Shape

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Si dice che una volta che si cade nel buco nero dei disturbi alimentari è molto difficile poi tirarsene fuori. O meglio, anche quando riesci a farlo, ti porti sempre dentro di te i segni di  quello che hai passato, come cicatrici che sopravvivono intatte nella mente e nel corpo, a ricordarti incessantemente che quello che è successo potrebbe riaccadere di nuovo, in un eterno déjà vu.

Quel senso di inadeguatezza col tempo si attenua, ma non scompare mai del tutto. C'è sempre un momento in cui la cicatrice si riapre, la ferita ricomincia a sanguinare e riemergono i pensieri negativi, le paranoie, le ossessioni, le lotte contro un nemico non identificabile, in cui non c'è realmente qualcuno che vinca o che perda.

Ciò che continui a perdere è il senso di te. Non riesci a darti una definizione, una forma, non riesci ad attribuirti emozioni, sentimenti, volontà. Tutto è spento e niente sembra avere una vita propria.

 L'unica cosa che puoi fare è osservarti mentre continui a precipitare in un burrone oscuro, sperando di trovare alla fine di questo una via d'uscita o forse un nuovo patimento.

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