Capitolo 2

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Un guaito la risvegliò poco dopo.

Alzando lo sguardo notò che gli abitanti avevano cominciato a lanciare a dosso al cane delle pietre urlando delle frasi in una lingua a lei sconosciuta.

Si alzò barcollando, guadagnando sospiri sorpresi, e si lanciò davanti al cane. Eretta di fronte a loro allungo le braccia in segno di difesa del cane, gli occhi che mandavano saette agli sguardi abiliti della gente.

Sentiva il sangue colare imbrattandole la maglietta e un senso di storidimento la cominciò a pervadere.

Non riusciva a parlare, se ne stava lì, come un idiota, a braccia aperte ad aspettare chissà cosa.

E sta cosa era un sasso che le venne lanciato da un ragazzino di si e no 11 anni. La colpì alla testa facendola indietreggiare. Anche da lì cominciò il sangue a colare, facendole chiudere un occhio.

Lo sguardo appannato dalle lacrime non versate era rivolto a delle forbici. Le sue forbici. Quelle che la calmavano quando la rabbia era troppa.

Abbassò i pantaloni e cominciò a intagliare la pelle della coscia, erano dei semplici graffi ma che stillavano qualche goccia di sangue. Ne fece uno, poi due infine otto. Finito con la gamba destra passò alla sinistra ne fece tre ma la spalla cominciava a bruciare. O meglio, era l'intero braccio che bruciava ma per non farsi scoprire era meglio dedicarsi solo alla spalla.

Ne fece quattro. Due croci rovesciate. Per dire il suo odio verso un dio che aveva iniziato a pregare ma che non l'ascoltava.

Finito, nascose le forbici sotto il materasso. Ormai, era abituata a nascondere le prove dei suoi peccati.

Sorrise.

Sorrise. Le pietre che le stavano lanciando ad un tratto si fermarono, curiosa aprì gli occhi.

Vide un sasso a meno di un metro di distanza da lei, bloccato da una mano gigantesca, in confronto alle sue che sembravano di una bambina di 13 anni invece di una di 15enne.

Il suo respiro si era fermato per la tensione, cominciava a mancarele l'aria.

Anche se i polmoni non volevano saperne di iniziare ad inalare ossigeno, il cuore pompava il sangue come se non ci fosse un domani.

Un... Attacco di panico? No, è impossibile. Io non ho mai paura.

Si prese un pò di tempo per cominciare a respirare ma le persone non erano dello stesso avviso.

La mano mollò il sasso (non aveva coraggio di guardare il resto o le sarebbero arrivati i complessi di inferiorità) e la figura si mise di fronte a lei, facendole verserò un ampia schiena(GOD DAMMT) su cui avrebbe volentieri fatto un sonnellino.

"Why do you attack us?" Chiede la figura.

Uh, che voce calda... Smettila di pensare a queste cose in un momento del genere! Pensale più avanti!

"Pwy wyt ti?" Una donna (quasi sui 30 anni) vestita sadomaso con i capelli rossi rosso fuoco si mise davanti ai tre. Era vestita, o svestita dipenda da come si guarda, con solo un reggiseno in metallico che copriva solo i capezzoli (ma neanche tanto) e delle mutante ad vita alta (Sul serio?!) Uhg... Era solo un pezzo di metallo a coprire l'intimo e il resto erano dei semplici lacci. Naturalmente degli stivali di armatura e dei guanti da principessa Disney-cavaliere.

"Sti caz zin" dice la nana (EHY!) imitando il suono delle parole dette dalla bellissima, sexy donna.

Sentì un suono simile a una risata da dietro, si girò ma vide solo il cane... Oh. Era il cane ad aver riso. Yey.

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