Capitolo uno.

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Benvenuti nella nuova avventura di Nath e Carrie.
Premettendo che ho iniziato a scrivere il capitolo ascoltando The Scientist dei Coldplay.




Un gancio, un altro ancora.


Uno più potente di prima, più forte.. più intenso.


Non sento più le dita, non mi importa.


Quella che sento è soltanto rabbia, fottuta rabbia.


Rabbia che non mi abbandona, che non mi lascia dormire un attimo, che non mi fa respirare.


Che non mi fa mangiare, che non mi lascia guardarla per più di un secondo che vorrei prendere a calci il mondo intero. Rabbia che vorrei tirar fuori, strapparmi via dal corpo ma l'unica cosa che posso fare è assistere impotente.. con le fottute mani legate.


La sua faccia è come se fosse attaccata su questo enorme sacco di plastica, mi sfida, mi sorride.


Ancora un destro, poi un altro.. così forte da far oscillare il sacco.


Lo fermo, il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.


Mi strappo via un guantone con i denti e lo butto per terra.


"Sei ancora qui?" chiede una voce dal fondo della palestra.


Mi giro e noto Clay appoggiato ad uno degli attrezzi che mi fissa. Faccio spallucce e torno a slegare i lacci di quest'ultimo.


Non ho proprio voglia di parlare.


"Dovresti andare.." aggiunge, avvicinandosi di pochi passi.


"Che differenza fa la mia presenza?" mormoro preso dai guantoni.


"Smettila di fare la femminuccia suscettibile" sbotta improvvisamente.


"È passata una settimana e invece di risolvere le cose come adulti ti rinchiudi qui dentro a prendere a pugni un fottuto sacco di merda.." sputa.


Inspiro forte con le narici dilatate, la rabbia monta nel petto.


"Tu non sai un cazzo" gli punto il dito contro.


"Tu non sai come ci si sente, non sai quanto mi sento una nullità quando mi guarda con quegli occhi terrorizzati. Non sai un cazzo.. non sai un cazzo di niente" sputo furioso, raccolgo i guantoni dal suolo e mi avvio verso gli spogliatoi.


"Hai ragione.." urla alle mie spalle.


"Non so un cazzo. Ma so abbastanza per capire che sei un debole. Fa come vuoi.." urla di nuovo.


Lo lascio perdere, ma le sue parole mi rimbombano nelle orecchie.


Un debole.


Sei un debole.


Un fottuto debole.


Quando arrivo negli spogliatoi arrivo davanti al mio armadietto, lo apro e guardo la foto attaccata che ritrae loro due.


La sfioro con le punte delle dita, ricordando quel momento.


Carrie ha stampato sul volto quel sorriso luminoso, radioso.


Quel sorriso che mi fa venire voglia di vivere.


Che mi fa venire voglia di affrontare il mondo intero.


Quel sorriso che vorrei tanto ritornare ad ammirare.


Un moto di rabbia mi vibra attraverso il corpo, colpisco lo sportello del armadietto provocando un rumore forte.

STRONG LIKE TWO II . (WATTYS 2017) Where stories live. Discover now