Vacanze all'isola dei fiori

De Thecolorsnight

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Matilde è una diciassettenne che passa l'estate del 2019 all'Isola dei Fiori , isola sperduta dell'arcipelago... Mais

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Concorso
Book Trailer
Capitolo 1 [Revisionato]
Capitolo 2 [Revisionato]
Capitolo 3 [Revisionato]
Capitolo 4 [Revisionato]
Capitolo 5 [Revisionato]
Capitolo 6 [Revisionato]
Chiarimenti
Domande per Halloween
Capitolo 7
Capitolo 8
Natale
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Domanda domandosa
Buon San Valentino!
Speciale 200 follower
Capitolo 13
Capitolo 14
Buon pesce d'aprile
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18

Halloween edition [Revisionato]

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De Thecolorsnight

La macchina noleggiata dei genitori di Leonardo si fermò davanti alla cascina dove abitava Alex. Ginevra, Leonardo e Matilde scesero dalla vettura e guardarono i muri che circondavano la tenuta decorati con fantasmi e pipistrelli in carta.

"Carini" disse Ginevra indicando i pipistrelli finti. "A dopo ragazzi! Buona serata!" disse Elena, la madre di Leonardo . "Anche a voi!" disse il ragazzo salutandoli. Lorenzo partì a tutto gas, lasciando dietro di se una grossa nuvola di polvere. "Ragazzi, andiamo a morire di paura" disse Matilde sorridendo.

Il tavolo della cucina era piena di cestini pieni di dolci e di zucche intagliate. Pierrick e Lucia, travestiti rispettivamente da un macellaio pazzo e dalla Suora di The Nun, erano indaffarati a cucinare quello che sarebbe stato la cena di Halloween.

"Ma non dovevate!" disse Ginevra con tono dispiaciuto, osservando i due adulti cucinare con velocità allucinante. "Ma è il minimo, di solito la sera di halloween guardiamo sempre un film horror accompagnati con dolci e poc corn" disse Lucia sorridendo. "Ma Nicole e Alex dove sono?" chiese Leonardo notando l'assenza dei due ragazzi in cucina. "Stanno finendo gli ultimi ritocchi ai loro costumi. Andate anche voi a metterli, e poi andate in soffitta. La serata si svolgerà lì" disse Pierrick sorridendo. "Ok, a dopo allora" disse Ginevra. "Ciao!" disse Lucia in tono troppo gioioso. Matilde si chiese se la magia di Halloween avesse preso possesso della donna in modo esagerato, ma ripensando ai festeggiamenti che faceva sua cugina Marta il 31 ottobre capii che non era per niente paragonabile a qualche racconto horror e ad una cena di halloween.

La soffitta era buia, illuminata da alcune candele al centro della stanza. Disposti in cerchio erano stati messi alcuni cuscini e delle sedie, con qualche piatto pieni di dolci vari e con alcuni pupazzetti di pipistrelli per rendere più lugubre la scena. "Bella pensata" pensò Matilde.

Seduto ad una delle sedie c'era Alex, travestito dal Barone Sanguinante di Harry Potter, che era intento a leggere un libro alla luce di una torcia. Nicole invece non si vedeva da nessuna parte. "Yo, Ciccio come va?" chiese Ginevra sorridendo mentre si muoveva con cautela verso il cerchio di sedie. Alex alzò lo sguardo verso di noi e sorrise: "Bei costumi". "Grazie mille. Quest'anno ci siamo sbizzarriti" disse Matilde allargando le braccia con fare drammatico. Infatti quell'anno, Matilde si era vestita da Annabelle, Leonardo da Il Corvo mentre Ginevra si era truccata e vestita come uno scheletro del giorno dei morti messicani.

"Anche io mi sono sbizzarrita quest'anno con il costume, ma questo sarà l'ultimo anno in cui mi travestirò. Quindi sarà un onore per voi" disse qualcuno dietro i ragazzi. In quel momento dalla botola fece capolino la testa di Nicole, che era truccata da bambola?! Da quello che riuscivano a vedere con la poca luce presente nella stanza, il trucco bianco sul viso di Nicole era

"Oddio, che ansia!" esclamò Leonardo . Nicole fini di arrampicarsi dalla scala e si alzò, mostrando nella sua interezza il resto del suo costume: un lunghissimo abito color bianco latte e stivaletti in pelle.

