L'altro pezzo del puzzle

L'inizio (della fine?)

Ad A, grazie per avermi fatto
conoscere mille altri mondi.

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Kita fin da bambino amava le storie d'amore.

Quelle che gli raccontava sua nonna da piccolo prima di andare a dormire.

Quelle dove il principe andava a salvare l'amata.

Quelle dove il finale "felici e contenti" era onnipresente.

Quindi, anche da ragazzino non aveva mai avuto fretta per trovare una fidanzatina, anzi.
Tanto l'anima gemella arriverà a tutti prima o poi, no?

Quindi, non aveva avuto problemi ad accettare il coming out di molti suoi amici.
Tanto l'amore è sempre amore in tutte le sue forme, no?

Quindi, quando aveva capito che l'amore non era una cosa così semplice, l'aveva comunque accettato.
Tanto l'amore vince sempre, no?

Quindi, quando si era ritrovato in quel tavolo alle 9 di sera, nel ristorante del suo ex compagno di liceo, Osamu Miya, con davanti il suo gemello, Atsumu Miya, che non vedeva oramai da ben 5 anni, sperava che gli avrebbe rivelato una bellissima relazione.
Tanto, un bel ragazzo come il biondino, era difficile che non avesse già qualcuno con cui avere una storia d'amore , no?

Ma a quanto pare, si sbagliava di grosso.

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Una sera, mentre tornava da lavoro, il famoso Atsumu Miya gli aveva scritto chiedendogli di rivedersi. E lui ovviamente, aveva accettato.

Non si vedevano dall'ultimo anno del liceo del biondo, quando era andato a vederli in una partita al torneo primaverile.

Comunque, Kita era ben informato sulla vita di Atsumu.
Era diventato un fortissimo setter che giocava nei MSBY e girava pure la voce che sarebbe entrato nella squadra olimpica.

Alla fine, non era difficile sapere qualcosa sul suo ex compagno di scuola.

Ma tra la vita frenetica di tutte e due (soprattutto di Miya) non si erano più visti.

Cosa poteva succedere in una serata tranquillissima con un suo vecchio amico? Nulla, ovviamente.

E alla fine non si sbagliava. Ma non si sarebbe mai aspettato di vedere un Atsumu Miya completamente diverso.
Quel suo ego smisurato non era minimamente cambiato (forse un pó diminuito) ((ma proprio forse)) ma era più maturo e, fortunatamente, più ragionevole.

Si erano ritrovati a raccontarsi del più e del meno delle cose successe negli ultimi anni.
I loro lavori, la famiglia, l'università che aveva intrapreso Shinsuke (che poi, aveva pure lasciato), i loro vecchi amici e anche del perché il biondo avesse cambiato colore della tinta (e Shinsuke fece pure un sorriso di sollievo a vedere quei capelli di una tonalità diversa) ((ma non gliel'avrebbe mai detto, ovviamente)) (((ma quel giallo piscio del liceo era proprio inguardabile))).

"E dimmi un po' Kita-san, come va con Aran?" chiese, infine, Atsumu con un sorriso beffardo sul volto.

Si era aspettato che gli venisse posta quella domanda prima o poi. Soprattutto da uno come lui che si era comportato anche troppo seriamente nelle ultime ore.

E si, per chi non lo avesse compreso, Kita e Aran stavano insieme da ormai 3 anni. Ma questa è un'altra storia.

E Atsumu era stato l'ultimo a saperlo (o a scoprirlo) ((dipende dai punti di vista)) e non aveva rivolto parola ai suoi ex compagni di squadra per minimo un mese.