Capitolo 2: Casa Dolce Casa

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Vedo un pianeta. È decisamente piccolo...
Al mio fianco, la ragazza, allegra, mi guarda. Indica il pianeta: ha intenzione di fermarsi. Faccio cenno di sì.
La cometa si ferma. Lei mi prende la mano, e poi ci teletrasporta sul pianeta. Con mia sorpresa, ci ritroviamo in un villaggio, simile a uno terrestre. C'è gente umana.
Ancora con la sua mano attaccata alla mia, mi trascina per il villaggio, correndo, mentre io mi guardo attorno, notando che tutti (tranne noi due) hanno dei collari. A cosa serviranno? Inoltre, la gente mi guarda. Mi considerano un amico o un nemico? In ogni caso, non ho alternative.
La ragazza si ferma davanti ad una abitazione abbastanza grande (presumibilmente la sua), apre la porta e entriamo.
Una voce allegra arriva dalla sua bocca: "Questa è casa mia!", dice.
Accorgendomi che ora posso parlare, le chiedo: "Chi sei? Perché ero nello spazio aperto, e perché hai deciso di salvarmi?"
"Il mio nome è Laetaxia. Abito insieme al mio popolo, i Beatoniani, sul pianeta Gaodiomus. Siamo molto più avanzati degli umani come società, anche se non lo sembra inizialmente." Si passa una mano tra i capelli bruni. "Ero in ricognizione. Poi ho visto te. Stranamente, non sei morto. Tutti gli altri sono morti subito. Strano..."
"Tutti... gli altri?", dico.
"Sì, tutti gli altri umani che abbiamo trovato dispersi nello spazio aperto erano già morti. Tutti... eccetto te."
"Me? Ma come ho fatto a sopravvivere senza ossigeno? E perché degli umani, me compreso, si trovavano nello spazio aperto? Io non ricordo nulla..."
"Gli umani sono stati sconfitti da una razza aliena in battaglia, i Khorakiani. Essi hanno tecnologia anche più avanzata di noi; mirano a colonizzare ogni forma di civiltà presente nell'universo. Non è stato difficile per loro sconfiggervi. Se non sei morto, c'è solo una spiegazione: sei il prescelto."
"Prescelto? Per cosa? Per salvare l'universo, scommetto..."; l'ironia si fa sentire.
E con mia sorpresa, risponde: "Esattamente. Hai tra le mani la possibilità di salvare la tua razza. Se ci tieni. Saresti disposto a lavorare con noi per fermare i Khorakiani?"
In un attimo, la sua solita espressione allegra si trasforma in sincera serietà, e con la stessa serietà le rispondo: "...Per me va bene. Ma, come? Siamo già stati sconfitti."
"Noi possiamo aiutarti. Insieme possiamo farcela."
"Avete intenzione di aiutarmi?", chiedo.
"Sì; è nostro dovere. Aiutiamo sempre qualcuno in difficoltà". Alza una sopracciglia: "Non credo di sapere il tuo nome, umano..."
"Ah, già, scusa. Mi chiamo Hyangel.", affermo con imbarazzo.
Laetaxia solleva un sorrisetto compiaciuto: "Bel nome."
"Ehm, grazie." Sorrido anch'io.
"È carina...", penso, arrossendo.
Lei si mette a ridere, e arrossa: "Grazie. Anche tu sei carino!"
"Ma... Ma come...?", le chiedo, imbarazzato e confuso.
"Eheh, posso leggere nel pensiero, non te l'ho detto?"; noto che è arrossita.
"...No. Ma tutti qui hanno questo, ehm... potere?"
"Ahah, no. Puoi stare tranquillo. O quasi."
Rido anch'io.
Guardo attraverso una finestra; lei segue il mio sguardo. "È notte, ormai", dice. "Vieni."
"Okay.", dico.
Mi accompagna in una stanza con un letto. "Qui potrai passare la notte. Domattina ci prepareremo...", esita un attimo. Mi studia, velocemente, da capo a piedi, e finisce la frase, compiaciuta: "...entrambi."
"Beh, grazie. Allora... buonanotte." Sorrido di ritorno.
"Buonanotte.", dice, e se ne va.

Aspetto che i suoi passi si facciano meno udibili, e do un sospiro di sollievo.
Devo ammetterlo, sono un po' preoccupato per come si comporta. Sembra che stia tramando qualcosa. Tuttavia, sembra una brava persona. Speriamo in bene...
Ora sono nel letto. Provo a chiudere gli occhi.

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