Capitolo Diciotto

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Primnam girò la cloche e vide che ormai la navetta non era molto lontana.

Aveva sfruttato la scarsa maneggevolezza del mezzo da pattuglia per inseguirla a tutta velocità; in questo modo gli erano bastati che un paio di minuti per entrare in vista dei dettagli del retro della nave.

“Signore” gracchiò il comlink piuttosto rovinato dello speeder, “sono il Capitano Afford”.

“Capitano, sono davvero vicino alla navetta: tra poco potrò abbordarla” rispose immaginando già le emozioni che sarebbero scaturite dall’uccidere. Anche se non sapeva chi.

“Stiamo arrivando anche noi, e con un bel po’ di rinforzi”.

Mentre il Capitano gli parlava, il Sith iniziò a sentire il ronzare degli speeder in avvicinamento. A breve sarebbero stati troppi anche per una navetta di quel genere.

“Ottimo. Continuo l’inseguimento”.

Provò a chiudere il canale, ma non ci riuscì. Borbottò un insulto e si accorse che la navetta era scomparsa in una strada trasversale.

Spinse al massimo lo speeder e con una curva piuttosto stretta si infilò nel vicolo. La navetta stava già per cambiare via, e così dovette dare ancora più potenza al motore.

Iniziò la seconda curva, e per poco non si schiantò. Si maledisse per la sua disattenzione, quando si accorse che la navetta si era fatta più vicina. In effetti, sembrava proprio aver rallentato. Che stanno facendo? si chiese preoccupato.

Proprio allora il velivolo sterzò e gli rivolse il fianco. Il portellone era aperto.

L’intuizione arrivò troppo tardi, mentre il campanello d’allarme per il pericolo lo spinse a girare la cloche.

In quel momento vide il grosso insieme dalle forme spigolose venirgli contro; lo speeder era già fuori dalla traiettoria, e Primnam lo vide solo come un pericolo marginale.

Il Sith guardò davanti a sé, e forse per la prima volta nella sua vita vide la morte venirgli contro.

Mantenne la cloche girata, e un attimo dopo lo speeder esplose.

***

“Premete quell’acceleratore!” sbraitò Hurlia trattenendosi dallo schiaffeggiare il pilota.

“Signore, siamo quasi arrivati, sto facendo il possibile!” protestò l’uomo iniziando a ridurre la quota. Mancava poco al momento in cui si sarebbero infilati tra i palazzi, e da quel momento sarebbe stato più complicato cercare di raggiungere il Sith. Ma era anche vero che proseguendo oltre le cime dei grattacieli avrebbero, sì, raggiunto prima il bersaglio, ma per calarsi avrebbero perso tempo prezioso.

Lo speeder aveva ormai raggiunto i piani più alti dei vertiginosi palazzi di Kaas City. Hurlia poteva immaginare le facce dei rispettosi e presuntuosi cittadini imperiali che osservavano quel susseguirsi di inseguimenti e sparatorie davanti ai loro occhi. Eppure dovevano sentirsi abbastanza sicuri in quei grattacieli di ferro, dato che nessuno tentava di scappare verso un luogo più tranquillo.

“Hurlia, pensi che riusciremo a riprenderlo?”

La domanda di Tlantive non aveva una risposta. “Non lo so. Questa storia mi sembra davvero senza fine”.

Il Sergente annuì. “Mi chiedo come possa essere così importante arrestare due semplici Sith, neanche dei Consiglieri Oscuri”.

“Be’, i piani dell’Impero devono essere molto importanti a quanto pare…”

STAR WARS: LotOR: Proposta di paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora