Capitolo 8 - Stage Four

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“Sophie, devi uscire di casa.” Mi disse Kate. Erano passate due settimane dalla cena con Louis ed Eleanor e avevo passato tutto il mio tempo chiusa in casa. Avevo ignorato altre chiamate da Jean-Paul e avevo sperato inutilmente che qualsiasi altra azienda a cui avevo inviato il curriculum mi chiamasse.
“Non devo fare niente fuori. E poi fa freddo.” Mi lamentai guardando fuori dalla finestra. I primi fiocchi di neve stavano cominciando a cadere.
“Andiamo, non puoi vegetare in casa per il resto della tua vita. Che ne dici se andiamo a Winter Wonderland?” Mi chiese.
“Non ho voglia di vedere un mucchio di statue di ghiaccio e bambini che urlano.” Risposi, coprendomi meglio con una coperta di pile e aggiustandomi gli occhiali sul naso. Avrei voluto riprendere a leggere Cosmopolitan e a mangiare Oreo, lamentandomi mentalmente della mia misera vita.
“Preferisci rimanere a fissare l’articolo su Harry per il resto della giornata?” Mi chiese Kate, togliendomi il giornale di mano.
“Non è colpa mia se è su tutti i giornali.” Sospirai. “E poi…”
“E poi?”
“Ho sentito Charlotte, prima. Sai, l’altra ragazza nel mio team di lavoro a Parigi?”
“Sì.”
“Indovina chi ha preso il mio posto?” Chiesi con un sorriso amareggiato.
“Giselle?”
“Proprio lei.” Risposi.
“Mi dispiace.” Disse Kate, abbassando lo sguardo. “Sai una cosa? Ho cambiato idea.”
“Su cosa?”
“Pensavo che evitare JP fosse il modo migliore per non farti soffrire, ma forse devi parlargli. Risolvere la cosa una volta per tutte.” Rispose.
“Dici?”
“Sì. Perché non lo videochiami e gli dici quello che pensi di lui? Sfogati, mandalo a quel paese. Vedrai che ti sentirai meglio. Non puoi tenerti tutto dentro.” Disse la mia amica.
“Poi posso chiamare anche Taylor Swift e dire anche a lei tutto quello che penso?”
“Beh, adesso non esageriamo. Però, se vuoi, puoi dire a me quello che pensi della Swift. Non che non lo sappia già, ma magari hai aggiunto qualche insulto alla lista durante la notte?”
“Oh, non solo uno. La lista si allunga ogni giorno.” Dissi, annuendo.
“Dai, magari Louis ed Eleanor trovano un modo per dimostrare a Harry che tipo di persona è in realtà.”
“Ma io non voglio che si lascino per colpa mia.” Dissi. “Per quanto la Swift non mi stia simpatica perché mi ha fatta licenziare voglio che Harry sia felice. E se lei è quello che vuole…” Aggiunsi.
“Sophie, non sei l’unica persona che conosce Harry da anni. Dimentichi che ero anch’io in classe con voi ed eravamo tutti e tre migliori amici? Certo, può essere cambiato in questi anni, ma io non ce lo vedo proprio con lei.” Rispose Kate. Non capivo se mi stava dicendo quelle cose per cercare di farmi stare meglio o se le pensava sul serio.
“Va beh, dai, fammi chiamare Jean-Paul. Ho giusto un paio di cose che vorrei dirgli.” Dissi, alzandomi dalla poltrona e prendendo il computer portatile.
“Ti lascio sola.”
 
“Sophie, chérie!” Esclamò Jean-Paul quando vide il mio viso sullo schermo. Sentii il mio cuore battere più velocemente quando lo vidi. Era sempre bellissimo e lo odiavo ancora di più. Avremmo potuto essere felicissimi insieme. E invece aveva rovinato tutto.
“Ho deciso di ascoltare il tuo lato della storia.” Annunciai. Un sorriso illuminò il suo bellissimo viso. Sentivo i suoi occhi azzurri perforarmi anche tramite lo schermo.
“Tesoro…” Cominciò, ma lo interruppi.
“Jean-Paul, voglio solo sapere la verità. Nient’altro.”
Si passò una mano tra i corti capelli biondo cenere e mi sorrise di nuovo.
“D’accordo.” Disse dopo un po’. “Però prima lasciami dire che mi dispiace tanto. Non volevo che lo scoprissi così.” Aggiunse.
“Perché, in che modo avresti preferito che lo scoprissi?” Chiesi.
“Avrei voluto dirtelo io. Io e Giselle ne avevamo parlato…”
“Da quanto tempo andava avanti la vostra storia?” Domandai improvvisamente. Se ne avevano parlato voleva dire che quella non era la prima volta che andavano a letto insieme.
“Un paio di mesi.” Ammise. Mi sentivo come se qualcuno mi avesse appena accoltellata alla schiena.
“Un p-paio di mesi?” Balbettai. Speravo di non aver sentito bene. Non poteva andare avanti da così tanto. Io e lui eravamo sempre stati felici insieme. O almeno così pensavo.
“Sophie, mi dispiace. Ti ho sempre amata e ti amo ancora. Tutti quei discorsi sul matrimonio… i preparativi e tutto quanto. Mi sono sentito intrappolato e avevo bisogno di evadere prima di impegnarmi per il resto della mia vita con te.” Rispose.
Sembrava che tutto intorno a me si fosse fermato. Mi sentivo come se fossi all’interno di una bolla. Tutti i suoi erano ovattati e faticavo a respirare. Fissavo lo schermo ma non vedevo nulla.
“Intrappolato…” Ripetei a bassa voce. “T-ti stavo soffocando con i discorsi del matrimonio?” Aggiunsi dopo qualche secondo, sempre sussurrando.
“Sì, chérie. Eri così presa da tutti i dettagli, non parlavi d’altro.” Rispose Jean-Paul, guardandomi con un’espressione triste.
Quindi era vero: ero stata io a portarlo al tradimento. Chiusi gli occhi, sperando di trovarmi in una situazione diversa quando li avrei riaperti. Speravo che si trattasse solo di un brutto incubo. Come avevo potuto essere così presa dal matrimonio da non rendermi conto che stavo allontanando il mio fidanzato da me?
“D-devo andare.” Dissi, interrompendo la videochiamata e chiudendo lo schermo del computer portatile. L’avevo chiamato con l’intenzione di insultarlo e liberarmi dal peso di tenermi tutto dentro e invece avevo realizzato che era stata tutta semplicemente colpa mia.
“Sophie?” Mi chiamò Kate cautamente, entrando nella mia stanza. “Oddio, cos’è successo?” Mi chiese appena vide la mia faccia.
“E’ stata colpa mia.” Sussurrai, allontanando il computer portatile dal me e abbracciando le mie ginocchia. Mi rannicchiai su me stessa.
“Cosa è stata colpa tua?” Mi chiese dolcemente la mia amica.
“Tutto.” Risposi, sentendo una lacrima che scorreva sulla mia guancia. “Sono stata io. L’ho soffocato e l’ho spinto a tradirmi.” Aggiunsi.
“Cosa stai dicendo?”
“Mi ha detto che si è sentito intrappolato per colpa di tutti i miei discorsi sul matrimonio.” Spiegai, restando calma per miracolo. Sapevo che sarei scoppiata a piangere in pochi secondi.
“Mio Dio, io adesso lo chiamo e gliene dico quattro.” Ringhiò Kate, avvicinandosi ulteriormente a me e mettendomi una mano sul braccio. “Sophie, guardami.” Mi ordinò poi. Alzai lo sguardo su di lei con riluttanza. “Non è stata colpa tua. Quelle stronzate sono le cose che si dice per stare bene con se stesso. Se un uomo ti tradisce non è colpa tua, chiaro?” Mi domandò.
“Ma…”
“Niente ma. Jean-Paul è un pallone gonfiato che ha bisogno di fare i conti con la realtà. Dio, ha anche avuto il coraggio di dare la colpa a te! Non ci posso credere!” Esclamò Kate, saltando in piedi e cominciando a camminare in giro per la mia camera, passandosi ripetutamente una mano tra i capelli.
“Kate?” La chiamai con voce tremante. “Abbiamo altro Haagen-Dazs?” Chiesi e cercai di ridere, ma la risata si trasformò presto in un pianto disperato.
   

Over Again || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora