due

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Mi accompagnarono in centrale, per farmi più domande possibili.

Aspettai l'interrogatorio per un tempo che pareva infinito. Gli sbirri da quel che potei capire, sono dei gran ritardatari.

*

Entró, dopo quasi un secolo, un uomo sulla quarantina. Capelli grigi e pochi, basette ai lati del viso e una camicia stropicciata inserita dentro ai pantaloni.

Si sedette davanti a me, sistemandosi bene e sfogliando quello che sembravano essere i miei dati.

" Allora signorino Iero, rapina mano armata? " Mi chiese, con un filo di irascibilità nella voce.

" C'è scritto lì, non lo vede? È per caso cieco? " Risposi a tono, sistemandogli gli occhiali che scendevano di poco.

" Signorino Iero, " odiai come mi chiamó, " moderi il linguaggio. La informo che questa conversazione verrà registrata, ogni singola parola che dice è una eventuale prova. Ora mi dica, cos'ha rubato? "

" Non ho rubato un cazzo, sono scappati con la macchina, non potevo mica rincorrerli con le auto della polizia dietro. " Iniziai a scaldarmi.

" Chi sono scappati? "
Annotó tutto su uno dei fogli, crocettando e firmando di tanto in tanto.

Anche se Bob e Ray erano degli stronzi, non meritavano il riformatorio. Ero io quella pera che si era persa tra gli scaffali dell'autogrill.

Quindi, dopo il mio breve ragionamento " No, nessuno. " risposi.

" Andiamo avanti, se permette, Frank. Qui c'è scritto che aveva una pistola e qualche petardo illegale in tasca, dico bene? "

" Sì, ma non ho usato niente: Avevo le mani occupate con le patatine. " Mi sembra ovvio.

" Lo sa che i minorenni non possono tenere le pistole? Io a sedici anni usavo quelle ad acqua. "

" Lo so benissimo, ora assegnatemi quella cella del cazzo, che non voglio più rispondere ad altro. "

Ero stufo, era già deciso, scritto nel libro della mia vita. Mi avrebbero sbattuto dentro.

Prison • FrerardWhere stories live. Discover now