CAPITOLO 1

4.1K 110 24
                                    

Venerdì mattina, ore 6.40.

Mi chiamo Alice,questa è l'ultima mattina che mi sveglio in questo letto, in questa stanza, in questa casa.

Sì, perché mia madre ha avuto la brillante idea di andare a lavorare con il suo compagno in Germania, ed  io devo andare a vivere da mio "padre", anche se reputo più mio padre il compagno di mia madre.
No, forse questo no, non ho un raporto così bello con Marzio, non ci sopportiamo a vicenda, dire che lo reputo come un padre é dire davvero troppo.

Mi alzo da letto con la voglia di andare a scuola sotto ai piedi, percorro il piccolo corridoio che divide la mia camera e il salotto dall'altra parte dell'appartamento ed arrivo in bagno.
Mi butto sotto la doccia e provo a svegliarmi del tutto sotto al getto d'acqua, riuscendoci in parte.
Mi vesto, scelgo un paio di jeans strappati alle ginocchia, All Star bianche, una maglietta con una stampa e la prima felpa che trovo in giro.

Dopo aver fatto colazione prendo il mio Eastpack nero e mi dirigo verso quella tortura denominata comunemente 'scuola'.

Appena arrivo nella piazza saluto la mia migliore amica, Anna.
Credo sia una delle poche persone che sopporto nella mia classe, che é composta per metà da fighetti pieni di soldi e per metà da figli di papà.

-Ma ci pensi che da oggi pomeriggio vai a vivere con Guè? - mi domanda mostrando un certo entusiasmo.
Sa perfettamente che sono anni che dico di volerlo conoscere, di volerci parlare e dirgli tutto quello che non sono mai riuscita a dire a nessuno.

-Sì, ne sono consapevole... Ma la verità è che non ne ho voglia-

-Ma dai, conoscerai tutta la scena milanese e tuo padre! Non era quallo che volevi?-

-Anna, anche se ho il suo stesso sangue non lo reputo mio padre-

-Ah, giusto, giusto... Però non partire così, vedrai che ti ci troverai benissimo!-

-Lo spero tanto- ammetto cercando di non trasparire alcuna emozione, nessuno deve sapere che la mia famiglia é uno dei miei punti deboli.

Al suono della campanella la massa di studenti si avvia verso l'entrata della scuola, odio tutto quel branco di pecore.
Aspetto quei minuti che servono per far sì che la folla diminuisca e mi avvio anche io verso l'entrata.
Quando arrivo in classe mi vado a sistemare nel mio ultimo banco, per fortuna c'é Anna.

Grazie al cielo le sei ore passano in fretta, lasciandomi sia in ansia per ciò che succederà questo pomeriggio, che triste, perché so per certo che non vedrò mia madre per un bel po' di tempo.
Il tragitto scuola-casa mi risulta più tranquillo sulle note di 'Rapper-Criminale' di Marracash, uno degli artisti che stimo di più in tutto il panorama musicale.
Salgo velocemente le scale che portano a casa ed entro, dove per fortuna​ c'é solo mia madre.

- Ciao ma' - urlo entrando in casa, prima di dirigermi in camera per terminare di preparare le ultime cose da portare via.
Infilo nel borsone le ultime cose che erano rimaste sulla scrivania, ovvero il mio portatile, la mia collezione di CD e le quattro felpe che erano rimaste in fondo ai cassetti.
Avendo la certezza che non tornerò in questa casa per molto tempo, decido di mettere da parte anche le cose di calcio, sperando di non dimenticare nulla.
Raggiungo mamma a pranzo, siamo entrambe taciturne, probabilmente nemmeno a lei va tanto a genio l'ide a di lasciare Milano.
Nel giro di un'ora il campanello suona, segno che l'assistente sociale é arrivata.

Il momento dei saluti é sicuramente quello che detesto di più, odio dover fare qualcosa che non mi va.

-Ci sentiamo appena arrivo in Germania, eh- dice lasciandomi un bacio sulla guancia.

Come se fossimo scappati di casa ||Gué PequenoWhere stories live. Discover now