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Mi sveglio grazie alla luce che traspira dalla piccola finestra sulla parete bianca della mia camera.
La luce non è molta dato che la mia camera è di fronte al grande bosco dietro la casa, ma basta per farmi svegliare puntualmente ogni mattina.
Noto che il mio album da disegno e tutto il materiale sono posti in modo disordinato alla fine del mio letto. Probabilmente mi sono addormentata non preoccupandomi di mettere a posto e lo deduco anche dai molti vestiti appoggiati disordinatamente sulla sedia della vecchia scrivania.
Faccio fatica ad alzarmi dato che l'altra notte l'ho passata cercando di portare a termine il mio disegno.
Mi preparo velocemente e spero con tutta me stessa che nessuno si fosse accorto della mia abituale fuga notturna.
Scendo velocemente le scale salutando gentilmente tutti i bambini che incontro lungo la strada.
Arrivo finalmente nella piccola cucina sperando di non imbattermi proprio adesso nella signorina Evans.
Come tutte le mattina trovo Margo nel suo variopinto grembiule sgualcito mentre è intenta a riscaldare il latte dentro il gran pentolone leggermente arrugginito all'esterno.
Margo è veramente buona e simpatica. Non mi fa mai mancare niente e tiene molto a me fin da quando il primo giorno mi prese sotto la sua ala protettrice, se così possiamo dire. Margo è una signora anziana dall'aspetto buffo, ma allo stesso tempo dolce accentuato dai suoi pomposi capelli grigi.

"Oh, eccola la piccola Rose.." Esclama appena mi vide.
"Buongiorno Margo. Come stai oggi?"
"Molto bene, grazie cara." Molte volte usa nomignoli che cambia ogni giorno.
Chiude il fornello dove sopra è posta la grossa pentola e si siede sorridendomi al tavolo decorato con una tovaglia sgualcita.
"Sta notte sei andata da qualche parte in particolare?"
Mi si gela il sangue nelle vene. So che posso fidarmi ciecamente di Margo, ma se lei ha sentito qualcosa sta notte chiunque potrebbe avermi sentito.
"Ho fatto tanto rumore?" Chiedo piano, sinceramente ho paura della risposta.
"No, tesoro mio, ma ti conosco troppo bene e so che per l'ennesima volta sei salita sul tetto con il tuo bel album da disegno sotto braccio."
Sospiro facendo fuoriuscire tutta la tensione.
"Però ti avverto. Quel tetto è parecchio messo male, sai? Se dovesse cadere proprio mentre tu stai facendo uno di quei meravigliosi disegni?"
Ride leggermente e io con lei.
"Come farei senza di te qua dentro?"
"Semplicemente non sopravviveresti"
Risponde ovvia.
"Prima o poi la Evans mi scoprirà."
"Lo sai cosa ti farà se ti scopre?"
"Lo so ed è una cosa ingiusta."
"Lo penso anche io, tesoro, ma a lei non interessa cosa è giusto e cosa è sbagliato."
Sbuffo e Margo prova a rassicurarmi con un sorriso senza però riuscirci.

Non so come occupare il mio tempo.
Ho passato quasi tutta la mattina a leggere, dopo sono passata a salutare i bambini nella tanto lontana ala Est e adesso sono qui, nel salone più grande, a guardare Margo che cuce a maglia. Devo dire che è davvero brava, ma con tutto rispetto non è uno dei miei passatempi preferiti.
Proprio due giorni fa la signorina Evans mi ha informato che nelle prossime settimane avrei cominciato la scuola. Devo ammettere che ho un po' di paura, ma cerco di non pensarci più di tanto.
Lascio Margo nel salone principale mentre lentamente raggiungo il piano superiore.
Anche se sono qua ormai da più di due settimane non ho avuto l'occasione di visitare tutta la casa in parte per colpa della Evans.
La casa è molto bella all'interno quanto lo è all'esterno.
Ci sono molte camere per ospitare almeno trenta bambini se non di più.
Le stanze sono piccole e spoglie, il colore delle pareti è di un grigio spento. Molte sono doppie e solo poche sono singole come la mia.
La mia camera si trova nell'ala nord perciò non passo molto tempo nell'ala sud dove probabilmente ci sono le stanze maschili e l'ufficio della signorina Evans.
So perfettamente che se per puro caso la signorina Evans dovesse scoprirmi girovagare per l'ala Sud mi punirebbe e non poco.
