Sei così come sembri?

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Dopo quell'unica foto scattata con il cuore a mille, corsi verso casa. Non mi voltai per vedere se Jamie mi stesse seguendo.
Ero una ladra.
Avevo rubato un suo attimo di solitudine, e lui mi aveva visto: un definito punto rosso in mezzo al bianco della neve.
Feci attenzione e non mettere i piedi sulla lastra di ghiaccio su cui ero caduta la stessa mattina, varcai l'ingresso e mi appoggiai al legno della porta chiusa.
Il petto si muoveva sotto la spinta di respiri brevi e convulsi. Avevo la faccia di chi era appena fuggita da un atroce pericolo.

Non so perché, ma immaginai un milione di cose che Jamie avrebbe potuto fare, se mi avesse raggiunta nel bosco dopo avergli scattato una foto.
Avevo visto lo sguardo che aveva rivolto alla ragazza del primo anno nel corridoio a scuola e anche il movimento lento e teso con cui le aveva sfilato il telefono dalla mano.
In un certo modo, la mia, era stata senza ombra di dubbio una violazione della privacy, comunque la mettessi avrebbe avuto ogni ragione per infuriarsi.
"Qualcuno ti sta inseguendo?" Finn mi prese in giro.
Era di fronte al frigo con un grembiule a quadri legato in vita e notò i capelli arruffati sulle spalle e le guance accaldate.
Lo squadrai perplessa, poi scoppiai in una risata liberatoria.
Doveva essere l'adrenalina, mi sentivo agitata, ma allo stesso tempo euforica: ero una bambina che aveva appena fatto una cosa che sapeva chiaramente di non dover fare.
Lui abbassò lo sguardo sui ricami del grembiule e travisò.
"Tendo a sporcare gli abiti che ho indosso quando cucino." Passò una mano dietro al collo imbarazzato.
"Ti dona, Finn" lo consolai.
Non tentai neanche di spiegargli che la mia espressione non aveva nulla a che fare con ciò che aveva indosso.
Avevo sfidato Jamie, e ne ero felice.

I passi pesanti che salirono gli scalini della veranda mi misero di nuovo in allerta, poi la maniglia si piegò e una spinta mi fece sbalzare di lato.
Jamie entrò e il suo volto teso non parve promettere buone cose.
"Vado a darmi una ripulita" gridai, lanciandomi sulle scale sotto gli occhi confusi di Finn.
Ma a dispetto della reazione lungo il sentiero, Jamie mi seguì.
Finchè fu sotto lo sguardo di Finn lo fece in modo
controllato, poi improvvisamente accelerò il passo.
Lo sentii dietro di me e quando a un passo dalla mia stanza pensai di essere salva, una mano mi afferrò da dietro e mi cinse la vita.
Quasi caddi.
Le dita di Jamie strinsero il maglione all'altezza del bacino e mi inchiodarono alla parete di legno.

"Cancellala." Ordinò.
Era così vicino da farmi ingoiare il fiato caldo con cui pronunciò quell'unica parola.
"Non posso" soffiai fuori, protendendo il viso in avanti.
Non avevo intenzione di lasciarmi intimidire.
Il cuore mi martellava nel petto, percepivo il boom boom con cui scuoteva la cassa toracica.
La strana euforia tornò in sordina, un'agitazione piacevole che mi confondeva.
"Non ti ho detto se puoi farlo." Aveva una voce intensa, profonda e sicura come quella di un adulto. "Ti ho detto che devi."
Valutai come reagire di fronte alla sua solida imposizione.

La frase che Finn aveva pronunciato da Gather riemerse dal buio dei pensieri. Fu una debole luce che alimentò il mio coraggio.
"Ti abbiamo aspettato a lungo. Ogni estate, dopo l'ultima"
Non sapevo chi diavolo fosse in realtà Jamie Callighan, così misi insieme tutti gli elementi che componevano la sua immagine contorta.
La bellezza indiscutibile.
L'opinione di lui che avevano le persone che non lo frequentavano, come Pamela e Briget. E le certezze, invece, che dimostravano le persone che gli erano accanto come Kat e Mike.
Tra tutti, e non trascurabile, era il fatto che mio padre si fidasse di lui.

"Ti ho detto che non posso" azzardai, sollevando la mano con cui stringevo la macchina fotografica. "Non è automatica."
Finn ne aveva comprata una identica anche a lui, doveva sapere che non si potevano cancellare le foto impresse sul rullino.
Jamie la fissò.
Allentò la presa sul maglione e rilassò impercettibilmente le spalle.
"Si può fare qualsiasi cosa" disse poi.
Dopo un attimo di esitazione tentò di sfilarmela dalle dita.
Voleva aprirla: la luce avrebbe guastato la pellicola.
Ma io non avevo alcuna intenzione di dargliela vinta, se volevo capire qualcosa di lui, avrei dovuto osare. Senza indugio.
Sollevai il braccio, ma neanche mettendomi in punta di piedi avrei potuto competere con la sua altezza.

The Untouchable LoveWhere stories live. Discover now