Pensieri e paranoie

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La lezione di Aritmetica era noiosa, i minuti sembravano anni e i secondi ore, la professoressa stava spiegando qualcosa sulla parabola e l'intersezione della retta ma Diana non ascoltava e stava con la testa tra le nuvole e il viso appoggiato su una mano, di tanto in tanto sospirando. Non riusciva a smettere di pensare a quel ragazzo tanto gentile che il giorno prima l'aveva aiutata.
Ripensò ai suoi amici che se ne erano andati senza dire niente, "non ti trovavamo e ce ne siamo andati, abbiamo provato a chiamare ma la musica era troppo alta e probabilmente non hai sentito la suoneria" si erano giustificati.
"Sarà stato il destino a farmi incontrare un ragazzo dolce e carino come Marco, mi ricordo persino il suo numero, l'ho letto così tante volte e l'avrei voluto chiamare sta mattina per ringraziarlo di nuovo... è così coraggioso..." Pensò la ragazza sorridendo inconsciamente come un ebete. "Vedo che si sta divertendo invece di ascoltare la lezione signorina Remelli, perché non ci racconta cosa la diverte così ridiamo un po' anche noi?" Sbraitò la professoressa arrabbiata accorgendosi della disattenzione di Diana.
La ragazza sobbalzò presa alla sprovvista: "coos-cosa mi sta divertendo? No no ero attenta stavo ascoltando"

-"allora sarà felice di spiegare a tutti la formula del vertice che stiamo vedendo"

-"ma- ma che ne so io scusi?!"

-"vai fuori!"

Così la ragazza dovette stare fuori dalla classe in piedi per tutta l'ora, ma non era la prima volta che veniva cacciata fuori dall'aula.
Qualche ora dopo quando fu ricreazione Diana decise di consultarsi con gli amici (gli stessi che erano con lei in discoteca e che proprio lì gli aveva persi di vista):
"Ho conosciuto un ragazzo carino...in discoteca...cioè no a dire il vero era fuori..." Disse e senza accorgersene tornò a sorridere. "Oh beh tu ne hai conosciuto uno? Io una volta ho conosciuto ben 5 fighe e tutte in una serata...sembravano uscite da Hollywood per quanto erano belle, una di loro sembrava Nicki Minaj" disse Enea. "Ah sì? E con quante di loro ti vedi adesso caro il mio Don Giovanni?" Lo stuzzicò Anna poggiandoli una mano sulla spalla e sorridendo. "Beh... neanche una..." Sbuffò lui mentre Diana e Anna scoppiarono a ridere. "Stavo dicendo, ho conosciuto sto ragazzo che si è comportato in modo molto gentile con me ma non so' se chiamarlo dopo...vorrei ma ho paura di disturbarlo!" Concluse Groviglio spostandosi una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio. "Posso aiutarti io, fidati non te ne pentirai, non devi farti così tanti problemi. Se vuoi che lui stia a suo agio con te, tu in primis dovrai stare disinvolta. Scrivigli, scrivigli, scrivigli!" Esclamò Anna, poi Diana prese il telefono dalla tasca tenendolo tra le mani tremolanti, sudava freddo come se fosse a un esame di vitale importanza, sbagliava anche a cliccare i tasti per l'ansia. "Oh quante pippe, da' qua!" Disse Anna prendendole di mano il telefono e digitò sul contatto WhatsApp di Marco: "Ciao bellissimo, ti andrebbe una telefonata stasera?" Con l'emoji del bacio e inviò. "No! Cos'hai fatto scema! Sembro una pervertita" Urlò Diana riprendendosi il telefono. "È online! Ha visualizzato! Come hai potuto farmi questo?! Ti odio, ti odio!" Gridò la ragazza. "Ehm mi sento a disagio..." Disse Enea timidamente. "Datti una calmata, io almeno qualcosa l'ho fatto, non hai mai coraggio di fare nulla, a momenti non hai coraggio nemmeno di andare a fare un giro da sola!" Gridò Anna offesa. "Cosa!? Questo non dovevi dirlo, lo sai che mi vergogno da sola!" Rispose Diana in collera ma poi vide accidentalmente che Marco aveva risposto:"ma certo, perché no?" E avvampò come un peperone. Diana si dimenticò completamente della rabbia e abbracciò l'amica ringraziandola per l'aiuto, dopo la campanella suonò e tornarono a lezione.

Storia di un finto amoreWhere stories live. Discover now