XXXIV - Non mischiare il cioccolato con il pistacchio

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La mora inclinò la testa e intravide una piccola lacrima scappare dalle iridi verdi di Beth.

«In effetti hai aspettato un bel po' prima di venirmi a parlare» le fece presente con un po' di risentimento nella voce.

«Ti giuro che sarei venuta da te direttamente il giorno dopo, ma ho pensato che volessi stare un po' da sola, senza nessun intorno» tirò sù con il naso per non scoppiare a piangere, essendosi ripromessa di trattenersi il più possibile «Poi i giorni sono diventati settimane, e le settimane mesi interi, ed io mi sentivo sempre più in colpa non riuscendo neanche a immaginare cosa ti avrei detto nell'eventualità di trovarti difronte causalmente per strada»

«Fino ad arrivare ad oggi...» concluse Aria, volendo sapere cosa l'avesse spinta finalmente a farsi avanti.

«Fino ad arrivare ad oggi» ripeté anche lei «Non mi sono mai trovata in una situazione come questa e a dir la verità mi sento ancora più in colpa ad essere qui in un momento del genere. Non voglio che pensi che sia un'egoista che pensa solo a sé stessa e che si rifà viva unicamente nel momento del bisogno... forse ho sbagliato a venire qui...» si alzò di scatto dal divano come se si fosse appena ustionata «Sto sbagliando tutto! Sbaglio sempre tutto...» si passò una mano sotto agli occhi e si asciugò le poche lacrime che avevano cominciato a bagnarle le guance.

«Beth aspetta» la richiamò invano, si era già avviata verso la porta, pronta ad andarsene via «Elisabeth!»

Al solo sentire il suo nome pronunciato per intero - cosa che non succedeva praticamente mai - rabbrividì e si ghiacciò sul posto, incapace di fare anche un solo passo in più.

«Vieni qua» le indicò il punto esatto del divano da cui si era alzata poco prima e le fece segno di raggiungerla immediatamente «Ora tu mi spieghi cos'è successo»

La bionda si guardò un po' intorno pur di non incrociare le pupille scure della sua migliore amica per paura di non uscirne viva.

«Beth» Aria le sventolò una mano avanti al viso accorgendosi della sua espressione assente e la smosse leggermente dalle spalle come per farla riprendere da quell'improvviso stato di trance «Mi stai facendo preoccupare...»

«Aria io... cioè tu...» provò a dire, ma ottenne come risultato soltanto frasi balbettate a metà.

La mora si massaggiò le tempie e si trattenne dall'urlarle contro, era già stremata dall'estenuate giornata di lavoro che aveva dovuto affrontare, l'unica cosa che le mancava per concludere in bellezza quella serata non era di certo cercare di tirarle fuori parola dopo parola.

«Ti giuro Beth che se non fossi tu ti avrei già tirato una ciabatta in fronte» indicò con un cenno della testa le sue infradito tempestate di piccoli diamanti e gemme «Forza sputa il rospo!» al solo pensiero di quegli animali viscidi e bavosi la sua espressione passò da una persona che stava per avere un mezzo esaurimento nervoso ad una smorfia di disgusto «Anzi no, non farlo... odio i rospi, sono così viscidi» rabbrividì al solo ricordo di quella volta che da bambina mentre era distesa sul vecchio molo si ritrovò un ranocchio accanto.

Fu proprio in quell'esatto momento, alla tenera età di otto anni, che si rese conto che le favole della Disney fossero tutt'altro che veritiere, insomma chi è che bacia un viscido e schifoso ranocchio ed ha la fortuna di diventare una principessa?

Beth ridacchiò e dopo essersi calmata un po', decise finalmente di sfogarsi con lei.

«Ho paura che tu mi possa odiare per sempre...» ammise con un groppo in gola e con il terrore che avanzava pian piano al solo pensiero che quell'incubo potesse diventare realtà. Non avrebbe mai potuto sopportarlo.

AriaWhere stories live. Discover now