Prima lezione di magia

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Mi metto degli shorts blu e una camicia sopra la canottiera. Voglio potermi muovere al meglio, non si sa mai. Arrivo con calma nel luogo prestabilito, ma non c'è ancora nessuno. Dietro di me sento dei passi e mi aspetto di vedere la chioma bionda di Vivy, invece mi trovo davanti mio fratello Jason. «Che ci fai qui? Ti ha mandato nostro padre, vero?" chiedo con voce fredda. Non lo voglio tra i piedi quando arriva Eveline. «Senti sorellina, neanche io sono dell'umore di seguirti. Cerchiamo di superare queste atroci ore insieme, ok?" risponde. «Ci mancava solo il clone di Trevor!" dico e lui mi guarda male. Indossa ancora la tuta da rugby, l'ennesimo tentativo di mascherare la vera natura della nostra famiglia. Non deve aver avuto tempo di cambiarsi e quindi direi che è stato informato all'ultimo momento. Sta per ribattere quando vedo due figure avvicinarsi a noi. Devono essere Vivy e suo fratello, ma quando si avvicinano non ne sono tanto sicura. Il ragazzo che la accompagna non ha i capelli biondi che mi aspettavo, ma ha una chioma scura come la pece. «Sii gentile Alex! Non farmi fare brutta figura" gli sussurra piano, ma niente scappa al mio udito. A quanto pare non sono l'unica contraria alla scelta del rispettivo accompagnatore. Anche quando Eveline è seria, c'è sempre l'ombra di un sorriso sulle sue labbra. Invece il tipo che le sta vicino non sembra molto felice di essere lì. Comunque, è un problema suo! «Hey Eveline, ci stavamo proprio chiedendo dove fossi finita" dico, anche se non sono sicura chi delle due sia in ritardo.«Ciao Hope. Sì, scusa è che ci siamo persi e..." mentre parla non mi guarda affatto. Anzi, ha gli occhi fissi sul mio fratellone. Insomma! Speravo che almeno gli angeli fossero immuni al fascino vampiresco! O forse ha paura? «Ok, questo è Jason. E Jason, questa è Eveline" mi arrendo di fronte alla loro assoluta indifferenza per le mie parole. Si stringono la mano e capisco che anche Jason è imbarazzato. Quanto siamo sdolcinati. Alzo gli occhi al cielo e finalmente Vivy si decide a dire chi è quella statua che la accompagna. « Allora, bene...questo è Alex, mio fratello" dice dopo essersi schiarita la voce. Ma non mi dire? Ma che le prende? «Iniziamo prima che sopraggiunga un altro familiare" la mia era una battuta, ma solo Eveline mi sorride. «O prima che tuo fratello decida di trasformare mia sorella in una succhiasangue " la sua voce è roca e , sorprendentemente, mi lascia un'pò spiazzata. Sarà anche la prima volta che parla, ma non sembra molto simpatico. E poi mi dicono che giudico troppo in fretta le persone! «Hai un problema, amico?" chiede mio fratello a voce alta. « Potrei averne se rimetti gli occhi su Vivy. E comunque, non sono tuo amico!" risponde lui con lo stesso tono. «Basta così!" mi metto tra loro, sfortunatamente guardando verso Alex. «Se volete azzuffarvi, fatelo da un'altra parte. Noi abbiamo da fare." cerco controllare il tono di voce. In quel momento trovo il coraggio di guardare l'angelo dritto in viso e rimango per alcuni istanti immobile. Due occhi verdi mi fissano ostinati, ma dopo poco si girano da un'altra parte. Poi si appoggia a uno dei tronchi, incurante di sporcare la maglietta grigia. Jason fa lo stesso a debita distanza, senza togliere gli occhi dalla mia amica. Quando torneremo a casa, gliene dirò quattro! Non ho il coraggio di guardare l'angelo, ma sento il suo sguardo su di me. Cerco di ignorarlo ed iniziamo a tirare fuori i rispettivi libri. Su, calmati Hope. Entrambe sappiamo che per aprire i libri dobbiamo pronunciare una formula, come mi ha detto Charity.

Ti Bili Siam.

