el inconsciente

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"È che sei bellissima. Sono senza parole." Rispose di getto Macarena, portandosi poi le mani alla bocca come per chiudersela. Non sapeva perché le erano usciti di bocca certi pensieri che avrebbe tenuto per sé, ma ora era troppo tardi per rimangiarli. Fisso Zulema che abbassò lo sguardo abbozzando un sorrisetto contraendo l'angolo della bocca, ma quando tentò di scusarsi, la mora rispose senza nemmeno darle il tempo: "Grazie, sei molto bella anche tu", rialzando la testa per ristabilire il contatto visivo. Fece accomodare la bionda sul terrazzo per poi tornare da lei con due tazze di tisana al ribes nero, la sua preferita, ed iniziarono a sorseggiarla ammirando Madrid all'imbrunire, là dove giorno e notte fanno l'amore per addormentarsi.

Fu una semplice, tranquilla ma intensa chiacchierata quella che portarono avanti le due donne sorseggiando la bevanda calda al fresco del terrazzo. La mora quarantottenne non faceva altro che squadrare da cima a fondo la trentacinquenne bionda, si annotava mentalmente ogni cosa che potesse aiutarla a costruire un profilo della sua personalità e scoprire cosa la affascinava tanto. E per quanto le sue doti di psicologa profiler fossero spiccate, continuava a non capire come mai la bionda la attraesse così tanto. Non era solo l'aspetto esteriore, no, c'era ben altro, che le sfuggiva ad ogni indizio che Macarena le dava parlando di sé, delle sue ambizioni, della sua famiglia... era una personalità affascinante, tanto pura quanto semplice, ma non riusciva davvero a captare le peculiarità come faceva di solito. Per il nervosismo si accese una sigaretta affacciandosi alla ringhiera del balcone.

"Ti dà fastidio se fumo?" Chiese tirando fuori la sigaretta Marlboro black ed il suo clipper nero opaco intenta ad accenderla nonostante la risposta della bionda non fosse ancora arrivata.

"Tranquilla, non è un problema" rispose sorridendo Macarena seguendo i movimenti della mora appoggiandosi anche lei coi gomiti sul terrazzo. Per l'ennesima volta si perse nell'ammirare come Zulema espirava il fumo facendolo uscire dalla bocca con un fare del tutto irresistibile; come il suo petto si espandeva inspirando, come rigettava fuori l'aria e come portava la sigaretta alla bocca, sulla quale Macarena si bloccò con lo sguardo. E la mora lo notò, come sempre. Ma non disse nulla. Le piaceva essere guardata in quel modo. Occhi e occhi l'avevano guardata così, maschi, femmine; ma nessuno l'aveva fatta sentire come faceva la bionda. E forse era questo che le piaceva tanto. Non com'era l'altra ragazza, ma come la faceva sentire pur non accorgendosene.

"Sai", cominciò Zulema per disincantare ancora una volta Macarena, " a volte la vita non sembra reale. È come se scorresse senza che tu te ne accorga, e che i momenti più belli tu non riesca a goderli appieno. Non importa quanto provi a fermare il tempo, mai rivivrai la stessa esperienza due volte. Tuttavia, persone indimenticabili possono rendere la vita non un puzzle di ricordi, ma un libro bianco tutto da scrivere, senza farti sentire il bisogno di andare indietro, ma solo il desiderio di andare avanti, come se fossero l'inchiostro della tua penna." Macarena rimase stupefatta dalle parole della mora proprio quanto quest'ultima. Le ultime parole le erano uscite incoscientemente dalla sua impenetrabile mente, ennesimo comportamento inspiegabile da una psicologa che usa avere il controllo su tutto e tutti, specialmente sé stessa. La bionda sapeva benissimo leggere tra le righe, ed aveva ben chiaro il fatto che Zulema stesse cercando di dirle qualcosa sebbene non avesse ancora trovato la sicurezza ed il coraggio di farlo esplicitamente. Un sorriso sorse spontaneo sul suo volto, e date le circostanze si permise l'azzardo di accarezzare la guancia del volto di Zulema rimasto incantato nel cielo ormai scuro di Madrid, ancora scossa per essersi fatta uscire delle affermazioni di troppo. Al tocco di Macarena i suoi muscoli facciali si rilassarono, la sua gabbia toracica si espanse per riprendere una fresca boccata d'aria e con uno scatto i profondi occhi smeraldo volarono in quelli pistacchio della biondina, che le sorrise dolcemente staccando poi la mano dalla guancia della mora, la quale ricambiò il sorriso. Nonostante nessuna delle due lo ammise, entrambe sapevano che volevano andare oltre, e che il desiderio era reciproco. Senza interrompere il contatto visivo, Macarena si lasciò scappare una richiesta ancor più bizzarra della carezza di prima, sentiva il bisogno irrefrenabile di fargliela.

"Ti va se passiamo capodanno insieme? Sempre se non hai altri impegni intendo, e se ti fa piacere; se non vuoi non preoccuparti, spero che tu..."

"Càlla" rispose bisbigliando Zulema portandole un dito davanti alla bocca avvicinandosi alla biondina. "Obviamente quiero. Ci vediamo a casa mia alle 19:00 del 31, vale? Dammi il tuo numero, ti mando il mio indirizzo su Whatsapp" continuò la mora posando una mano su un fianco di Macarena, la quale estasiata ed elettrizzata le sorrise arrossendo.

Erano le otto di sera passate quando le due donne scesero dall'ufficio per tornare ognuna alla propria casa. Sul marciapiede di fronte al bar, esattamente dove la sera prima Zulema prese la decisione su due piedi di entrare nel locale, le due si salutarono prima di entrare nelle rispettive macchine.

"Cuidate, ci vediamo tra qualche giorno" la mora sussurrò nell'orecchio a Macarena prima di aggiungere "dulces sueños, rubita" ricambiando la carezza della ragazza.

"Buona notte anche a te, Zulema, a presto" sorrise la bionda, ed entrambe si incamminarono verso la propria auto, già impazienti di incrociare nuovamente i propri sguardi... e non solo.

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