-meant to be-

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Ofelia si trovava in quel momento in uno degli infiniti giardini di Chiardiluna, come ogni anno  Archibald aveva organizzato la festa del Solstizio d'Estate, e Berenilde aveva abilmente convinto Thorn a partecipare insieme ad Ofelia, in quel giardino si erano ammassate così tante persone che la ragazza, dopo essersi assicurata che nessuno la seguisse, entrò nella grande sala da ballo che all'inizio delle celebrazioni era stata usata per dare il via alle danze, poi l'atmosfera si era surriscaldata a tal punto da spingere tutti i nobili del Polo a recarsi in uno dei tanti giardini della corte per continuare i festeggiamenti.

Ofelia entrò quindi nella corte di Archibald, che in quel momento stava sicuramente seducendo una delle tante dame dai brillanti gioielli di Città-Cielo, la goffa animista oltrepassò corridoi e stanze temporanee guardandosi intorno, per la prima volta riusciva a vedere tutti quei corridoi come sè stessa, e non nascosta sotto la livrea di Mime; si godette ogni passo, di Chiardiluna ricordava ogni scandalo, ogni pettegolezzo e ogni tresca, ma ora che poteva camminarci in tutta calma si prese la libertà di osservare l'ambiente a lei circostante, quella corte era un luogo che irradiava ricchezza e bramava nobiltà, finalmente la ragazza capiva cosa ci trovassero di così interessante Berenilde e tutti gli altri.

La ragazza decise a malincuore di tornare ai festeggiamenti, non che credesse che qualcuno l'avesse cercata, ma trovava comunque irrispettoso girare in casa d'altri durante un grande festeggiamento, tornò quindi nella grande sala, dove era tornata in tutta la sua gloria la nobiltà del Polo, Ofelia provò a rimanere nella sala appostandosi ai muri, ma non resistette più di 10 interminabili minuti, e in più doveva trovare Thorn, che nella sala non figurava.

La giovane animista di diresse quindi nel giardino, e tutte le sue speculazioni vi trovarono conferma, Thorn era lì, in piedi accanto ad un albero mentre finiva di fumare la sua pipa, Ofelia si prese il tempo per osservarlo,la sua figura era sempre snella e longilinea, al posto dell'orribile marchingegno di metallo si trovava la sua gamba, perfettamente guarita, indossava come al solito una camicia bianca e perfettamente stirata, i pantaloni neri e la redingote con affisse le varie medaglie guadagnate nella sua carriera.

Ormai Thorn non era più un bastardo, aveva anzi un titolo nobiliare, e aveva anche riavuto indietro il suo lavoro di intendente delle finanze di tutto il Polo, e anche se non lo mostrava a tutti era rasserenato da quella quotidianità schematica a cui era tornato ad appartenere.

Ofelia scese le scale che portavano al giardino cercando di fare il meno rumore possibile, stranamente riuscì a non svegliare un intero esercito di soldati, e si avvicinò all'amato cercando di entrare nel suo campo visivo sena spaventarlo "Thorn?" disse a voce bassa la piccola animista "Ofelia, che ci fai qui?" l'accento duro tipico del Nord venne lievemente attenuato dal tono della voce dell'uomo dinnanzi a lei, che teneva un tono abbastanza alto da farsi sentire, ma altrettanto basso da non farsi notare da altri se non da lei, l'unica da cui voleva farsi notare "ti stavo cercando Thorn, devo dirti una cosa" l'intendente guardò la ragazza porgendole il braccio "facciamo due passi, ti va?" Ofelia annuì accogliendo il braccio che il ragazzo le porgeva per poi incamminarsi con lui sempre più all'interno del giardino.

I due amanti camminavano leggiadri all'interno di quei luoghi, tutto d'un tratto si accorsero che la festa era diventata un argomento di secondo piano, camminavano parlando e ascoltandosi l'un l'altro stringendosi tra di loro, per non patire la leggera ma micidiale brezza estiva, per non patire la solitudine che loro due avevano sperimentato, e che li aveva attanagliati per così tanto tempo che ambi avevano iniziato a non vedere più differenze tra amore e dolore.

Dopo un tempo che sembrò infinito i due si fermarono, e contro ogni aspettativa anche Thorn si sedette sul prato illusorio di quel giardino, e anche lì, in quel momento esatto le loro menti e i loro animi si aprivano tra di loro mentre le stelle erano spettatrici di quella vicenda d'amore.

"Thorn, devo confidarti che mentre eravamo su Babel ho avuto paura, una paura tremenda.." il ragazzo si girò verso la piccola animista guardandola "ho avuto un enorme paura di perderti, quando eri in quello specchio ho pensato volessi lasciarmi la mano, è stato il momento peggiore di questi ultimi anni" continuò lei accarezzando una mano dell'uomo davanti a lei "ma io ricordo tutto Thorn, ricordo che avevi detto che dopo aver annullato i termini del matrimonio sarei dovuta essere io a chiedertelo, e se per te è troppo presto accetterò anche un no, ma Thorn...vorresti sposarmi e rendermi la donna più felice di tutte le Arche, anzi, di tutto il mondo?" 

Thorn rimase piacevolmente sorpreso dalla richiesta della ragazza, abbozzò uno dei suoi rari sorrisi e strinse la mano alla sua piccola e goffa animista, abbassò per un momento lo sguardo per poi riportarlo sulla ragazza davanti a sè "A mia zia non sono bastato quando ha perso i suoi figli, a te basterò?" Ofelia rimase a sua volta sorpresa, Thorn stava davvero facendo un genuino tentativo di ironia? "Ofelia io ho bisogno solo che tu mi dica che sono indispensabile per te, voglio essere indispensabile per te" la ragazza osservò il volto del ragazzo portando una mano ad accarezzargli la lunga cicatrice che gli divideva il sopracciglio destro per poi posare su di essa un dolce bacio "Io ti amo Thorn, e per essere completa ho bisogno di vivere la mia vita, giustappunto tu fai parte della mia vita e mi sei indispensabile" Thorn guardò la minuta ragazza davanti a sè "mi penti ancora di aver insinuato che aver insinuato che non avresti superato l'inverno" Ofelia rise guardandolo "alla fine faremo come abbiamo sempre fatto Thorn, supereremo tutto, insieme" Thorn le strinse delicatamente la mano, e prima di fondere le proprie labbra con quelle di lei sussurrò una frase all'orecchio di Ofelia "perchè noi siamo attraversaspecchi, e ci amiamo" la risposta di Ofelia prima di essere travolta dal sentimento che provava per lui riuscì a dire  "anche un po' di più". 


ANGOLETTO AUTRICE

Ciao a tutti ragazz*, come vedete sono tornata con un altra one-shot su una delle mie saghe preferite,l'Attraversaspecchi di Christelle Dabos,come già scritto nella descrizione questo è una specie di missing moment di un finale alternativo in cui Ofelia è riuscita a tirare fuori Thorn dal Verso prima che lo specchio si sigillasse.

Libro:Echi in tempesta di Christelle Dabos,l'Attraversaspecchi

Soundtrack: 

I bet on losing dogs-Mitski

Fairytale-Alexander Ryback

Buona lettura :)

meant to be-a mirror visitor fanficWhere stories live. Discover now