I lucchetti si aprono con uno scatto e noi non perdiamo tempo, aprendoli subito. Le pagine iniziano a girare da sole, per poi fermarsi di colpo. Io osservo la mia pagina, ma l'unica cosa che posso osservare è una frase al centro della pagina. Guardo confusa Eveline, ma lei sembra confusa quanto me. Guardo la pagina del suo libro e capisco che il suo incantesimo è diverso dal mio. Allora a cosa servono le lezioni? «Che ne dici di provare con la tua formula?" le propongo. Lei annuisce poco convinta e punta la mano verso la neve soffice sotto i nostri piedi. Sembra piuttosto spaventata e mordendosi il labbro inferiore, guarda suo fratello. « Ah, scordatelo! Devi cavartela da sola" il tono della sua voce sembra tranquillo, ma non sembra calmare l'angioletto. Io gli lancio un'occhiataccia che lui incassa senza battere ciglio. Avrei tanti aggettivi per descriverlo, ma evito di stressarmi ulteriormente. «Ormai ci siamo Eveline. Andrà bene dai" cerco di darle un'po’ di coraggio, anche se in realtà sono messa peggio di lei. Prima finiamo e prima torno a casa. Si chiarisce la voce e pronuncia delle parole di cui non so il significato.

Elbrus Cespi Misha Seivariupi.

Per qualche secondo rimaniamo in silenzio, cercando di captare qualcosa di insolito. La neve sotto i nostri piedi comincia a muoversi un poco e noi ci allontaniamo. Tra il bianco della neve riusciamo a vedere una radice che inizia a crescere, fino a dare vita a un fiore dalle sfumature calde. Rimaniamo affascinate dinanzi a una pianta tanto bella , creatasi da una semplice frase. Anche se semplice non è il concetto corretto. Anche i ragazzi si avvicinano un poco, per vedere meglio. Jason sorride a Eveline, ma Alex si limita ad annuire, come se avesse già visto qualcosa di simile. Sento Miracol gracchiare da un albero e alzo gli occhi verso di lui, felice che sia al mio fianco. Cerco di mascherare l'emozione «È il mio turno.» Imito l'angelo nei movimenti e leggo la frase scritta sul manoscritto. Subito dopo averle pronunciate del fiore tropicale non rimane altro che un mucchio di cenere. Rimango senza parole e scruto Vivy che guarda i resti del suo fiore, con la bocca spalancata. «Mi spiace, non era...» cerco di dire altro, ma sento la gola secca. È questo il mio compito? Distruggere quello che viene creato dall'angelo? Vivy scuote energicamente la testa «Non ti preoccupare». I ragazzi non aprono la bocca, ma percepisco il loro turbamento. «Avrei dovuto aspettarmelo. Era troppo insolito per essere reale». La mia voce rompe il silenzio irreale che sembrava essere calato sul bosco. «La cosa peggiore è che ho creduto veramente in un cambiamento» dico con un filo di voce. Mi sento come se mi avessero svuotato di tutte le forze. A cosa mi dovrebbe servire distruggere fiori? «Andiamo Hope! Abbiamo appena iniziato e ....» mi dà una scrollata la ragazza, ma non l'ascolto più. E chi mi dice che non lo fa solo per farmi restare, in modo che lei possa continuare a studiare? E se invece fossi io a farmi troppe paranoie? Io mi limito ad annuire. «È ora di andare Vivy. Sta iniziando a fare buio ed è meglio non essere nei dintorni». La risata di Jason si espande per tutto il bosco e io gli lancio un'occhiataccia. «Hey, non è colpa mia se il tipo alato ha paura!» si giustifica. «Non si sa mai con voi mezzi morti!» dice con un'espressione disgustata sul viso dai lineamenti rigidi. «È meglio che andate Vivy, perché non so per quanto tempo continueranno i due immaturi » le dico cercando di sorridere, per farle capire che non ce l'avevo con lei. Incasso sia l'occhiataccia di Alex, che quella di mio fratello. « Ok! Allora a domani Hope. Buonanotte ragazzi». La mia nuova amica si volta e scompare tra la boscaglia, seguita dalla figura di suo fratello. A quel punto mi giro verso Jason. «Sei peggio di Trevor, lo sai?» lo rimprovero io, ma sembra che non mi ascolti. I suoi occhi color nocciola fissano il punto in cui erano svaniti i due angeli. Alzo gli occhi al cielo e lo supero, per tornare in casa. Che rimanga pure lì a fissare il vuoto, mi dico.

The Light side of DarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora