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Ci sono momenti in cui la vita ti porta a delle scelte, come in un lungo viaggio, dove devi scegliere da che parte stare, quale direzione prendere, dare una svolta alla propria quotidianità. Insomma in una situazione in cui devi per forza scegliere o bianco o nero e tutte le sfumature di grigio si annullano. Ti ritrovi in una situazione in cui devi decidere se salvare la tua o la vita di chi ti sta accanto e una volta fatta la scelta sarà quella giusta? Potremmo continuare per ore a domandarci tutto ciò che può o meno essere giusto, tuttavia siamo realmente capaci di mediare e capire, fino in fondo, cosa realmente è denominato benessere per noi stessi? Domandarsi di continuo su ciò che di certezza ne ha poca porta solo al crearsi altre domande su cui non si ha risposta. Un consiglio? Dimenticate tutto!

Elinor è una donna di diciannove anni che vive nascosta dalla società odierna. A parer suo l'essere umano ha l'illusione sconsiderata che un giorno possa esserci un mondo pieno di pace e con la possibilità di vivere una vita migliore. La donna è stata cresciuta in campi di girasoli dopo essere nata e concepita in un fienile. La sua vita si basa sull'essenziale e la ricerca di ciò che è primario per sopravvivere. Sostiene di avere le possibilità di continuare a vivere, vivere per sempre. Negli anni ebbe modo di concludere i suoi studi finché la nonna paterna non gli diede un dono. Alla maggiore età Elinor ebbe in custodia un'ampolla. Quest'ultima dava la possibilità di essere immortali, ma a patto che: ogni anno chi beveva dall'ampolla dovesse sacrificare a Lamaštu, detto anche il demone della febbre del letto del bambino, una vittima. Egli portava malattie mortali associate a aborto spontaneo, brividi e febbre. Principalmente le vittime del demone sono donne incinte o bambini nati da pochi giorni. In un secondo momento il patto consiste che il fruitore dell'ampolla non debba sporcare le proprie mani di sangue consegnando il compito ad un suo assistente di fiducia. Ai tempi in cui le venne regalata l'ampolla Elinor non ci pensò minimamente di sacrificare persone che non avevano fatto male a nessuno eppure tutto cambiò la sacra sera, la tanto attesa notte da Ilas. La nonna decise che ai vent'anni, anche contro il volere del figlio, avrebbe dato modo alla nipote di mostrargli ciò di cui lei era capace. Elinor è una discendente della stirpe di streghe voodoo che si basa sulla venerazione della natura e degli antenati dove il mondo dei morti è sovrapposto a quello delle persone e vi si può accedere grazie a una serie di spiriti intermediari. La religione voodoo è nota sopratutto per le bambole usate in alcune cerimonie che con il tempo veniva sempre più deriso e umiliato come rito. Alla nonna di Elinor non piaceva questa situazione finché non sterminò villaggio dopo villaggio trasformando i paesani in piccole bambole voodoo massacrandoli fino a portarli al rogo. Nessuno ebbe il coraggio di parlarne e tanto meno di andare contro l'idea contraddittoria di Ilas. Ai tempi decise, per tutti, che era tempo di pulizie e che chi non avrebbe accettato la loro religione sarebbe stato egli stesso parte del rito e nelle più gravi situazioni diventare il sacrificio.

Ilas indossa un corsetto giallo senape che, con l'aiuto delle stecche, gli permette di avere una vita stretta e postura perfettamente dritta accompagnato da un dolce scialle ricamato a mano bianco e una gonna stile Ottocento rosso rubino. La sua devozione e accuratezza nel vestirsi così dimostra quanto lei abbia la volontà suprema di dimostrare che anche le donne voodoo possono essere chi vogliono senza discriminazioni e nient'altro. I capelli raccolti e un trucco perfettamente modellato sulla sua faccia carico in modo che si riconosca. Dopo aver concluso le sue preparazioni di routine si diresse verso Elinoir che si trovava sul balcone di casa sua.

