<<Si>> risponde semplicemente, come se non sapesse che dire.
Beh nemmeno io in realtà, ho pensato a tanto su come mi sarei comportato quando l'avrei rivista ma ora ho come un vuoto.
Puff, niente.

Questa volta a spezzare il silenzio ci pensano i suoi starnuti, così decido di intervenire.

<<È meglio se ti cambi, sai già dov'è la camera di Diana. Prendi qualcosa di suo e mettiti sotto le coperte>> ordino e mi avvicino toccandole fronte, <<Cazzo scotti, appena ti cambi chiamami che vengo a misurarti la febbre>> aggiungo.

Annuisce senza rispondere e si avvia verso la camera di mia sorella eseguendo i miei ordini, mentre io vado alla ricerca del termometro.

*****

<<Cazzo è alta a trentanove gradi>> impreco guardandola truce, <<Non saresti dovuta uscire con questo tempo, tantomeno vestita con due stracci che ti coprono a malapena>>.

<<Me l'hai ripetuto mille volte>> sbuffa come una bambina.

<<E lo farò altre mille volte>> ribatto portando il panno bagnato sopra la fronte.
Da piccolo avevo spesso la febbre e mia madre per abbassarmela faceva questo, spero solo che funzioni ancora.

Non aggiunge altro lasciando che mi prenda cura di lei,  mentre i suoi occhi seguono i miei movimenti , ma la sua mente è altrove.

<<Non credi che dovremmo parlare?>> domanda d'improvviso.

Parlare?Ora? Di già? No, non sono pronto.

<<No, ne riparliamo domani>> taglio corto.

<<Io invece voglio parlarne oggi>> ribatte prontamente.

<<E io ho detto no>>.

<<Io parlo comunque>> scrolla lentamente le spalle e fa una smorfia per il dolore.
Ben ti sta.

<<Fai pure, io me ne vado>> affermo alzandomi in piedi.

<<Ti prego>> mi ferma guardandomi con gli occhi lucidi, <<Permettimi di riparare i miei danni>> aggiunge per poi starnutire di nuovo.

Sospiro frustrato passandomi una mano fra i capelli, ma alla fine accetto e ritorno a sedermi al suo fianco.

<<Parla>> la sprono impaziente.

Si mette a sedere con il mio aiuto e prima di parlare prende un respiro profondo.

<<Non so nemmeno da dove cominciare, mi sento così in colpa da non riuscire a spiegare a parole quello che provo. Mi dispiace per tutto, per non essermi impegnata al massimo nel cercare di trovarti dopo che ti sei trasferito a Portland, per non averti detto niente quando ti ho rivisto e per avertelo nascosto anche quando abbiamo cominciato a frequentarci. Credimi mi odio per questo e ti giuro che sono pentita, sono davvero pentita>> sospira e mi afferra una mano, <<Ma ti prego di metterti nei miei panni almeno per una volta, prova a metterti nei panni di una ragazzina di quindici anni rimasta incinta dopo la sua prima volta, da uno che conosceva solo di vista e che aveva la reputazione da puttaniere. Avevo paura e sapevo che non l'avresti accettata, perciò ho pensato che infondo non era una tragedia il tuo trasferimento, ma poi>> si ferma prendendo un'altro respiro profondo, <<Ma poi sei tornato, quattro mesi fa, e io ho avuto di nuovo quella paura. La paura di vedere mia figlia distrutta per l'abbandono del padre. Non ti conoscevo e pensavo fossi ancora il cazzone di una volta, perciò ho agito da egoista e beh, eccoci qui>> conclude.

In un primo momento rimango zitto a pensare a quello che ha detto, provando a mettermi nei suoi panni, ma come sempre la parte egoista di me prende il sopravvento.

<<Hai comunque fatto una cosa orribile, mi dispiace ma non riesco a perdonarti>> rispondo bruscamente e lascio la sua mano.

<<Non ti chiedo di perdonarmi adesso, o domani o tra una settimana. Voglio solo che tu provi a comprendermi, ti chiedo solo questo. Se non ci riesci, va bene, infondo me lo merito>> sussura la frase finale come se stesse parlando con se stessa e non con me.

Distolgo lo sguardo sapendo che un contatto visivo mi farebbe perdere il controllo e mi alzo in piedi.

<<Ci penso, ora però è tardi. Vado a dormire>> mi affretto a dire pronto a svignarmela.

<<No, ti prego resta a dormire qui>> mi afferra di nuovo la mano facendomi rabbrividire.

<<Resta con me>> sussurra guardandomi dritto negli occhi e io come un coglione annuisco incapace di dirle "no".

Bene, ci mancava solo che prendessi ordini da lei.

L'aiuto a stendersi di nuovo e le passo un bicchiere d'acqua, mentre io mi faccio spazio vicino a lei.
Posa il bicchiere sul comodino e si gira verso la mia parte.

<<Posso abbracciarti? Ho freddo>> chiede e io ovviamente accetto.

E così ci addormentiamo abbracciati.

******

Angolo autrice:

Finalmente un passo avanti tra di loro, speriamo che Dylan non faccia troppo lo stronzo e la perdoni 🙄.

A presto<3.

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