XXVIII - Ventidue passi

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«Non ho intenzione di ucciderti se è questo che ti preoccupa»

«Dovrei ridere?»

«Ti prego Aria...» ritornò ad essere serio «Poi non mi rivedrai per i prossimi cento anni»

La mora afferrò al volo il cappotto che aveva tolto in fretta e furia una volta entrata in casa e se lo rimise sulle spalle, per poi soffermarsi su Lisa e Paul che avevano assistito a tutta la conversazione in disparte «Con voi continuo domani...»

Si allontanò con passo spedito verso le assi in legno traballanti del vecchio molo ed aspettò che Nicholas la raggiungesse.

Puntò gli occhi aldilà del fiume e solo dopo che il fratello sospirò pesantemente per attirare la sua attenzione distolse lo sguardo da un preciso cespuglio che le risultava più familiare rispetto agli altri.

«Queste sono le quote della Lawrence Company che ti spettano di diritto» estrasse una cartellina nera da una tasca interna del lungo cappotto che portava quella sera e la allungò nella direzione della sorella in piedi davanti a sé.

Le pupille di Aria saettarono dal fratello ai fogli che stringeva tra le mani e senza proferire parola li afferrò, lesse velocemente le prime righe, per poi richiudere il tutto ed incamminarsi nuovamente verso casa.

«E ora mantiene la promessa» gli urlò, rimanendo tuttavia di spalle «Non farti vedere per i prossimi cento anni»

Nicholas dapprima annuì, nonostante sapesse che la sorella non potesse vederlo, e poi come se si fosse appena risvegliato, si mosse velocemente fino a ritrovarsi a pochi passi da lei.

«I primi tempi senza di te sono stati duri, non avevo più la mia complice in tutto, la mia spalla, mia sorella. Ogni notte mi venivano in mente le ultime parole che mi rivolgesti prima di salire su quel maledetto treno...»


«Io non ti voglio più rivedere»

«Aria ti prego» Nicholas la afferrò per un braccio ma l'allora Aria ragazzina si liberò da quella presa in pochi secondi e si ritrovò faccia a faccia con quel verme che le aveva rovinato la vita, dandola in pasto al lupo.

In quegli occhi azzurri, dove fino a pochi istanti prima ci aveva visto un indissolubile amore fraterno, ci vide un mondo intero sgretolarsi. E non perché la vita di Nicholas si stesse sgretolando ma perché ci vedeva se stessa dentro mentre cadeva a pezzi.

Il rumore assordante del treno cominciò a farsi sempre più vicino, fino a quando non furono immersi in una nuvola di fumo grigio.

Corse via da quel posto, convinta che fosse l'ultima volta che ci avrebbe messo piede. L'ultima volta che avrebbe rivisto gli occhi azzurri di Nicholas.

Lui non fece nulla, non provò a fermarla, non aprì bocca, non allungò una mano per stringere quella della sorella e sussurrarle ad un orecchio che gli dispiaceva per tutto il male che le aveva causato. Non le supplicò di restare a Saint Breath con lui, con la sua famiglia e con i suoi amici. La lasciò andare via, rimanendo lì impalato a guardarla mentre si allontanava ogni passo sempre di più.

Li contò tutti, centoventidue passi. Dal punto esatto del molo in cui si trovava fino all'ultimo gradino del treno.

Di passi poi Aria ne aveva fatti tanti altri, peccato che Nicholas non li potesse più contare perché quei centoventidue passi si trasformarono in migliaia di chilometri.

«Sai, sono centoventidue passi da qui al treno...» Nicholas diede voce ai suoi pensieri «Li ho contati quando sei partita»

Aria, che già precedentemente si era fermata nel sentire la voce di Nicholas, tornò a voltarsi nella sua direzione, rimanendo in silenzio ed aspettando che continuasse a parlare.

AriaWhere stories live. Discover now