"Come mai questo costume?" chiese Ginevra incuriosita dalla scelta della ragazza. "Perché si sa che le bambole mettono ansia. E questo make-up, caro Leo, è quello meno inquietante che ho trovato in giro su internet" disse la ragazza con un tono di superiorità. "Bene ragazzi, dopo questa litigata sul costume più pauroso, possiamo benissimo passare ai racconti e alle sfide Horror" disse Alex dalla propria sedia, impaziente di ascoltare nuove storie horror e di morire dalla paura.

"Hai ragione fratellino. Ho già in mente un'idea per una storia " disse Nicole andandosi a sedere su una grossa poltrona. Con quel vestito e il trucco, sembrava quasi quelle persone che cercavano di parlare con gli spiriti del aldilà. Matilde si aspettava quasi che prendesse una palla di vetro da qualche parte per poter fare domande ai defunti.

Matilde si sedette su un cuscino color prugna, mentre Ginevra e Leonardo su delle sedie, ai lati di Nicole. "Allora Nicole, quale sarebbe questa storia horror?" chiese Alex. "Innanzitutto, conoscete lo Slenderman?" chiese lei. "Intendi quel tipo altissimo, bianchissimo e inquietantissimo che rapisce i bambini?" chiese Ginevra. "Indovinato. Solo che stasera parleremo della sua controparte femminile giapponese, la Hachishakusama. Secondo questa storia, il protagonista che la racconta spiega che quando era un bambino passava l'estate dai nonni nelle campagne giapponesi. Un giorno, mentre giocava in giardino, vide da oltre una siepe molto alta un cappello bianco. Doveva appartenere sicuramente ad una donna e infatti dopo qualche secondo il viso di una signora comparve da dietro la siepe, gli sorrise e poi sparì. Il bambino era corso a raccontare ai nonni quanto accaduto, e dopo aver detto i particolari di quella donna, l'uomo corse fuori di casa spaventato senza spiegare dove fosse diretto. Chiedendo alla nonna, la vecchietta rispose che quella donna, troppo alta per un essere umano, era Hachishakusama, un essere che quando si interessava alla sua vittima non la lasciava andare fino a quando non la rapiva. E quella volta, era il bambino la vittima interessata dal mostro".

"Il nonno tornò qualche ora più tardi con una signora che si presentò come una specie di strega, che avrebbe fatto in modo che quella notte il bambino sarebbe sfuggito a Hachishakusama, e in effetti il metodo che uso funzionò alla grande: mettendo dei chicchi di riso negli angoli della stanza del bambino, quest'ultimo avrebbe potuto capire se quello che lo chiamava chiedendo di entrare in camera fossero i nonni o il mostro. Il giorno dopo, il bambino uscì dalla camera vivo e vegeto ma non era ancora finita: i nonni dovevano portarlo via dal paese e non farci più ritorno, se non voleva morire. E così il bambino dovette obbedire all'ordine, e mentre gli anni passavano divenne un adulto. Non poté tornare al paesino per partecipare al funerale del nonno e neanche successivamente perché nel testamento l'uomo aveva espressamente vietato che il nipote non potesse ritornarci neanche da grande. Un giorno , stufo della situazione, chiamò la nonna per convincerla che dopo così tanto tempo Hachishakusama non l'avrebbe riconosciuto. La nonna, dopo molto tempo a sentire suppliche e domande, accettò con un sospiro rassegnato e disse al nipote:"Allora, ci rivedremo presto". E fece un verso che l'uomo aveva sentito quella notte di molti anni prima, mentre cercava di sopravvivere a Hachishakusama: Oh Oh Oh".

"Aspetta, mi stai dicendo che quella che aveva risposto era Hachishakusama?! Oddio, che brutta cosa!" esclamò Matilde rabbrividendo. Afferrò uno dei piattini e iniziò ad ingozzarsi di dolci per far passare lo spavento e anche la pelle d'oca. Sperò solo che lo zucchero funzionasse.

Dopo qualche secondo, fu Leonardo a parlare. "Pensate un po' che c'è una leggenda metropolitana nella nostra scuola. Precisamente su un bagno". Il viso di Ginevra si illuminò. "Stai pensando alla storia del bagno infestato?". "Bagno infestato? Ne avete uno a scuola?" chiese Alex curioso.

