dodici

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"Hey Frank, pss. Frank! Cazzo, svegliati."

Guardai l'ora sull'orologio messo sopra alla parete e notai che erano le tre di notte.

Perché Gerard doveva sempre disturbare il mio sonno?

"Cosa vuoi." dissi acido, portandomi il cuscino in faccia. 

"Non riesco a dormire." si lamentò.

"Beh io sì. Fottesega se non riesci a dormire, saranno cazzi tuoi." ero già pronto a riaddormentarmi.

"Sempre così scorbutico?"

"Sempre così rompipalle?" mi sedetti sul letto e accesi la micro lucina che ci offrirono gentilmente, per quelli che avevano paura del buio.

Lo vidi affacciato alla finestra, con le braccia tese nella mia camera e il mento appoggiato sulla specie di balconcino in mezzo alle stanze.

"Okay, facciamo qualcosa." propose lui.

"Il cazzo, voglio dormire."

"No, Frankie! Se lo fai, ti lancio palline di carta fino a scavare un buco nella tua pelle."

"Oh minacce, Gee. Cosa vorresti fare alle, uhm-" controllai nuovamente l'orologio e "alle tre e quaranta di mattina?"

"Giochiamo alle venti domande!"

"Va bene, inizia tu." mi stropicciai l'occhio.

"Il tuo culo ha già perso la verginità?"

"GERARD ARTHUR MA CHE CAZZO DI DOMANDE FAI." cercai di non urlare per non svegliare tutti.

"Rispondi."

"Sì, l'ha persa." ammisi arrossendo, spero proprio che questo non l'abbia notato, "Ora tocca a me, il tuo culo ha già perso la verginità?"

"NO CHE MINCHI- non sono io il passivo della coppia."

"Adesso il coming out lo hai fatto tu." gli feci l'occhiolino.

"Uh beh, andiamo avanti." tossí, evidentemente preso dall'imbarazzo, "Colore preferito?"

"Malva. Che musica ascolti?"

"Rock, baby. L'afro di prima è il tuo fidanzato?"

"Nope, amici. Come mai sei qui?"

"Non te lo voglio dire, stronzo." sbuffò imbronciato.

Mi misi a ridere.

"E ora che ridi, nano?" mi chiese, quasi urlando, ma subito soffocò la voce col palmo della mano.

"Stiamo giocando alle venti domande, sei obbligato a rispondere."

"Sono punk rock, faccio quel che voglio." sputò incazzato, "Lasciami dormire. Ma sei pazzo? Giocare a quest'ora? Poi chi è che gioca a sedici anni, bimbo." Detto questo mi sbatté un foglio bianco appallottolato in faccia, e con aria arrabbiata se ne andò a letto. Quel ragazzo era sempre più lunatico.

"Non sei punk rock, hai i capelli quasi arancioni."

"Oh, fanculo." concluse.

Prison • FrerardWhere stories live. Discover now