Lo Sconosciuto

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Un piccolo, brevissimo racconto che ho postato su Facebook sulla pagina de I Parolanti lo scorso mese.

L'argomento era la memoria, che ho voluto coniugare con l'ironia che era, invece, l'argomento di quella settimana.

Buona lettura!

"Ciao. Ma guarda un po'. Ma che piacere trovarti proprio qui..."

Sorrido come un cretino. Il volto di fronte al mio è gioviale, pacioso e allegro. Mi è decisamente simpatico e mi riesce facile sorridergli. Il fatto è che vorrei proprio sapere a chi appartiene questo viso, ma la realtà è che non ricordo affatto il nome dell'uomo che ho appena incontrato per strada, a pochi metri da casa mia.

"Ma quanto tempo sarà passato?" esclama affabile e amichevole.

"Eh, parecchio..."

Ecco, bravo! Rimani sul vago, Mau, e nel frattempo cerca di far lavorare le meningi. Dannata la mia memoria e la mia scarsa capacità di riconoscere le fisionomie. Ok, ragioniamo. Il tipo dimostra più o meno la mia stessa età, per cui...

Scuola, ma certo! La scuola... senz'altro le superiori! 

"Saranno... quasi trent'anni?"

"Ooooh! Esagerato! Quaranta, allora! Sempre il solito mattacchione..."

E mi assesta una manata sulla spalla. Sì, perché questo personaggio sarà alto una spanna più di me, un vero energumeno. Uno che non passa inosservato, insomma. Come posso non ricordare? Cazzo, penso, non era alle superiori con me. Lavoro? Naaa. Quelli simpatici me li ricordo tutti. Prendi tempo, Mau.

"Ah, ah, ah. Eh sì, i gatti matti rimangono matti" dico tanto per dire una frase davvero idiota.
"Eh già, a chi lo dici? E come sta tua moglie?"

Mmm... generico. Non si ricorda il nome. Fregato! Mi ha confuso con qualcun altro. Sono salvo.

"Claudia, giusto?"

Merda!

"Bene. Benissimo, figurati."

Sono sempre più imbarazzato. Non solo mi ha riconosciuto e mi è simpatico, ma si ricorda pure il nome di mia moglie. Io, invece, ho appena scoperto di avere grossi problemi con la mia memoria. Sto peggiorando e non ricordo più nulla. A breve mi ritroverò a vagare per casa come un beota, a chiamare mia moglie Giuliana, a lasciare le chiavi di casa al supermercato vicino alle casse e a portare il cane dal meccanico.

Non rimane altra via se non quella della fuga strategica.

"Mi ha fatto davvero piacere rivederti, ma ora devo proprio scappare. Mi scade il parcheggio..."

"Ehi, ma non mi dirai mica che non mi hai riconosciuto?"

Oh, porc...

"Ma certo che ti ho riconosciuto, che ti credi? Solo che devo andare..."

Mi ferma con la sua mano enorme e mi sorride.

"Chi sono allora?"

Lo guardo e sorrido di riflesso. Poi vengo preso dallo sconforto.

"Senti, non ti arrabbiare, mi odierai ma... Non mi ricordo davvero chi tu sia... Mi spiace."

"Io sono Clark Kent" mi risponde tutto tronfio gonfiando il petto.

Lo guardo perplesso. Penso stia scherzando, sebbene sembri piuttosto convinto di ciò che dice.

"Sono Clark Kent e sta arrivando la mia Lois Lane. Devo trasformarmi in Superman e schizzare via."

E detto questo parte come un razzo, correndo alla velocità della luce.

"Carloooo, vieni qua!" urla una donna dietro di me.

Sta correndo insieme a un altro uomo il quale si ferma davanti a me. Lois prosegue il suo inseguimento.

"Chiediamo scusa. Carlo non è cattivo, solo che è un po' fastidioso a volte."

"Carlo?"

"Sì, nostro fratello. Mi spiace dirlo, ma è completamente, come dire... andato, ecco. Fuori come un cocomero. Sbiellato. Fuso. Crede di essere Superman e pretende di conoscere tutti qui in giro."

"Ah, ecco. Beh, nessun problema."

"Mi scusi..." ripete mentre va via.

"Ma ha saputo dire il nome di mia moglie" gli dico ancora.

"Claudia? Dice sempre quel nome. E' quello della ragazza che gli piaceva quando era un ragazzino. Carloooo. Fermatiii"

E se ne va. In effetti Carlo non ha mai detto il mio nome.

Ma quanto sono pirla?

Guardo il cielo: bella giornata, ma potrebbe piovere. Meglio correre a prendere la macchina.

STORIE QUASI NORMALI di Mau TrifibaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora