Apart: II

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Buonasera!! 

Piccola precisazione prima di lasciarvi alla lettura: ho dovuto spezzare ulteriormente la storia, per cui ci sarà una terza ed ultima parte, non appena finirò di scriverla.

Nel frattempo grazie di tutto e buona lettura! Ci "leggiamo" di sotto!

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Apart: II


23 Maggio

01:46 am


Era sicura che fosse un ricordo.

Percepiva l'inconfondibile sole pomeridiano di quel pomeriggio di tanti anni prima, la sensazione di completa e rassicurante pace. Persino l'odore di primavera ero lo stesso, così come il rumore del vento contro il proprio corpo.

Era sdraiata nel campo dove aveva imparato a guidare e ad amare, immobile, rilassata. Solo il proprio respiro la scuoteva impercettibilmente: stava cercando di immergersi il più possibile in quell'atmosfera nostalgica, pronta a ricavarne ogni briciolo di consolazione.

Sapeva che se avesse aperto gli occhi, avrebbe trovato Harry accanto a sé, con una sigaretta tra le labbra ed il viso adolescenziale illuminato candidamente. Sapeva che l'avrebbe potuto considerare eternamente suo in quel minuscolo istante.

Egoisticamente andò alla ricerca di quella sicurezza.

Sollevò le palpebre e si voltò alla propria sinistra, senza accorgersi del sorriso mite che le stava inclinando la bocca. «Harry...» sussurrò spontaneamente.

Harry era seduto sulla coperta di lana. Accanto a lei, come previsto, ma di spalle: teneva le braccia nude intorno alle ginocchia piegate. Non la guardava.

Emma ebbe la netta impressione che, anzi, Harry non volesse guardarla.

Un cupo sentore iniziò a pesarle nel petto. Le si seccò la gola.

Si tirò a sedere, reggendosi su una mano e iniziando a sentir mancare il tepore del sole sulla propria pelle. Il nome di Harry scivolò di nuovo dalle sue labbra, con più esitazione.

Allungò una mano per toccargli la schiena, ma il solo fruscio di quel lento movimento attirò l'attenzione di Harry: lo provocò. Lui si voltò appena, quanto bastava a trafiggerla con uno sguardo furioso, disgustato. Lontano.

Emma trasalì, riportandosi la mano al petto con il terrore nel cuore.

Si svegliò nella sua camera da letto. Al buio.

Era confusa, frastornata da quello che inizialmente riteneva essere un sereno ricordo e che si era rivelato un presagio più che attuale. Era piombata di nuovo nella realtà.

Stavolta allungò la mano lungo il materasso, verso il posto che sapeva essere tremendamente vuoto, freddo. Quando la ritrasse a sé, non lo fece con paura, ma con una dolorosa e rabbiosa rassegnazione.



25 Maggio 2018

11:58 am


«Ho sempre pensato che voi foste una coppia strana, ma devo dire che state superando voi stessi» commentò Pete, sistemandosi meglio sul divano: la testa appoggiata su uno dei braccioli e le gambe del tutto distese, rilassate. Emma stava tagliando delle verdure sul bancone della cucina: l'aveva invitato a pranzo per non sentirsi troppo sola. Harry non lavorava, quel giorno: non sapeva dove fosse andato. L'aveva guardato uscire restando appoggiata all'uscio della camera da letto, con le braccia incrociate al petto ed uno sguardo eloquente, sperando di ricevere una risposta a qualcosa di non pronunciato ad alta voce. Lui l'aveva ignorata. Poi aveva provato a chiedergli dove fosse in un messaggio scarno, esitante, ma l'aveva fatto inutilmente.

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