"Allora? Sei pronta piccola?" Elinoir non diede risposta. Non voleva ammettere che doveva affrontare la scelta che, involontariamente, aveva già preso.

"No, nonna. Non lo sono affatto e poi spiegami una cosa."

"Dimmi"

"Perché vuoi così tanto che io diventi parte di te? Cioè parte della tua rivolta." La nonna sorrise alla piccola nipote, quasi ingenuamente e da lì a poco si costruii un grande rapporto tra nonna e nipote. Entrambe erano a conoscenza del patto che Elinoir, di nascosto, fece con il demone dopo aver bevuto dall'ampolla. Sapevano che sarebbe giunta l'ora e che a poco a poco il tempo sarebbe scaduto, il tempo della sacrificio. La ragazza non fiatò, entrò in casa, chiudendosi alle spalle il balcone, ed iniziò a prepararsi per l'iniziazione con sua nonna. Ed è così che arrivò un nuovo inizio per Elinoir. Il cielo blu notte copriva la casa come una lieve e candida coperta ricoperta di stelle che si fece sempre più presente. Al rintoccare della mezzanotte si avvicinò un'ombra dalla forma imprecisa. Si avvicinò sempre di più, il vento al di fuori della casa aumentò ferocemente, la forma diventò più percettibile alla vista delle donne, Ilas continuò il rito e Elinoir cercò di fermarla invano.

"Fermati nonna!" Gridò con tutto il fiato in corpo, ma non riscontrò nessun successo. La ragazza riconobbe immediatamente quella forma. Quella è la sua via d'uscita per essere libera, essere se stessa. I vetri del balcone si ruppero in mille pezzi come diamanti alla ricerca di un conquistatore che li raccolga. Ilas presa dal panico per i vari tagli provocati lasciò la presa sulla nipote, il balcone venne spalancato con forza e davanti a loro si mostrò un semplice corvo.

"Grzegorz ", esultò Elinoir camminando con dolore sul vetro che gli tagliò completamente sotto i piedi portandola a trascinarsi il suo stesso sangue per seguire l'unica persona mai amata. Davanti a lei si appoggiò alla balconata un corvo nero. Davanti a suoi occhi si presentò lo spirito che governava quaranta legioni di demoni che, se evocato anche solo in cuor di chi lo faceva, appare inizialmente come un corvo, prima di assumere la sua forma umana. Tutto questo, però, Elinoir lo sapeva benissimo.

"Sei tu che mi hai invocato?"

Elinoir pianse e spogliandosi degli indumenti pesanti si inginocchiò davanti agli occhi del corvo.

"Sì, sono io Grzegorz." Il corvo non rispose e la scrutò perplesso del nome con cui lo stava chiamando. Ignari entrambi di ciò che stava accadendo Elinoir decise di tentare l'unica possibilità che aveva a suo favore per farsi riconoscere dal demone dov'era riposto il suo amore. Si sporse in avanti e prima che lo potesse toccare egli si spostò spiegando le sue ali. Elinoir si sbilanciò cadendo oltre la balconata. Il freddo gelido diede alla ragazza solo più la sensazione di morte imminente e con le sue ultime forze urlò: "Grzegorz!"

Il corvo scese in picchiata riconoscendo quel fastidioso suono di tristezza. Improvvisamente il corvo si trasformò in un uomo sulla trentina dal corpo scolpito come un Dio greco ricoperto da molteplici strati di tessuto nero in fiamme e le ali da corvo spiegate per una maggiore resistenza durante il volo. Corse in soccorso di quella che riconobbe come sua amata, la donna che tanto bramava ma non poteva amare essendo un demone e non del tutto umano, la donna che per poterlo amare vuole perdere la vita quella stessa sera e al contempo egli strappò via le sue ali, una volta raggiunta al suolo, rinnegando di essere demone e morire nella pozza del loro sangue mescolato al forte amore dall'epilogo intitolato tragedia.

I fallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora