2 LA MODELLA

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Ciao, eccoci qui, la nostra Ve continua ad avere questa sua crisi esistenziale e continua ad affrontare, un pezzo alla volta, le fasi della sua vita e chiede a te di accompagnarla, vuole capire se qualcuno possa darle una spiegazione, se una persona fuori dalla sua vita, possa essere in grado di illuminarla.

Oggi, ti accompagna, in quello che è stato un capitolo molto tormentato, quello che ha segnato ogni passo, più di qualsiasi cosa al mondo e che le darà modo di credere che la sua vita sia segnata in partenza.

Era una giornata come le altre quella mattina solo che Giorgio non andò con lei a scuola, era malato.
Ve, fece la stessa strada che percorreva ogni Santo giorno: attraversò il quartiere; il liceo scientifico; l'istituto alberghiero situato sotto il ponte della tangenziale che tanto la spaventava... Sembrava volesse cadere da un momento all'altro e ogni volta si chiedeva: "chissà se sarà lì quando uscirò da scuola, sai che tragedia se cade?"

Ma, le cose tristi e spaventose non sono sempre catastrofiche ed eclatanti e non coinvolgono tante persone.

Eh, no!

Le cose peggiori, sono quelle che ognuno di noi vive dentro di sé e che, anche raccontandole, le vive e le affronta in solitaria.

Quella giornata a scuola Ve non la ricorda, ha cancellato quel ricordo, ma, quello che è avvenuto dopo, lo ha raccontato talmente tante volte che ormai non sa più se il suo cervello ha cancellato quello che davvero è accaduto o se, il fatto solo di averlo raccontato così tante volte, in realtà, glielo abbia fatto ormai superare per andare avanti ma, mi chiedo e te lo chiederai anche tu, se hai subito qualche trauma, se poi si supera davvero o ci dobbiamo credere per continuare a sopravvivere.

Uscì da scuola e quel ponte era ancora lì;
Lo superò e si trovò di fronte ad un bivio, erano le 13:30 circa, la strada percorsa all'andata e che percorreva ogni giorno anche al ritorno quando era in compagnia del suo amico fraterno e compagno di mille avventure Giorgio, le sembrava così pericolosa, poco trafficata, si disse: <<Perché non scendere giù e ritornare dalla strada più lunga ma piena di gente? >>...

Quella scelta, quel bivio, fu il suo "sliding doors".

Ve era assorta nei suoi pensieri, aveva dieci anni, ritornava da scuola, con quella sua tuta del mercato che ricordava tanto un pigiama, sul davanti una stampa da cartone animato un po' sgranata dai tanti lavaggi, ai piedi quelle canguro che tanto odiava.

Era goffa, impacciata, lei, la figlia che veniva un po' ignorata, a cui nessuno dava mai la parola, quella che doveva inventare i giochi, che passava le giornate o sotto al tavolo della sala da pranzo a fantasticare su come sarebbe stato bello poter frequentare una scuola di danza -perché lei ballava, a casa, aveva talento, ma le possibilità di frequentare una scuola di danza erano più che remote- oppure era a casa di Giorgio a giocare a fratelli contro streghe immaginarie.

E lì sul suo cammino, nei pressi di un bar, un uomo di bell'aspetto, gentile e molto educato, la fermò...

A lei, una bimba così timida, imbarazzata, su cui pendeva, come la spada di Damocle sulla sua testa, il giudizio della madre, a cui voleva solo piacere e dare meno delusioni possibili.

Uomo:<<Ciao, sai, sei molto carina, stiamo cercando delle Modelle per una nuova campagna pubblicitaria, ti andrebbe di partecipare e fare un provino?>>

Ve, era spaventata ma allo stesso tempo emozionata al pensiero che sarebbe potuta diventare un volto noto, che avrebbe potuto guadagnare tanti soldi, comprare una bella casa in cui avrebbe avuto la sua stanza senza dover più dormire con i piedi del padre all'altezza del suo viso, con l'urinatoio sempre pieno sotto il suo letto, pensava che avrebbe potuto regalare serenità e gioia alla sua amata mamma e quindi, tra la paura e l'eccitazione, seguì quell'uomo così gentile che le disse di entrare nel portone lì vicino, entrando salutò una persona che usciva, il ché tranquillizzò in un certo senso la bambina.
K
Lui riprese: <<Sai devo vedere se ho materiale a sufficienza da poter inserire in queste buche per le lettere, così ti lascio un volantino che tu possa portarne uno a casa. Abiti nelle vicinanze? >>

SOLAWhere stories live. Discover now