Ginevra si voltò verso di lui e disse:"Devi sapere che più di vent'anni fa nella nostra scuola ci fu un attacco terroristico da parte di alcuni pazzi armati di fucile. Fortunatamente ci furono poche vittime e i pazzi furono arrestati, ma si dice che uno delle vittime, un ragazzo di diciott'anni, fu trovato in uno dei bagni con dei fori di proiettili nel petto. E si dice che, se entri in quel bagno nel giorno della sparatoria in una specifica ora, potresti essere ritrovato morto come quel ragazzo, ovvero con dei fori di proiettili nel petto".
"Carina anche questa" rispose Nicole per niente spaventata dalla storia. Ginevra ci rimase un po' male visto che quella leggenda metropolitana era famosa nella loro scuola, ma poi capii che effettivamente faceva più effetto se eri una matricola che non sapevi nulla su quell'evento. Sospirò rassegnata e prese una caramella alla fragola da un piatto, mangiandola con delusione.

Alex si schiarì la voce e disse:"Ok, ora è il mio turno. Nella mia classe circola questa storia che parla di una ragazza, che per un compito scolastico, doveva scriveva lettere a una ragazza francese di nome Antoinette e viceversa. La corrispondenza era continuata fino a quando, una sera, alla ragazza arrivò la solita lettera da parte di Antoinette, ma alla Tv stavano trasmettendo il telegiornale. Stavano dicendo che una studentessa francese era morta in un incidente d'auto e che il suo nome era Antoinette. Alla ragazza prese un colpo e aprendo la lettera, trovo solo una frase scritta sopra: Morirò oggi in un incidente d'auto. Addio".
"Questa non faceva molto paura" replicò Nicole guardando il fratello con uno sguardo quasi annoiato.

Alex sembrò abbastanza seccato dalla risposta della sorella e ribattè in fretta: "Allora ne racconterò un'altra! È una storia che mi è stata raccontata in prima persona da un mio compagno di classe, quindi ascoltate attentamente: Mi svegliai alle due di notte dopo aver fatto un incubo e andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua. Guardai annoiato la stanza: c'erano i piatti ancora da lavare nel lavandino, la macchina del caffè vicino ai fornelli, diverse scatoline contenente sale e pepe sopra il ripiano, lo straccio buttato li vicino. Me ne tornai in camera e anche lì iniziai a guardarmi attorno per riprendere il sonno: i libri sul comodino, i vestiti buttati sulla sedia, i compiti sulla scrivania, lo straccio per terra, lo zaino aperto ... Aspetta, lo straccio non era in cucina?".
"Manco questa faceva tanto paura. Però per sicurezza... Papà, gli stracci sono in cucina vero?" gridò Nicole verso la scala. Nessuno rispose. "Che strano. Ci avrebbero dovuto sentire" disse Nicole confusa. Si alzò di scatto e iniziò a scendere la scaletta, seguita poi da Matilde, Leonardo, Ginevra e per ultimo Alex.

I ragazzi si divisero in gruppi da due e iniziarono a controllare parti diverse della casa: Nicole e Ginevra avrebbero controllato il piano superiore, Leonardo e Alex il retro della casa mentre Matilde avrei guardato il piano inferiore.

Matilde costatò che il salotto fosse vuoto così come la cucina: sembrava quasi che Pierrick e Lucia fissero scomparsi nel nulla. "Pierrick! Lucia! Dove siete?" gridò Matilde mentre si dirigeva verso il salotto, bloccandosi all'improvviso vedendo che c'era una figura in piedi, dall'altra parte della stanza in cui si trovava. Matilde si nascose dietro la porta della cucina e prese il telefono.

"Ragazzi! Venite subito in salotto! C'è qualcuno!" scrisse velocemente. "Matilde, so che sei lì" esclamò la figura improvvisamente. La voce era di un ragazzo ma Matilde non capiva a chi appartenesse. Rimase comunque zitta e immobile, ascoltando i passi della figura che si avvicinavano al suo nascondiglio. Gli batteva forte il cuore tanto che la ragazza credeva che gli sarebbe uscito dal petto da un momento all'altro. "Matilde, non vuoi sapere dove sono Pierrick e Lucia?" sibilò l'uomo mentre la distanza tra di loro diminuiva velocemente.