Una delle tante regole era proprio quella di restare nel proprio settore per non creare disordine.
Percorro il corridoio piano osservando ognuna delle camere.
Sono tutte parecchio disordinate tranne qualche eccezione.
Non mi sono mai soffermata a pensare quanti ragazzi e bambini ci fossero in questo istituto, ma non mi stupii più di tanto.
Questa città é abbastanza grande, ma questa Casa famiglia é l'unica in paese.
I bambini mi guardano curiosi quando passo davanti alle loro camere fino a quando arrivo alla fine del corridoio dove una porta nera padroneggia sulla parete.
La osservo curiosa. Non so se definire positivo o negativo il fatto che io sia curiosa, ma da come molte volte ho potuto notare da quando sono arrivata qua è decisamente da considerare una qualità negativa.
Questa dovrebbe essere l'entrata che porta all'ufficio della Evans.
Un'idea folle mi attraversa la mente.
Tutti qua dentro, chi più chi meno, conoscono la propria storia tranne me. Non so proprio niente grazie all'incidente ed è proprio per questo che adesso mi trovo qui non avendo ancora la maggiore età.
I miei pensieri furono interrotti da una mano abbastanza grande posata sulla mia spalla.
Mi giro subito sorpresa e impaurita. Spero con tutta me stessa che quella mano non sia sua.
Due grandi occhi nocciola compaiono davanti ai miei grigi.
Gli occhi scuri sono del medesimo colore dei capelli lisci, forse un pochino lunghi, rasati ai lati.
"S-Sembra che..che tu ti sia p-persa..." Un sorriso timido compare sul volto del ragazzo facendo apparire una tenera fossetta dal lato destro della bocca.
"N-no, non mi sono persa."
Controlla velocemente il corridoio vuoto e poi mi tira il polso facendomi entrare in una stanza molto grande che solo dopo mi accorgo essere il bagno.
"Lo s-sai di essere nel..nell'ala maschile?" Notai subito la sua balbuzie, ma non ci feci troppo caso.
"Certo, stavo solo...insomma ero curiosa."
Mi guarda con attenzione per poi sorridere di nuovo.
"Piacere, m-mi chiamo...E-edward."
Mi porge la mano e tentennando rispondo al gesto facendo altrettanto.
"Rose, piacere mio."
La porta si apre di scatto e compare una ragazzo abbastanza basso. La prima cosa che noto sono i suoi occhi blu in contrasto con i capelli castani chiari.
Appena mi vede la sua espressione cambia radicalmente.
"Ed, ma cosa?"
"E-era curiosa." Rispose ovvio sorridendomi. Sembra simpatico.
Poi mi ricordo che siamo ancora nel bagno dell'ala est, cioè nel bagno maschile.
"Ma siamo nel bagno dei maschi."
"Veramente non è solo il bagno dei maschi, occhi blu."
Rimango confusa per come mi ha chiamata, ma anche per il fatto che i miei occhi non sono proprio blu.
"Louis, lei è Rose."
Edward mi presenta spostandosi al mio fianco, di fronte all'amico. Non ha balbettato. Forse io lo mettevo in imbarazzo, ma in che modo? Probabilmente ero più in imbarazzo io sapendo di essere nel bagno dei maschi che non lui.
"Piacere occhi blu, io sono Louis"
Gli sorrido gentilmente e poi guardo Edward, diciamo che mi sta più simpatico dell'amico.
"N-non preo-preoccuparti. Fa c-così con...tu-tutti."
"Come mai da queste parti Rose?"
Riportai la mia attenzione su Louis che sorrideva beffardo.
"Non sono mai venuta qua."
"Posso crederti, questa è l'area maschile."
"Volevo solo curiosare in giro."
Dissi abbassando la testa stanca del discorso che stava andando avanti.
"Hey, stavo solo scherzando."
Delle urla interruppero la conversazione facendomi spaventare.
"La Signorina Evans.." Un'espressione spaventata coprì il mio volto e la paura si impossessò velocemente di me.
"Tranquilla..v-vieni...qua, Louis fai finta di niente!"
Edward mi prende delicatamente il polso e subito chiude la porta del primo bagno.
"Siediti qua, veloce."
Mi siedo sul gabinetto, non troppo pulito, con la tavoletta abbassata e raccolgo le gambe portandole alle ginocchia ed Edward si mette davanti a me.
"N-non preoccuparti, n-non ti sco-scoprirà."
