𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐼 - 𝐼𝑛 𝑛𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑖 𝐷𝑖𝑜

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«Dovremmo scegliere qualcuno che ancora loro non conoscono

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«Dovremmo scegliere qualcuno che ancora loro non conoscono. Sarà difficile trasformare una degli angeli più puri in un angelo peccatore. Non penso che sia giusto» Asha, il guardiano del cancello sud del paradiso si era pronunciato. Guardando davanti a se la maestosità del grande arcangelo Alaster. Si erano avviati a te palazzo per continuare una conversazione che pochi potevano conoscere.

Il padrone dei cieli echeggiava maestoso, all'interno del palazzo principale con il nome di Ereld, ad ali dorate spiegate. Era la tenuta dei dodici angeli dormienti, luogo in cui egli proclamava i suoi mandati e le sue vittorie. Luogo in cui nessun demone mai aveva messo piede, perché solo un angelo poteva fare giungere tale invito.

Si riteneva da tempo il protettore della terra e del cielo, ma la verità era ben diversa. Qualcuno già lo sapeva, altri ammansiti dalla sua imponenza, sottostavano alla sua volontà e alla sua forza di spirito, lasciando che le cose defluissero semplicemente come era giusto che fosse, lontano da ogni dubbio o incertezza.

«Signore, rischiamo di macchiarci di un crimine per la quale non c'è rimedio alcuno.»
Uriel, l'angelo che tutto vedeva, che tutto capiva, l'onniscienza in persona rimase lì, a guardarlo con profondo rammarico.

Non potevano macchiarsi di quel peccato.

Uriel, avrebbe voluto in quel momento, avere il potere di convincere le menti, anche quelle più nere, facendo desistere anche il primordiale.

Era a conoscenza già dell'esito delle decisioni del suo signore.

Avrebbe mandato la più pura nel mondo infernale e l'avrebbe costretta ad essere schiava di un demone.

Conosceva il nome della prescelta da giorni.

Uriel però aveva un vincolo sacro da rispettare.

La conoscenza dell' universo doveva essere custodita, mai divulgata.

Cambiare il corso della storia avrebbe procurato squarci nella realtà e avrebbe distrutto la mente dell'angelo stesso se qualcosa gli fosse sfuggito dalla bocca.

Conosceva già il nome dell'angelo predestinato e conosceva anche il suo destino. Nulla era parso più nero di quella profezia.

Non sarebbe stato facile.

«E' il dovere degli angeli debellare ogni sorta di minaccia. Sono giorni che giungono notizie che l'inferno è in subbuglio, dobbiamo solo accertarci che non ci siano segnali di un imminente attacco.
Sappiamo che hanno un nuovo capo, il figlio del re degli inferi,il primo caduto, il demone puro Tristan.

Il comandante dell'ORDA ROSSA.

Affronteremo anche questa minaccia a testa alta,angeli di Dio» disse infine Alaster congedando le più alte cariche con un grido solenne che prometteva la vittoria.

Uriel rimase a guardarlo, spinto dall'irrefrenabile desiderio di non sentire parola alcuna e di assecondare quella stupida richiesta. Sapeva che c'era altro.
«Fratello, portare l'angelo a compiere un atto così impuro, per farla capitolare all'inferno, è uno degli atti più crudeli che tu potessi escogitare. Da angelo prego che questo non porti irreparabilmente alla rovina del paradiso.»
Si alzò in volo lasciando un Alaster furioso e senza parole.

THE NEW HEAVENWhere stories live. Discover now