Tra poco arriva il dj"
"Beh? Vi piace?"
"Si. Si."
"Beh si vede che ti sei impegnata dai"
"Grazie. Adesso vado.."
"Ahahahah no."
"Cosa?"
Ecco lo sapevo, ora avevo in mente gli scenari peggiori.
"Devi aspettare con noi che torni LDA"
"Ah okay..."
Speravo non si facesse tardi...

Ecco che arriva questo ragazzo, che sembrava tutt'altro che il capo... aveva degli occhi magnetici..
20 anni, un fisico normalissimo e insomma.. non faceva molta paura preso da solo.
I ragazzi lo salutarono calorosamente, io invece ero con la faccia sui libri.
"Che figata questo posto.." sentii solo questo da parte sua.
Parlarono per un bel po' i ragazzi.. fino a quando quasi non mi addormentai studiando matematica e il "capo" si accorse di me.
"Chi è quella? Non mi dite che uno di voi si è fidanzato"
"Cosa? Nono hahahahah è nuova"
"Cioè?"
"Si è appena trasferita"
"Carne fresca!"
Quella frase mi fece rabbrividire.
lui venne verso di me, prese posto e si schiarì la voce
"Ciao"
"Ciao a te"
"Io sono LDA, tu chi sei?"
"Sono giada"
"Giada... quanti anni hai?"
"17.."
"Mhh piccolina eh"
"Gia..."
"Hai fatto tu tutto questo?"
"Si..."
"Brava brava, mi piace molto sai?!"
"Grazie..."
"Da quanto è che sei qui? Disse per poi guardare i libri.
"Dalle 14:00 circa.."
"Ah..."
Guardó quasi spiazzato gli atri..
"Se hai da fare puoi andare eh"
"Cosa??!"
"Ma che dici??"
Tutti i suoi amici erano in disaccordo..
"Ha solo 17 anni, e va ancora a scuola.. la prossima volta se volete sfruttare qualcuno almeno che sia maggiorenne.."
rispose LDA alzando gli occhi al cielo.
Salutai e me ne andai.
Il capo mi diede un piccolo abbraccio e mi fece strano.

Il mattino dopo tornai da scuola, ero contenta perché avevo preso 9 all'interrogazione ma il mio sorriso svanì presto..
Viddi che fuori pioveva a dirotto e mi ricordai che i miei sarebbero stati fino a sera fuori per lavoro..
che palle...
chiesi "aiuto" a chiara ma lei non poteva fare niente..
Accettai il mio triste destino e gli andai incontro.

Come se lo avessi fatto🖤 LDAWhere stories live. Discover now