58. 1979 (Parte I)

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James ridacchiò, ripensando a quanto avesse temuto un pugno dritto sul naso da Christofer Evans quando, la sera di Natale, Lily aveva comunicato loro la scelta di andare a vivere insieme. Sorprendendolo, Christofer aveva semplicemente stirato un piccolo sorriso, allungando una mano e afferrando quella di Lily.

"Mi fa stare più tranquillo", aveva detto, voltandosi poi verso James con uno sguardo serio ma addolcito, "sapere che hai sempre qualcuno al tuo fianco che ti proteggerebbe a ogni costo."

Marigold si era affermata entusiasma, aveva preteso di vedere la casa nell'immediato e di poterli aiutare, e James quasi si emozionava al ricordo di tutti i loro genitori in salotto, a ridere e scherzare insieme mentre -con magia e senza- aiutavano a spostare mobili o togliere la polvere.

"Dormi in piedi?"

James si voltò verso la porta della cucina, dove Lily lo osservava sorridente, le braccia incrociate sotto al seno e la spalla contro lo stipite. Aveva ancora i segni del cuscino sul volto, il pigiama stropicciato e i capelli disordinati quasi quanto i suoi, ma James non riusciva a immaginare nulla di più bello di lei.

"Non hai il turno del pomeriggio?" Le rispose lui, posando la tazza vuota nel lavandino e avvicinandosi.

"Vorrei dirti qualcosa di dolce come volevo salutarti o volevo vederti prima del lavoro, ma sarò brutalmente onesta: mi stava scoppiando la vescica"

James scoppiò a ridere, scuotendo la testa e raggiungendola con una falcata. Le posò le mani sui fianchi, si chinò in avanti e, finalmente, la baciò.

"Mmm" mugugnò, ancora fermo sulle sue labbra, "ringraziamo la tua vescica incontinente per una volta"

Lily ridacchiò, prima di stringergli le braccia al collo e approfondire il bacio.

Forse forse, un giorno, James avrebbe imparato ad apprezzare il suono della sveglia un po' di più.

-

Quando Marlene giunse all'indirizzo giusto, Sirius la stava già aspettando.

Poggiato contro una colonna, una gamba piegata e l'altra stesa a sostenerlo, teneva tra le dita una sigaretta babbana, l'altra mano nascosta nella tasca del mantello invernale, sicuramente a tenere la bacchetta pronta.

Marlene si avvicinò velocemente, osservando incuriosita il palazzo alle spalle del ragazzo. Era una costruzione piuttosto recente per gli standard della zona, in una traversa poco distante dalla via principale di Diagon Alley. Illuminata da altissimi lampioni scuri, sembrava piuttosto curata, nonostante il bruttissimo periodo che la zona stava vivendo, tra la paura della guerra e le voci di falsi -o meno- attacchi vicino.

"Cosa abbiamo fatto l'ultimo giorno ad Hogwarts?" Esordì il ragazzo, senza neanche guardarla.

Marlene sorrise, alzando gli occhi al cielo.

"Da quando in qua fumi, Black?"

Sirius la guardò con la coda dell'occhio, trattenendo una risatina.

"Non hai risposto, Mc"

"Abbiamo ballato. E mangiato cioccolatini, come..."

"...una vecchia coppietta sposata" concluse lui per lei.

Marlene, finalmente, percorse gli ultimi passi che la dividevano dal ragazzo. Allungò una mano e, senza fiatare, gli prese la sigaretta, facendola sparire con un veloce colpo di bacchetta.

"Ti fa male" lo sgridò.

Sirius le fece il verso, prima di chinarsi e stamparle un casto bacio sulle labbra. Le posò una mano sulla parte bassa della schiena, spingendola delicatamente verso il portone alle sue spalle, non mancando di osservare la strada, tanto per esser sicuri di non esser seguiti e osservati.

Hurts Like Hell | JilyWhere stories live. Discover now