Dormi

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Sprofondai sul mio soffice materasso ancora incredula su quanto fosse accaduto nelle ultime ore. Era strano ma ero felice. Mi sentivo meno sola, mi sentivo parte di qualcosa. E forse ne ero parte davvero. Rimasi sdraiata a riflettere su di loro. Su Layle, Beinn, Cami, Ethan. Non si era fatto vedere quel giorno. Il cuore accelerò a questo pensiero. Guardai l'orologio: 2.47. Forse sarebbe il caso di dormire, pensai. Ma non riuscivo. Tentai, chiusi gli occhi e iniziai a dire a me stessa:"Dormi...dormi".

Correvo. Correvo su un prato verde, con tanti fiori dalle cromie più disparate. Guardai i miei piedi scalzi andare veloci. Non sentivo la stanchezza e non accennavo a rallentare. Iniziò a piovere, ma non volevo tornare indietro. Arrivai alla riva di un fiume. I piedi nella terra resa fangosa dall'acqua. Guardai il mio riflesso, ma non vidi la mia faccia. Ciò che vidi era una vecchia casa nel mezzo del nulla. Buia, fredda, spoglia e cadente. Degli squarci di luce la attraversavano. Nuvole nere tutte intorno. Sentì grida, atroci, disumane. Tra le nuvole sti stavano delineando degli strani contorni: un teschio. Un serpente usciva dalla sua bocca. Mi avvicinai alla superficie per distinguere meglio le sagome nella casa. Ma caddi in acqua.

Mi svegliai di soprassalto grondante di sudore. Il ciondolo che avevo al collo mi faceva male. Lo tirai fuori. Era rovente. La pietra aveva delle sfumature nere. Che diavolo era?

Presi la bacchetta, andai in bagno a sciacquarmi la faccia e legai i capelli un po' a caso. Presi un foglio dal mio taccuino e corsi in Sala Comune. La piuma! Tornai dentro e scrissi sul foglietto:

Sono Runa, vieni in Sala Comune. Ho bisogno di te. Adesso.

"Volo" sussurrai agitando la bacchetta. Il foglietto si alzò in aria e si diresse verso il dormitorio maschile. Qualche minuto dopo eccolo arrivare in pigiama e scalzo, con i capelli arruffati e ancora il segno del cuscino sulla faccia.

"Runa! Ch'è successo? Stavo facendo un sogno stupendo" disse con la voce ancora impastata dal sonno.

"Ti spiegerò strada facendo, Beinn".

Dovevo avere un'espressione abbastanza preoccupata perché si limitò ad annuire.

"Devi portarmi alla biblioteca" aggiunsi.

"Adesso?"

"Sì, adesso"

Mi fece strada attraverso i grandi corridoi. Cercammo di passare in osservati e non fu difficile. Chi doveva esserci in giro a quell'ora? Gli raccontai del sogno. Gli dissi della pietra, della collana. Volevo saperne di più su quel ciondolo. Passammo la notte a spulciare volumi su volumi. Amuleti, talismani, scacciasogni, scacciaquesto e scacciaquello. Ma niente. Nessun libro parlava esattamente di quello che cercavamo.

"Secondo me dovresti chiedere alla McGrannit"

"Forse..." ero dubbiosa. Non so se mi andava di dirlo a qualcuno.

"È l'unica a poterti aiutare".

Forse aveva ragione, forse no. La luce del sole iniziava a penetrare dai finestroni con i vetri colorati che risalivano chissà a quanti anni fa.

"Torniamo al dormitorio, se ci beccano sono guai".

Sangue SerpeverdeWhere stories live. Discover now