Non sentendo risposte disse "Allora, se non ti interessa, prenderò i tuoi amici". I passi si allontanarono e Matilde iniziò a correre verso la cucina con il cuore che batteva a mille, spaventata a morte.

Corse a perdifiato al piano di sopra, dove c'erano le camere. In quella di Pierrick e Nicole non c'era nessuno, ma in camera di Alex, in un angolo, notai una figura con un vistoso capello in testa. Matilde la riconobbe subito. Mi avvicinai in fretta e oltre a Ginevra, c'erano anche Leonardo e Alex. "Tutto bene ragazzi? Dov'è Nicole?" chiesi terrorizzata. "Noi stiamo bene, ma non so dove sia finita Nicole!" disse Ginevra spaventata. "Quando abbiamo ricevuto il tuo messaggio siamo venuti qui, ma Nicole non c'era!" disse Alex agitatissimo. "Dobbiamo controllare in giro" disse Leonardo in tono fermo, deciso a prendere lui le redini della situazione visto che era l'unico a star ragionando lucidamente, al contrario di noi tre.

"Ho già controllato: al piano di sotto non c'è nessuno. Dobbiamo controllare fuori" sibilò Matilde nel panico . "Allora andiamo, non voglio che succeda qualcosa a mia sorella!" esclamò Alex. Prima che potessimo dire o fare qualcosa, Alex corse fuori dalla camera. Verso il buio, verso il pericolo.

I tre si precipitarono al piano di sotto e poi fuori dalla casa. "Alex, dove cavolo sei?!" gridò Ginevra . "Alex, se non esci subito fuori, giuro che ti ammazzo!" esclamò Matilde. "E giuro che non la fermo!" disse infuriato Leonardo.

Si sentirono diverse risate prima che delle potenti luci si accesero illuminando il giardino. Matilde, Leonardo e Ginevra rimasero a bocca aperta nel vedere Alex, Nicole, Pierrick e Lucia sani e salvi in piedi, vicino ad un tavolo pieno di cibo. C'erano anche Lorenzo ed Elena, insieme ad un ragazzo di nome Isos che lavorava alla fattoria e che i ragazzi avevano visto lavorare per lo più nei lavori manuali. Stavano sorridendo tutti e il trio capì di avere delle facce davvero incredule per scatenare quella reazione . "Ma cosa sta succedendo?" chiese Leonardo stupito. "Era tutto uno scherzo" disse Pierrick ridendo. "Scusate se ho dovuto far finta di aver rapito Nicole" disse Isos con tono imbarazzato.

"E voi due che ci fate qui?" chiese Leonardo guardando i genitori. "Ci hanno invitato loro. Abbiamo portato i dolci" disse Lorenzo. "Ma che è, scherzi a parte?" domandò Ginevra inarcando le sopracciglia. "A quanto pare" disse Matilde. "Dai ragazzi, prendetelo sul ridere. È Halloween, ci sta, no?" chiese Pierrick.

Dal tono si capiva che era in imbarazzo. Ci osservavano tutti e l'aria era diventata tesa. Ginevra, Matilde e Leonardo si guardarono a vicenda, poi si voltarono verso gli adulti, Alex e Nicole. "Vi perdoniamo solo se cantate This is Halloween. E anche i genitori di Roberto" disse Ginevra. "Cantante anche voi tre" disse Nicole indicandoli con uno sguardo che non ammetteva repliche. Giustamente se quella era la loro punizione, che partecipassero anche gli esecutori.

Ridacchiando i tre si avviarono in mezzo al gruppo, dando il tempo con la mano e con il classico 123. All'inizio l'intero gruppo andava fuori tempo, ma dopo poco le loro voci si levarono verso il cielo con risate e armonia. A termine canzone si divertirono molto a mangiare la cena alla Halloween, raccontandoci annedoti su quella festività o su quel film, scambiandosi opinioni e qualche strofa qua e là. Quello fu uno dei miglior Halloween di sempre a cui Leonardo, Ginevra e Matilde parteciparono in vita loro!

Ok ragazzi, spero di avere accontento le vostre richieste con questo capitolo.

Per precisione, i racconti horror presenti nel testo sono:
- Hachishakusama (da internet)
- La storia dello straccio( ispirato ad un one-short horror su Wattpad)
- Le lettere della ragazza francese (inventata da me)
- Il bagno infestato (inventato da me)

Buon Halloween a tutti 👻😈

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