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48 ore prima

Il cuore pulsa nelle tempie, come un martello pneumatico, e non vuole saperne di calmarsi... ora mi viene un infarto!

Sono sudato fradicio, la maglia aderisce al mio petto e le gambe sono tese e hanno piccoli spasmi muscolari.

Due piccole braccia mi scuotono cercando di riportarmi alla realtà, la paura che il sogno fosse reale è viva dentro di me.

Sam apri gli occhi, mi ripeto mentalmente cercando il controllo dentro di me, controllo che vacillo a trovare se lei non è al mio fianco.

Spalanco gli occhi e i suoi sono su di me, grandi e preoccupati, mi cerca scavando nel blu-verde perso e vuoto, dopo qualche momento mi trova e mi appiglio a lei, riportandomi alla realtà.

«Non vado da nessuna parte, senza di te. Promesso» mi dice sorridendo timida e rassicurandomi.

Ansimo vistosamente, osservo il suo viso ovale, le sue labbra carnose e morbide, ritrovando la calma e il respiro regolare.

Quanto è bella la mattina, con i capelli scompigliati e quegli occhi profondi e strani che mi fissano e mi attirano.

Era tanto che non avevo un incubo, ma la protagonista questa volta era cambiata e questo fatto mi destabilizza e non poco, più di quanto non sia disposto ad ammettere.

Questa mattina accompagno lei e la sua famiglia al porto, non vedo l'ora di tornare alla mia quotidianità fatta solo di noi, ci aspettano ancora pochi giorni prima che lei debba tornare alla sua vita a Londra e non so assolutamente cosa ne sarà di noi, so solo che non la mollerò per nessuna ragione, sono disposto a lottare per lei come non ho mai fatto in vita mia, penso sorridendo avviandomi per la strada di ritorno.

Quest'isola, che mi ha accolto a braccia aperte come un figlio ogni estate della mia vita, spazzava via il grigio di Londra dal mio cuore, facendomi sentire parte di qualcosa, era ed è il porto sicuro dove tornare ogni volta che qualcosa va male. Stare nella casa dei miei nonni, è un modo per sentirli più vicini a me, nonostante non ci siano più, per sentirmi davvero parte di qualcosa. È l'unico legame che sento veramente con la famiglia di mia madre Laura, madre... non la definirei nemmeno tale.

Lei non era proprio il tipo di persona adatto ad avere dei figli e infatti non ne ha avuti altri dopo di me, mio padre invece... non aveva bisogno del sottoscritto e basta, me l'ha fatto capire chiaramente.

Basta! Mi incalza la mia coscienza.

Stasera voglio fare una sorpresa a Viola e preparare una cena speciale, penso dirigendomi a casa con la testa piena di pensieri.

L'appartamento appare così vuoto senza di lei, le pareti sembrano gridarmi che c'è qualcosa fuori posto senza la sua risata a riempirle, mi appoggio al top della cucina e chiudo gli occhi.

È notte fonda, tocco il letto e lo trovo vuoto, apro gli occhi e intravedo la luce accesa in cucina.

Assonnato mi alzo e vado a controllare.

Viola di spalle, indossa solo una mia t-shirt nera, che le arriva sotto il sedere, appoggiata al piano.

«Che fai?» chiedo curioso.

Lei si volta, occhi terrorizzati, un cucchiaio in bocca e in mano un barattolo di Nutella.

«Cazzo» dice terrorizzata con la bocca piena.

Scoppio a ridere davanti a quella scena.

«Ti ho beccata eh?» la incalzo ridendo e avvicinandomi a lei.

Se Solo TuWhere stories live. Discover now