"Lo spero." rivolgo il mio sguardo sul suo viso sorridente "grazie mille."
"Figurati Rose." Risponde gentilmente.
Era molto più alto di me e decisamente più alto di Louis.
Louis era rimasto fuori e si poteva sentire il fischiettio prodotto da lui accompagnato dal rumore dell'acqua che scorreva sulle sue mani.
Dopo poco la porta principale del bagno si apre sbattendo leggermente contro il muro.
"Bene, Tomlinson." La voce rauca della signorina Evans prevale su tutta la stanza.
"Oh, salve!" Le risponde con tono fin troppo amichevole.
"Cosa fai?"
La Evans è infastidita dal tono beffardo di Louis, lo si può capire dal tono di voce.
"Beh, non voglio sapere come lei sfrutta un bagno, ma io mi sto lavando le mani."
Cercai di non ridere al commento del ragazzo.
Aveva tanto coraggio se rispondeva così anche a quell'arpia.
"Fossi in te non farei tanto lo spiritoso, Tomlinson."
"Cos'altro potrebbe farmi? Non crede di avermi già tolto abbastanza?"
La voce di Louis era triste. Subito la curiosità comincia a crescere in me. Cosa gli era capitato? Edward lo sapeva?
Alzo lo sguardo verso di lui mentre è intento a concentrarsi sulla discussione.
La signorina Evans rimane in silenzio, solo dopo emette un sospiro infastidito. Probabilmente sa che Louis ha ragione.
"Dove è il tuo amico Edward?" La signora parla velocemente, forse ha fretta.
"Non saprei, provi a cercarlo in cantina. Non lo ha messo in punizione poco tempo fa?"
"Mi sentivo buona e ho accorciato il suo soggiorno speciale."
"Soggiorno speciale.." Una risata aspra arriva da Louis, si poteva notare il disgusto che provava verso quella signora.
Le cantine? Usava le cantine come punizione? Da quello che mi aveva detto Margo sapevo che le punizioni della signorina Evans non erano una passeggiata, ma mai avrei immaginato che potesse arrivare a questi livelli. Forse neanche lei lo sapeva. Di sicuro non lo avrebbe accettato.
Guardai Edward con compassione, però lui sembrò ignorarmi.
Se lo avesse beccato proprio adesso sarebbe finito nei guai, e io con lui, solo per me.
Anche se lo conoscevo da poco una sensazione strana si impossessò di me.
Per la prima volta qualcuno, oltre a Margo, si preoccupa per me. Potrebbe sembrare poco o niente, ma da quando ne ho memoria, cioè da poco, non mi sono mai sentita importante per qualcuno.
"Io non ho nient'altro da dirle, e non credo ne avrò mai, quindi se non le dispiace."
Louis cercò di acquistare l'atteggiamento più gentile possibile cacciando la Evans dal bagno dei maschi.
Lasciai un sospiro di sollievo quando sentii la porta chiudersi violentemente.
Edward aprì la porta del bagno e un Louis sorridente comparve davanti a noi.
"Per adesso l'abbiamo scampata." Sospirò anche lui.
"Stava parlando di c-cantine?" Chiesi io.
"Si, ma non preoccuparti. Quella è arrabbiata a morte con Edward."
Guardai Edward che cercava di sorridermi poi mi girai dirigendomi verso il corridoio.
Cominciai a correre più veloce fino a quando non fui nell'area dove si trovava la mia camera.
Non saprei spiegare le ragioni del mio gesto, ma non volevo mettere nei guai nessuno.
Mentre la Evans parlava delle cantine ho visto tristezza e tanto dolore negli occhi di Edward e non potrei accettarlo se ci tornasse solo per colpa della mia stupidità.
Delusa dalla mia inutile perlustrazione, se così si poteva chiamare, ritornai in camera mia cercando qualcosa con cui potermi distrarre.
Mi sedetti sul letto e osservai la pila di libri distesa sul pavimento.
Li avevo già letti tutti. Presi il primo e cominciai a rileggerlo dopo essermi sdraiata.
Ero tranquilla e il sonno si stava impossessando di me fino a quando sentì la serratura far rumore e la porta cigolò subito dopo mentre veniva lentamente aperta da qualcuno.
Mi sedetti subito lasciando il libro dietro di me.
Rimasi sorpresa quando vidi la persona entrare rivolgendomi un grande sorriso.

Unbroken h.s.Where stories live. Discover now