Bride la volpe

134 14 3
                                    

Fu una sorta di shock guardarmi da fuori

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Fu una sorta di shock guardarmi da fuori.
Ero certa che lo scatto risalisse al primo mattino a Jackson Hole, quando avevo raggiunto la scuola a piedi.
Mi riconobbi, ma al tempo stesso provai un distacco atroce verso me stessa.
Mi distinguevo nel paesaggio statico e candido, ero una lingua di fuoco che scaldava lo sguardo. E trasmettevo calma, una tranquillità anomala celava il dolore dei miei pensieri, solo io ne riconoscevo la presenza.
Le domande arrivarono quando smisi di studiare ogni dettaglio.
Pensai alla stanza di Jamie che avevo violato, alla scatola nera sotto al letto, al laccio di cuoio della tracolla della macchina fotografica.
Pensai al fatto non avessi avuto il minimo dubbio che fosse mia, neanche mi ero preoccupata di accertarmene, non avevo controllato se avesse ammaccature sulle superficie o segni di usura.
Jamie ne possedeva una identica ed ebbi d'un tratto la certezza di essermi appropriata di qualcosa di molto prezioso.

Mi alzai dal letto presa da un impulso sconosciuto. Aprii lo zaino, afferrai la macchina fotografica e con frenesia inseriii un rullino nuovo. Poi aprii la porta e mi accertai di essere ancora sola in casa. Mi mossi lentamente nel corridoio ed entrai nella stanza accanto.
Il tempo mi sembrò eterno quando sfilai di nuovo la scatola nera da sotto il letto e riposi tutto al suo posto.
Mi dissi che ero stata fortunata che Jamie non se ne fosse accorto. D'istinto guardai il soffitto come se fosse il cielo, e pensai a mia madre.
Le dita si aprirono sul cuore mosse da un meccanismo collaudato, ispirai profondamente e rilasciai l'aria piano.
Non mi accorsi dei passi sulle scale, percepii solo il cigolio della porta che si aprì, spinta dal palmo di una mano pallida.

Mi voltai.
Alto e imponente sulla soglia, Jamie mi fissò confuso. Ogni mio nervo s'indurì come se il corpo si stesse preparando a un imprevedibile contraccolpo.
"Che cosa ci fai qui?" La voce arrivò affilata come la la lama di un coltello arroventato.
Schiusi le labbra ma non emisi alcun suono.
Jamie si mosse, era così rigido e attento da sembrare un falco pronto a scendere in picchiata, sentii le dita stringermi il braccio con una presa ferrea e trascinarmi nel corridoio.
Era così furioso, così contrariato che la mascella scattò nervosamente sul viso e gli occhi, ridotti a due fessure, brillarono di un' atroce insensibilità.
"Io..." balbettai. "Io...volevo..."
"Tu volevi cosa?" m'interruppe secco.

Lasciò la presa con riluttanza.
"Ascoltami bene," calcò le parole con freddezza. "Qualunque sia il motivo del tuo ritorno, non mi riguarda. Ma tieni a mente una cosa: resta sempre a un passo da me!"
Mi sciolsi come cera sotto il suo sguardo ustionante, poi Jamie si mosse indietro, entrò nella stanza e mi sbatté la porta in faccia.
La penombra del corridoio mi ricoprì e alla prima reazione di stordimento subentrò una nuova sottile sensazione.
L' umiliazione ebbe la meglio sul senso di colpa, sulle domande senza risposta, sull'inequivocabile errore che avevo commesso.
Mi sporsi in avanti senza neppure rendermene conto e sbattei un pugno sulla sottile parete di legno che mi divideva da lui.
"Ehi!" gridai. "Chi diavolo ti credi di essere?"
Chi era?
Chi era lui per trattarmi in quel modo?
Chi era lui per farmi sentire così sbagliata, fuori posto, inadatta?

The Untouchable LoveWhere stories live. Discover now